
Palazzo Marino ha dichiarato il Quadrilatero zona a traffico limitato
Da oggi niente più Lamborghini in Via Montenapoleone
13 Maggio 2025
Cos’è Via Montenapoleone senza la sfilza di sports-car appariscenti parcheggiate di fronte alle boutique? Era già stato annunciato nel 2023, ma ora sembra che il Comune di Milano sia realmente intenzionato a rimuovere una delle componenti più riconoscibili — e fotografate — della shopping experience nel Quadrilatero della Moda, avviando una trasformazione destinata a cambiare radicalmente la viabilità e, di riflesso, l’immaginario stesso della zona. Secondo quanto riportato da MF Fashion, da oggi 13 maggio è ufficialmente entrato in vigore il nuovo provvedimento che rende tutte le vie del lusso milanese una ZTL a traffico limitato permanente, con alcune deroghe temporanee principalmente riservate ai veicoli commerciali. Dopo un lungo iter fatto di consultazioni, proteste e modifiche, la misura — annunciata mesi fa ma più volte posticipata per consentire ulteriori confronti con residenti, commercianti e operatori — è ora attiva 24 ore su 24 e riguarda le principali arterie del lusso cittadino: da via Manzoni a via Senato, passando per via San Damiano, corso Monforte, via Cino del Duca, fino all’area pedonale di corso Vittorio Emanuele. Il progetto si inserisce in un piano più ampio di pedonalizzazione del centro storico, che punta a ridisegnare l’area compresa tra il Castello Sforzesco e Corso Venezia entro il 2027, con l’obiettivo dichiarato di ridurre il traffico privato, abbattere le emissioni e migliorare la qualità urbana.
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Un obiettivo certamente condivisibile sul piano ambientale e sociale, ma che rischia di andare contro una delle logiche fondative della shopping experience milanese di alta gamma: quell’insieme di spettacolarizzazione, esclusività e immediatezza che trasforma l’acquisto in una performance pubblica. Togliere le supercar dal Quadrilatero significa infatti togliere parte di quel “paese delle meraviglie” visivo che per molti turisti e clienti internazionali rappresentava il primo impatto emotivo con il lusso italiano. La nuova regolamentazione consente l’accesso solo a residenti, mezzi autorizzati, veicoli elettrici o a basse emissioni, introducendo fasce orarie ben precise per le attività logistiche e prevedendo sanzioni automatiche in caso di violazione. Di fatto, a meno che i clienti delle boutique non risiedano nelle vie interessate, da oggi non sarà più possibile vedere l’abituale parata di Porsche, Lamborghini e Ferrari nel cuore della moda milanese. Un’immagine destinata a scomparire, con ripercussioni non solo estetiche ma anche potenzialmente economiche.
l’organizzazione dei mezzi a milano è indecente, metro che chiude alle una, tram e bus che passano ogni mezz’ora, taxi introvabili… ho avuto fortuna ma essendo una ragazza da sola ho avuto paura per questa situazione, non è normale
— Mavi (@mavipilli) July 14, 2024
Le motivazioni alla base del provvedimento sono comprensibili e si allineano alle trasformazioni sostenibili in corso nelle grandi capitali europee. Tuttavia, viene naturale domandarsi se queste siano davvero le priorità più urgenti per Milano in questo momento storico. Tra una crisi cronica dei trasporti pubblici, sentita in maniera trasversale in ogni quartiere della città, un malcontento crescente per la gestione degli spazi pubblici — divisi tra cittadini storici e nuovi residenti altospendenti — e un fenomeno di gentrificazione accelerata a Milano Sud, la scelta di intervenire proprio sul Quadrilatero solleva più di un interrogativo. La preoccupazione è che, in questo nuovo scenario, molti clienti UHNWI (Ultra High Net Worth Individuals) — abituati a muoversi in auto privata o con servizi di noleggio con conducente — possano sentirsi scoraggiati dal vivere l’esperienza di shopping a Milano. E considerando che proprio questi clienti rappresentano la fascia più strategica per le Maison del Quadrilatero, non si tratta di una questione secondaria. Sebbene Milano si sia affermata nell’ultimo anno come uno dei nuovi epicentri dell’ultra-lusso mondiale, l’impressione è che l’amministrazione stia faticando a conciliare la Milano che era, con la Milano che sarà.