
Le migliori uscite cinematografiche del 2025 Dal miglior film al peggior horror su grande e piccolo schermo
La fine dell’anno coincide con due tradizioni: da una parte l’entrata nel vivo dell’award season, dall’altra la classifica dei migliori film e delle migliori serie uscite nel corso dei trecentosessantacinque giorni di intrattenimento appena vissuti. Quest’anno, per scompigliare un po’ le carte e far conciliare i due aspetti, abbiamo dato noi i premi più ambiti della stagione, andando dal classico miglior film fino all’assegnazione del miglior sequel o, per aggiungere un tocco di Razzie Award, il riconoscimento al peggior film ma anche al peggior horror. Una premiazione che cerca di delineare un percorso per rivedere insieme ciò che ci ha regalato il panorama cinematografico e seriale nel 2025, tra titoli immancabili e qualche piccola bizzarria.
Ecco, dunque, le migliori uscite cinematografiche del 2025.
Miglior film - Una battaglia dopo l’altra di Paul Thomas Anderson
Il miglior film dell’anno è Una battaglia dopo l’altra a mani basse. Non si può competere con lo sguardo lucido e analitico di Paul Thomas Anderson, che scrive e dirige un’opera sovversiva dove racconta di ideali falliti e di generazioni future a cui affidarli. In cui tratteggia con cura, prima in scrittura poi con la direzione dei suoi attori, un parterre di personaggi uno più iconico dell’altro, dal sensei di Benicio Del Toro al colonnello Lockjaw di Sean Penn fino alla Perfidia Beverly Hills di Teyana Taylor, e che scopre un volto come Chase Infiniti che speriamo di ritrovare sempre più spesso sullo schermo. L’opera è una fotografia di un’America che parla al presente e che dimostra che il film tanto desiderato da PTA, che ci ha messo anni a realizzarlo, è arrivato esattamente nel momento più necessario.
Miglior film (se fosse uscito nel 2025) - L’agente segreto di Kleber Mendonça Filho
Nonostante l’amore per Una battaglia dopo l’altra di Paul Thomas Anderson, se fosse uscito in questo 2025 ci sarebbe stato un film che avrebbe potuto scansarlo dal trono. È L’agente segreto di Kleber Mendonça Filho, il titolo che compete per il Brasile alla corsa agli Oscar, tra le opere più cinematografiche che siano state prodotte negli ultimi anni e che mostra come pur volendo raccontare di storie drammatiche in contesti reali (la dittatura militare brasiliana degli anni Settanta) c’è sempre spazio per l’uso di un’immaginazione sfrenata. La stessa che si alterna alla trama più prettamente storica e seriosa del film di Mendonça Filho, con un Wagner Moura magnetico, vincitore per la sua interpretazione al festival di Cannes. In sala in Italia arriva dal 29 gennaio 2026.
Peggior film - Un film Minecraft di Jared Hess
Pur consapevoli della quantità di soldi che ha incassato (e dunque anche al quantitativo di persone che sono andate a vederlo), è impossibile non considerare Un film Minecraft il punto più basso del 2025. Anzi, proprio perché in grado di attirare gente per la popolarità del videogioco da cui è tratto, sarebbe stato il caso che il blockbuster diretto da Jared Hess avesse avuto almeno la correttezza di realizzare un’opera che non fosse solamente un’accozzaglia di sequenze idiote che non si basano su alcuna struttura narrativa e che vogliono far ridere con le battute più becere. Non sorprende che, influenzato dall’anarchia sciocca del film, il pubblico abbia avuto reazioni sconsiderate in alcuni cinema statunitensi, sporcando le sale o portando addirittura dentro delle galline vive. Comportamenti non prevedibili, certo, ma in linea con l’offerta del blockbuster. Di cui, purtroppo, ci aspetta un sequel.
Migliori performance - After the Hunt di Luca Guadagnino
L’ensemble di After the Hunt di Luca Guadagnino mette a confronto la grandezza della Hollywood incastonata nella roccia con una Julia Roberts inattaccabile a cui riesce a tenere perfettamente testa una giovane conferma (più che promessa) del panorama internazionale come Ayo Edebiri. È nello sguardo la potenza con cui l’attrice sfida la sua mentore e amica interpretata dalla diva americana. Ma non c’è da dimenticare la naturalezza di un Andrew Garfield che sparisce dentro la spontaneità del suo ambiguo Hank, scivolandoci all’interno e lasciando fare il resto al personaggio. Interpretazioni che riescono a stare dietro alla sceneggiatura fitta scritta da Nora Garrett e che sostengono con elusività il mistero che è al centro del film.
Migliori costumi - After the Hunt di Luca Guadagnino
Non i merletti di Frankenstein, né la fantasie eccentriche di Yorgos Lanthimos. Il film più stiloso del 2025 è lo stesso che ha le migliori performance: sempre After the Hunt di Luca Guadagnino. Che non solo fa del gusto Yale, l’università che è palcoscenico della storia, la direttiva con cui abbigliare i suoi personaggi, ma fa in modo che anche i vestiti parlino di loro, descrivano il loro sentire, le sensibilità e diventino persino l’espressione del doppio quando riguarda le personagge interpretate da Julia Roberts e Ayo Edebiri. Una storia che non viene raccontata a parole, ma tramite forme, colori e tessuti.
Miglior serie - The Studio e Pluribus
Non dividiamo in miglior serie comica e miglior serie drammatica, ma ci concediamo un ex equo. Da una parte la frenesia dei corridoi hollywoodiani nella The Studio creata da Seth Rogen e Evan Goldberg. Dall’altra l’arrivo degli alieni sulla terra con la folgorante Pluribus. Che in fondo, con entrambe, si hanno gioie e dolori. Ma la domanda che si potrebbe porre è: è un caso che gli show più belli dell’anno siano tutti e due di AppleTV+? Non crediamo proprio.
Miglior film italiano - Le città di pianura di Francesco Sossai
Un piccolo gioiello che è stato in grado di scalare le vette del successo non solo di critica, ma anche di pubblico. Le città di pianura di Francesco Sossai è rimasto nella top 10 degli incassi italiani dopo la sua uscita in sala, ritagliandosi uno spazio nel panorama italiano e, soprattutto, nel cuore di tutti gli spettatori che hanno sperato, un giorno, di poter incontrare sulla propria strada Doriano e Carlobianchi. Un road movie in cui si è troppo vecchi ormai per poter crescere e quindi si va, fino alla prossima bevuta. Speriamo perciò che ce ne saranno delle altre, sempre col tocco di un autore come Sossai.
Miglior documentario - Tardes de Soledad di Albert Serra
I Cahiers du cinéma lo hanno messo al primo posto della loro classifica annuale. Tardes de Soledad, documentario di Abel Serra, è l’elogio alla tauromachia dell’autore che riprende nei suoi pomeriggi di solitudine il giovane torero Andrés Roca Rey, un eroe della corrida di cui si susseguono con voluta monotonia i momenti di spettacolo. Un solo mantello a dividere la vita e la morte, dove con nessuna parola ma molte immagini, spesso simili, diventa chiaro tantissimo: il mito del torero, che tipo di esistenza si trascorre, perché lo si fa e quanto è alta la posta in gioco. Scene estenuanti come gli istanti che Andrés Roca Rey vive, insostenibili quando indugiano sugli animali. Un documentario dove l’immagine diventa esperienza diretta per lo spettatore.
Miglior esordio - Diciannove di Giovanni Tortorici
Quando si sceglie di mettere in scena un racconto quasi autobiografico non è detto che i risultati vadano per il meglio. È andata però incredibilmente bene a Giovanni Tortorici, che con il suo debutto Diciannove ha riportato dei suoi anni da fuori sede e della ricerca di un obiettivo ai tempi dell’università, tradotto in forme ed immagini innovative nella loro semplicità. Una commistione di idee che sembrano non c’entrare l’una con l’altra e che invece, spezzettando alla perfezione la natura ancora da plasmare del protagonista, finiscono per darne un quadro chiaro e dalla firma irriverente che fanno del film un’opera nevrotica e entusiasmante. Divertente senza dubbio. Promettente per ciò che si attende da Tortorici.
Miglior trilogia - Sex, Love, Dreams di Dag Johan Haugerud
Sex. Love. Dreams. Tre capisaldi delle relazioni umane e dal 2025 anche trilogia completa del regista e sceneggiatore norvegese Dag Johan Haugerud. Aspetti dei rapporti umani resi film e trattati con una delicatezza che l’autore non dimentica in nessun titolo. Sullo sfondo Oslo a fare da fedele bacino dei suoi personaggi, mentre sono alle prese con il sesso, con l’amore e con i sogni.
Miglior sequel - 28 anni dopo di Denny Boyle
Danny Boyle ha dimostrato che si può fare cinema di sperimentazione tornando sui passi di un suo film giù cult nel 2002. Nel riprendere le vicende di 28 giorni dopo, con in mezzo le 28 settimane dopo diretto da Juan Carlos Fresnadillo, il regista britannico usa gli smartphone, gioca di montaggio e cambia continuamente texture alle immagini. 28 anni dopo è un ritorno pionieristico sulla malleabilità della materia filmica e i suoi usi e consumi di produzione cinematografica. In cui viene inserito un coming of age dove affrontare la vita, la morte e il cammino che c’è in mezzo, sceneggiato da uno storico collaboratore di Boyle, Alex Garland.
Miglior horror - Black Phone 2 di Scott Derrickson
E se dicessimo che il miglior horror dell’anno non è Weapons? Che non è nemmeno Bring Her Back? Zitto zitto, di soppiatto, Black Phone 2 di Scott Derrickson abbandona un po’ dell’alone commerciale del primo film basato sul romanzo di Joe Hill e acquista di compenetrazione tra analogico e digitale facendo come tornare il regista ai tempi del suo Sinister. Una scelta audace, che lascia alla paura di agire più sull’ignoto che solo sul suo cattivo il Rapace e, per questo, conduce con terrore nei territori del perturbatile. Un ritorno ammirevole, un horror in cui perdersi nel confine liminale tra inconscio e realtà.
Peggior horror - Five Nights at Freddy’s di Emma Tammi
Non era bastato Five Nights at Freddy’s, è servito fare anche Five Nights at Freddy’s 2. E nel prossimo futuro dovrebbe arrivare anche Five Nights at Freddy’s 3. Fermare gli animatronic assassini sembra impossibile. Come impossibile è la pochezza di scrittura e spirito di questa saga horror basata sull’omonimo videogioco.
Miglior intervallo - The Brutalist di Brady Corbet
Per questo premio non servono grandi spiegazioni: il miglior intervallo va a The Brutalist. Perché non ci saremmo mai aspettati, in tre ore e mezza di film, un intervallo di quindici minuti impresso nella pellicola assistito da una colonna sonora da Oscar firmata Daniel Blumberg.
Miglior blockbuster - Thunderbolts* di Jake Schreier
Sembra una frase assurda a cui non pensavamo saremmo mai arrivati, invece la Marvel ha bisogno di aiuto, talmente disperata da aver persino annunciato il ritorno di Steve Rogers aka Captain America in Avengers: Doomsday. L’universo messo in piedi da Kevin Feige sembra arrivato al collasso, per questo, con un piccolo gesto di solidarietà, assegniamo a Thunderbolts* il premio per il miglior blockbuster del 2025, un underdog (da milioni di dollari) dell’anno cinematografico e sorpresa nell’ambito dei cinecomics. Ciò che serviva al MCU in questo momento con un pubblico che, però, ha ormai perso interesse e fiducia, lasciando indietro un racconto di squadra e superamento della depressione come non ci si sarebbe aspettato da un film non tanto di supereroi, quanto della giocattolosa Marvel.
Miglior miniserie - Adolescence
Quattro episodi, un piano sequenza a puntata che non è manieristico ma integrato al racconto, e la promessa di un futuro talento come Owen Cooper. Adolescence è diventato un fenomeno di Netflix che non è destinato a venir dimenticato, ma a fare scuola quando si tratta di unire la ricercatezza formale al contenuto, lo stile alla qualità della storia. La vicenda di un ragazzino accusato di aver ucciso una compagna che non punta sul morboso, bensì sulla ricerca di risposte che ci vorrà tempo prima di riuscire a trovare. Lo stesso che tampona i personaggi nell’unica ripresa che viene riservata ad episodio, per un prodotto lodevole che ha meritato tutto il trionfo che ne è derivato.
Miglior colonna sonora (o anche: miglior film sui vampiri) - Sinners di Ryan Coogler
Nonostante l’anno sia partito col Nosferatu di Robert Eggers, è Sinners il detentore del miglior film sui vampiri, che possiamo anche allargare a miglior film patchwork che mette insieme tante anime eppure - e nonostante il suo rischiare di straboccare riesce a contenerle tutte. Si va dall’horror alla cultura statunitense e afroamericana, passando infine dalla musica come porta tra i vari mondi fino al gangster movie. A spiccare, per forza di cose, la colonna sonora di Ludwig Göransson, fido compositore del regista Ryan Coogler, qui in una veste blues e graffiante.
Miglior finale - Un semplice incidente di Jafar Panahi
Secondi, non minuti. Basta così poco per far salire un brivido lungo la schiena. È ciò che accade sulla scena di chiusura di Un semplice incidente del maestro Jafar Panahi, Palma d’oro al festival di Cannes e opera che, ancora una volta, affronta le ingiustizie del regime iraniano. Per tutta l’opera i protagonisti si confronteranno con degli interrogativi morali di fronte alla possibilità di ritrovarsi con il carnefice che li ha seviziati mentre erano in carcere, dovendo scoprire se la persona che hanno davanti sia davvero l’uomo e, in caso, come agire. Un passato che non si stacca mai dai personaggi e quella scena finale ne è la prova. Quello che sta accadendo, il suono che si sta sentendo, sarà vero? Sarà falso? Sarà stato tutto reale? È lì che il film finisce e che iniziano i tormenti degli spettatori.
Miglior film d’animazione (ma anche miglior canzone e miglior fenomeno del 2025): KPop Demon Hunters di Maggie Kang e Chris Appelhans
Per quanto l’entusiasmo che proviamo attorno a KPop Demon Hunters sia più moderato di quanto è accaduto nel resto, si può dire, del mondo, è impossibile non assegnare un posto al film d’animazione con più visualizzazioni nella storia di Netflix. Il film è stato un fenomeno popolare che ha confermato quanto la cultura del K-Pop sia non solo sempre più predominante nel mercato, ma in grado ormai di parlare anche ad un pubblico vasto. Con la musica che si fa linguaggio universale in una storia di caccia ai demoni e accettazione di se stessi. E perciò «we're goin' up, up, up, it's our moment», con Golden nelle orecchie e il potere del pop come arma per sconfiggere i cattivi.
































































