Il 2026 sarà l'anno dell'intellettuale? Cercasi club di lettura performativo

Il 2026 segna la fine dei trend demenziali?

A inizio dicembre la pagina Instagram ufficiale Italian Brainrot ha pubblicato un reel con le tombe di tutti i protagonisti di una delle trovate più nonsense degli ultimi anni. I vari Tralalero Tralallà, Bombardiro Cocodrilo e Tung Sahur scompaiono davanti alle loro lapidi con la data di nascita e di morte: entrambe il 2025. Preso così, il reel sancisce la morte ufficiale dell’Italian Brainrot a un anno dalla sua nascita, slegando il 2026 da questi trend demenziali e proiettando l’anno venturo in un mondo, apparentemente, senza trend idioti. Se il biennio 2024-2025 è stato quello del brain rot e del doomscrolling, il 2026 si prefigura come l’inizio di un periodo più ricercato.

Il successo dei club di lettura e di Substack

@maisiehpeters my ten fav books of the year!!!! in no particular order, these are my top reads, i hope it inspires someone to pick up one of these beautiful books #booktok original sound - maisie peters

I dati parlano chiaro: secondo NBC News, gli eventi legati ai book club su Eventbrite sono aumentati del 31% nel corso del 2025. I silent book club, gli eventi in cui ci si incontra per leggere in silenzio prima di socializzare, sono più che raddoppiati e il 79% di Gen Z e Millennials intervistati da Eventbrite ha dichiarato di cercare eventi che combinino sempre più interessi intellettualmente e manualmente stimolanti. Non più il classico club di lettura, ma serate che ad esempio mescolino libri con degustazioni di vino.

Un altro indizio è la crescita costante e impressionante di Substack. A marzo 2025, la piattaforma aveva superato i 5 milioni di abbonamenti a pagamento, con le iscrizioni totali attive raggiungevano i 35 milioni e più di 50 mila scrittori che guadagnavano dalla piattaforma. Questo successo sembra voler dire che l’approfondimento culturale e contenuto long-form stia effettivamente ripagando, tanto che, secondo un’analisi di Social Media Pro, i contenuti più lunghi stanno superando quelli brevi nelle metriche che contano (ossia la completion rate: commenti, condivisioni e salvataggi).

I trend intellettuali 

A portare ancora acqua al mulino dell’intellettualismo in salsa 2026 c’è il fenomeno del performative male, esploso la scorsa estate e già candidato a diventare uno degli archetipi più discussi di questi anni. Il ragazzo con la tote bag della libreria indipendente, il matcha ghiacciato in mano, le cuffie con il filo (mai wireless), un libro di Bell Hooks o Sally Rooney strategicamente in vista è letteralmente spopolato, un po’ come meme un po’ per davvero.

Negli Stati Uniti si sono tenuti veri e propri contest del performative male,  con tanto di buono da spendere in libreria per i vincitori. Il fenomeno va oltre la satira, raccontando qualcosa di più profondo sulla mascolinità contemporanea e su come l’intellettualismo sia diventato un modo per posizionarsi socialmente. Poco importa se il libro lo si legge davvero o se è lì per Instagram, l'importante è che ci sia. 

Al boom dell’intellettualismo social ha contribuito ovviamente la pop culture  e i suoi protagonisti. Dua Lipa, per esempio, ha lanciato il Service95 Book Club, un podcast letterario che la vede conversare con autori come Margaret Atwood, Emma Cline, David Szalay, mentre la top model Kaia Gerber ha lanciato Library Science. Jacob Elordi si fa paparazzare spesso in giro intento a leggere oppure con un libro nelle tasche dei pantaloni, mentre TikTok ha annunciato di voler pubblicare libri. 

La domanda sorge spontanea: tutto questo rappresenta un genuino ritorno all’approfondimento culturale, o si tratta solo dell'ennesimo trend? Dopo anni di chaos totale, di Italian Brainrot e skibidi toilet, di contenuti progettati per durare 15 secondi nella memoria, sembra proprio che la pendolarità culturale stia oscillando verso un altro estremo. Non verso una genuina fame di conoscenza, ma verso il fascino extra-temporale di chi posa con un libro in mano. Poi ognuno continuerà a fare doomscrolling in silenzio, ma con una tote bag del New Yorker alla spalla.