Esistono tradizioni natalizie piuttosto strambe In molti Paesi la festività va ben oltre il classico albero di Natale

Certe usanze natalizie, come addobbare l’albero o allestire il presepe, sono ormai comuni in gran parte dell’Occidente, ma accanto a queste tradizioni consolidate ne esistono altre meno conosciute e spesso legate a singole aree geografiche – eppure altrettanto sentite da chi le pratica.

Che film si guarda a Natale?

Per esempio, in diversi Paesi le reti televisive nazionali tengono viva la tradizione natalizia riproponendo ogni anno determinati film, ciascuno legato alle festività per atmosfera, ambientazione o temi raccontati. In Italia la sera della vigilia molte famiglie si riuniscono davanti alla televisione per rivedere Una poltrona per due, il film del 1983 diretto da John Landis con Eddie Murphy e Dan Aykroyd. Trasmesso da Italia 1, Una poltrona per due è diventato praticamente parte di un rito collettivo – non a caso gli ascolti si mantengono alti ogni anno, pur non essendo un titolo natalizio in senso stretto.

In Francia, invece, dagli anni Ottanta la vigilia è associata alla commedia Le père Noël est une ordure, ambientata in un centralino dedicato a chi cerca aiuto in momenti difficili. In Australia la tradizione vuole che a Natale si riguardi la pellicola del 1983 Bush Christmas, mentre in Giappone il film più rappresentativo di questo periodo è I padrini di Tokyo, che segue tre senzatetto alle prese con una neonata trovata per strada la notte del 24 dicembre.

Perché in Giappone a Natale si va da KFC

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Restando in Giappone, un’altra consuetudine ha assunto grande popolarità a Natale ha a che fare con KFC: il 25 dicembre oltre tre milioni di persone scelgono di cenare nella nota catena di fast food statunitense. Alcuni locali aprono le prenotazioni fin da novembre, ma nonostante questo è comune vedere file molto lunghe davanti ai ristoranti più frequentati.

Questa abitudine risale al 1970, quando venne aperto il primo punto vendita di KFC nel Paese – a Nagoya, nella parte centrale del Giappone. Si racconta che, dopo aver sentito uno statunitense che viveva in città lamentarsi dell’assenza del tradizionale tacchino natalizio, il proprietario del locale pensò di proporre il tipico pollo fritto di KFC come sostituto, realizzando così una campagna promozionale ad hoc. L’idea attecchì rapidamente, favorita anche dal fatto che in Giappone non esistevano tradizioni cristiane specifiche legate al Natale, e il marchio finì per essere associato alla festività.

Le tradizioni natalizie del Nord e dell'Est Europa

Non tutti sanno che nei Paesi nordici, durante le festività, è molto diffusa la tradizione della cosiddetta “capra natalizia”, un simbolo che affonda le proprie radici nelle antiche tradizioni germaniche e nei racconti legati al dio Thor, che secondo alcune storie viaggiava su un carro trainato da due capre volanti. Oggi la "capra natalizia" compare in versioni decorative da appendere all’albero, ma alcune città costruiscono installazioni monumentali di paglia o legno. La più famosa è quella di Gävle, in Svezia, realizzata per la prima volta nel 1966 e diventata talmente celebre che viene sorvegliata giorno e notte per prevenire atti vandalici.

Nell’Europa orientale il periodo natalizio è accompagnato da usanze molto radicate e spesso legate a racconti popolari. In Ucraina è da tempo diffusa l’idea che per Natale decorare la propria abitazione con ragnatele finte porti fortuna. La tradizione nasce da una leggenda secondo cui dei ragni, mossi a compassione per una famiglia troppo povera per addobbare l’albero, lo ricoprirono di fili che al sorgere del sole si trasformarono in oro e argento. In Repubblica Ceca e in Slovacchia, invece, il piatto principale del pranzo di Natale è la carpa, e dopo averla servita alcune squame del pesce vengono conservate nel portafogli con la convinzione che possano garantire prosperità e buona sorte per l’anno successivo.