
City Guide per creativi a Milano Cinque luoghi per scoprire la città al di là degli stereotipi turistici
Pensiamo di conoscere tutto delle nostre città, ma, in realtà, c’è sempre qualcosa dietro l’angolo che ci sfugge. Il palcoscenico urbano diventa un enorme luogo di ricerca, di lavoro, di relax cosciente, o di shopping consapevole. Nasce così la City guide per creativi: una lista a metà tra kit di sopravvivenza e mappa alternativa per chi vive o attraversa le città con sensibilità, immaginazione e senso critico. Un progetto pensato per chi lavora nelle industrie creative o semplicemente si riconosce in ritmi, spazi e certi silenzi lontani dal caos turistico. Partiamo da Milano per suggerire cinque luoghi capaci di restituire profondità, pausa, visione. Questa guida non è una lista di posti da spuntare come una to do list meccanica, ma un invito a rallentare, osservare e scegliere dove fermarsi anche solo per un pomeriggio. Per chi crea, disegna, scrive o semplicemente immagina, abitare Milano oggi significa cercare luoghi che assomigliano al proprio modo di stare al mondo. Luoghi dove si lavora meglio, si pensa con più calma o ci si sente meno fuori posto. Anche se potrebbe sembrare poco accogliente, l'estate è la stagione giusta per scoprire Milano da vicino.
Galleria Massimo De Carlo
A due passi da Città Studi, in una zona molto tranquilla che ricorda una Milano di altri tempi, lo studio/galleria di uno dei più importanti galleristi del mondo, Massimo De Carlo, si trova nell’iconica casa Corbellini-Wassermann progettata da Pietro Portaluppi a metà degli anni '30, un incredibile e meraviglioso esempio di Razionalismo Italiano - chi pensa che le gallerie milanesi siano tutte uguali non ha mai suonato il campanello al numero 17 di viale Lombardia. Massimo De Carlo ha trasformato una casa borghese in un luogo dove l’esperienza espositiva viene vissuta, anche dai meno esperti, come un vero e proprio collezionista. In questo ambiente rilassato e silenzioso, capita di ritrovarsi da soli e godersi per ore le mostre, gratuite, con un eccezionale e elegantissimo gusto nella selezioni di artisti internazionali ed un incredibile capacità di anticipare di molti anni gusti e trend, che danno l’impressione di essere sintonizzati nei cambiamenti dell’arte Contemporanea (basti pensare alla mostra di Shannon Cartier Lucy, del 2022, The secret ingredient è la morte, oppure a quella in corso di Jenna Gribbon, Rainbow in shadows, visitabile fino al 6 Settembre).
Micamera Isola
Nel cuore di Isola, tra caffè-coworking e barberie, resiste un luogo in cui la fotografia è ancora una cosa seria. Micamera è una libreria-galleria che ragiona per immagini, ma senza dimenticare le parole giuste. È uno spazio felice: la ricerca e il focus sulla fotografia fanno sì che la possibilità di perdersi nel far ricerca diventi un vero atto di liberazione, di lancio nel buio, ma con una macroarea ben chiara. Oltre ad una vastissima selezione di libri, lo spazio stesso invita a restare grazie a comode poltrone e a un colto e gentilissimo personale che non vede l’ora di dare una mano. Inoltre, la libreria organizza mostre e si attiva come un’agenzia, supportando e dando una mano a creativi nella realizzazione del proprio oggetto editoriale.
Giardini della Triennale
La città del design diventa più sincera quando si concede qualche errore di prospettiva. I Bagni Misteriosi e quella porzione surreale di Parco Sempione sembrano usciti da un sogno e la sensazione oggi è che vivere dentro un sogno sarebbe il modo migliore per affrontare il presente. Parco Sempione è un luogo che accoglie in estate e può trasformarsi anche in un momento per ripercorrere uno spaccato della storia dell’arte dello scorso secolo. Tra il Teatro Continuo di Burri e la fontana di Giorgio De Chirico, il parco ospita ancora frammenti della grande utopia della Triennale del ’73. Lì dove una volta si poteva galleggiare tra installazioni effimere e strutture aperte al pubblico, oggi rimane un’eco di quell’idea : l’arte come spazio da abitare, non solo da osservare. I disegni dei Bagni Misteriosi furono concepiti da De Chirico per una messinscena del Martirio di San Sebastiano di Cocteau, e anche solo questo dettaglio basterebbe a ricordarci che Milano, quando vuole, può ancora far sognare.
Issey Miyake Store
Non tutta via Napoleone parla allo stesso pubblico. In una stradina silenziosa a due passi dal Quadrilatero, il flagship di Issey Miyake sembra progettato per chi non ha fretta. Spazio e abiti dialogano con equilibrio, con molto silenzio e molto rispetto per il brand fondato dall’omonimo genio giapponese - scomparso nel 2022 - che nel 1976 conquistò la copertina del Time. Progettato da Tokujin Yoshioka, il negozio è pensato più come un luogo di ascolto che di commercio: invita chi passa a sedersi, esplorare, toccare e provare finché non si trova la seconda pelle perfetta, plissettata.
Cinema Godard
Potrebbe sembrare un suggerimento ovvio, ma non lo è. La Fondazione Prada è spesso percepita come set da sfilata, simbolo di gentrificazione o museo di tendenza - eppure, prima di tutto, è stata pensata come un dono alla città. Per rendersene conto basta fare un passo indietro e uscire dal circuito delle mostre: gli spazi esterni sono pubblici, accessibili senza biglietto, perfetti per una pausa al Bar Luce in attesa del nostro film. Il consiglio è semplice: tenete d’occhio la programmazione del Cinema Godard, che prosegue fino al 13 luglio. Progettato dal team OMA/AMO guidato da Rem Koolhaas, il cinema della Fondazione non è solo una sala, è un manifesto su come si guarda un film oggi. Prezzi accessibili, agevolazioni per studenti e una selezione curata con rigore rendono questo spazio uno dei segreti meglio custoditi della cultura milanese. Voluto fortemente da Miuccia Prada, il progetto ha avuto il coraggio di immaginare una nuova Milano partendo da una delle sue zone più dimenticate. E ci è riuscito, senza mai smettere di parlare anche a chi ha poco da spendere ma molta voglia di pensare.














































