
Volare in aereo diventarà un lusso? Bernard Arnault investe 800 milioni nell'aviazione privata
Forse la moda di lusso starà arrancando ma i viaggi di lusso vanno fortissimo. Lo sa Bernard Arnault che, tramite L Catterton, la sua società di private equity, ha investito 800 milioni di dollari in Flexjet, secondo operatore al mondo nel settore dell’aviazione privata. L’operazione riflette la crescente attrattiva del mercato dei voli privati, che continua a registrare una forte domanda a livello globale, soprattutto tra i clienti di fascia alta. All’interno del round di finanziamento hanno partecipato anche KSL Capital Partners e il gruppo bancario J. Safra Group – presenza che conferma l’interesse degli investitori istituzionali verso il settore dell’aviazione privata, considerato oggi uno dei canali più solidi del comparto lusso. L’investimento consentirà a Flexjet di consolidare la propria offerta nel segmento premium, ampliando i servizi su misura per la clientela, introducendo esperienze personalizzate ed eventi riservati ma soprattutto stabilendo un nuovo ruolo come marchio lifestyle e, presumibilmente, iniziando un misurato ingresso nel crescente ecosistema dedicato ai viaggi di lusso che sta prendendo forma dentro l’impero di Arnault che ha investito negli ultimi anni anche in treni, alberghi e spa. Attualmente, Flexjet dispone di una flotta di 300 aeromobili e ha annunciato un piano di espansione nel mercato europeo: un nuovo terminal privato a Londra e una collaborazione con il cantiere nautico Ferretti Group per la progettazione di interni per jet privati ispirati agli yacht di lusso.
Questa espansione riflette, come si diceva, il boom dei voli privati, verificatosi durante la pandemia da Covid-19, cresciuto grazie al modello dell’aviation frazionale, cioè un modello quasi di “multiproprietà” che consente ai clienti di accedere a jet privati senza l’onere della proprietà diretta. Ma questa crescita del mercato, che si manifesta anche come una crescita di pezzi, non riguarda solo ricchi e ultra-ricchi ma tutti i passeggeri europei. Secondo dati pubblicati dall’Unione Europea a fine del giugno scorso, e relativi all’anno precedente, nel 2024, il trasporto aereo nel contiente è tornato quasi ai livelli pre-pandemia. Pur registrando ancora lievi cali rispetto al 2019 nei primi mesi dell’anno, da maggio in poi le diminuzioni sono state inferiori al 5%, con agosto che ha segnato il gap più basso (-3,5%). Complessivamente, sono stati trasportati quasi 1,1 miliardi di passeggeri, con un incremento dell'8,7% rispetto al 2023. Tutti i Paesi dell’UE hanno registrato una crescita del traffico passeggeri, con picchi in Ungheria (+19,2%), Cechia (+18,9%) ed Estonia (+17,8%). Tutti dati che confermano come il traffico aereo europeo sia ormai vicino al pieno recupero rispetto ai livelli pre-Covid. Eppure c’è un problema sempre più difficile da ignorare: il costo dei voli aerei.
The era of cheap flights in Europe really does seem to be over. Tougher carbon-pricing rules (ETS) coming in from 2024-26. Then net zero by 2050, costing airlines an estimated €820 billion. "Demand destruction" is inevitable, and part of the plan.https://t.co/wk9TSSZgyG pic.twitter.com/IFwxecBj5H
— Wessie du Toit (@wessiedutoit) May 27, 2023
Secondo le stime dell’O.N.F., l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, solo il 43,2% degli italiani andrà in vacanza quest’anno. E si tratterà, nella maggior parte dei casi, di vacanze brevi: il 54% di chi partirà ha scelto un soggiorno tra i 3 e i 5 giorni, spesso contando sull’ospitalità di amici o parenti. Tra le principali ragioni di questa scelta c’è l’incremento del costo del trasporto aereo. I rincari più consistenti riguardano i voli internazionali e all’interno dell’Europa: il prezzo medio di un biglietto economy andata e ritorno è aumentato del 14% rispetto al 2024, con addirittura punte del +18% come sulla tratta Roma-Atene. Anche volare in Italia è più caro: si registra un aumento medio del 13%, con picchi significativi su alcune rotte, come Milano-Palermo (+17%) e Milano-Olbia (+16%). Le compagnie aeree spiegano questi rialzi con la crescita della domanda e l’incremento dei costi operativi, ma in realtà non si tratta solo di dinamiche di mercato. Le tensioni internazionali e i conflitti armati stanno modificando radicalmente le rotte aeree, costringendo i vettori a evitare intere aree considerate ad alto rischio. Una dinamica che porta a tragitti più lunghi, maggior consumo di carburante e un impatto ambientale più pesante.
@irenepila_ 180€ se vuoi pure il pilota. #aereo #ironia #prezzi #lowcost #viaggiare suono originale - user66177674109
Attualmente ci sono diversi spazi aerei interdetti nel mondo. Il cielo sopra l’Ucraina e una vasta parte sopra la Russia sono chiusi a causa della guerra. In Medio Oriente si sorvolano con cautela, o si evitano del tutto, paesi come Siria, Iraq e Iran. Più a est, si registrano deviazioni anche su alcune zone del Pakistan e dell’India con un risultato evidente: un volo, come ad esempio Helsinki-Tokyo, può impiegare fino a tre ore e mezza in più rispetto al passato, con la conseguenza di costi sempre più alti. Secondo una recente analisi citata dal Post, alcune rotte tra Europa e Asia richiedono deviazioni che comportano un aumento dei costi compreso tra il 19% e il 39%, con un impatto sulle emissioni di anidride carbonica che può variare tra il 18% e il 40%, a seconda del modello di aeromobile utilizzato.
Volo in Sardegna con aeroitalia tariffa per bagaglio a mano 40€ a tratta, stiva 90€ a tratta, totale oltre 350€. Soluzione? 150€ (vi devono mangiare i coccodrilli) con borsa piccola e spedizione bagaglio corriere qualche giorno prima, andata e ritorno €50. Ryanair 3€ meno.
— MartaCene (@egos23) July 16, 2025
A pesare ulteriormente sul costo dei voli futuri sarà anche la transizione verso carburanti più sostenibili. Dal 2025, infatti, entreranno in vigore nell’Unione Europea e nel Regno Unito i primi mandati sull’utilizzo di SAF (Sustainable Aviation Fuel), con un obbligo minimo del 2%, destinato a salire nei prossimi anni. Secondo un'analisi di ING Think, il SAF può costare fino a tre volte di più rispetto al cherosene tradizionale e, dato che il carburante rappresenta il 25% dei costi operativi, un blend medio del 10% entro il 2030 potrebbe far salire i costi operativi del 2,5–5% – trasferendosi in un rincaro stimato del 3–4% sui prezzi dei biglietti entro il 2030. In un mondo attraversato da conflitti, crisi economiche e scommesse sul futuro volare non sarà più solo una questione di distanza o di tempo. Sarà un riflesso della fragilità globale e, sempre più spesso, saremo costretti a rimanere a terra.














































