
Perchè i super-ricchi vogliono yacht sempre più grandi Così grandi, che a volte non riescono nemmeno ad attraccare nei porti
Negli ultimi anni, il settore degli yacht di lusso è cresciuto molto, soprattutto dopo la pandemia, e al contempo le dimensioni delle imbarcazioni sono diventate ancora più grandi. Questa tendenza è dovuta alle richieste di una clientela molto facoltosa che, grazie al proprio potere economico, condiziona in modo significativo un mercato relativamente di nicchia; sempre più clienti privilegiano spazi più ampi anche perché garantiscono comfort e privacy durante i viaggi in mare. La cucina, ad esempio, viene richiesta via via più estesa in modo da permettere la preparazione di pasti di qualità e ospitare il personale di servizio, soprattutto quando si devono servire decine di persone. Ma dimensione elevata dell'imbarcazione contribuisce anche ad offrire una maggiore stabilità e affidabilità durante la navigazione. In genere quelli che vengono considerati "superyacht" o “megayacht” superano i 40 metri di lunghezza, anche se non c’è una misura standard per classificarli; in alcuni casi le dimensioni raggiungono persino i 100 metri – come lo yacht di Bernard Arnault, chiamato Symphony. Qualche anno fa in Italia era scoppiato un caso legato all’imbarcazione dell’amministratore delegato di LVMH, dopo che era stata respinta la sua richiesta di attracco al porto turistico di Mergellina, a Napoli, il principale punto di approdo per le barche di grandi dimensioni in arrivo in città. Nelle settimane precedenti era successo un episodio simile anche a Barry Diller, importante imprenditore e produttore cinematografico statunitense, che aveva dovuto allontanarsi dal Golfo di Napoli con il suo veliero Eos (di circa 90 metri), dopo il rifiuto di ormeggiare nel porto. Entrambi i casi avevano suscitato un grande dibattito, ed erano stati oggetto di dure critiche, soprattutto per il mancato indotto economico legato alla presenza di yacht di questo tipo, dato che la sola tariffa di attracco arriva a costare diverse migliaia di euro al giorno.
Attirare miliardari stranieri proprietari di grandi imbarcazioni e sviluppare servizi dedicati alla loro manutenzione rientra nelle strategie di diverse città, che in questo modo puntano a valorizzare e potenziare la cosiddetta “economia del mare”. Alcune società private attive nel porto di Barcellona, ad esempio, lavorano da tempo per trasformare l’area in un hub di riferimento a livello europeo per il settore dei superyacht. Il porto è già in parte attrezzato per accogliere queste imbarcazioni, che spesso vengono “parcheggiate” lì durante le stagioni di minor utilizzo. I promotori del progetto sostengono che l’ampliamento degli ormeggi disponibili, insieme ad altri investimenti infrastrutturali, favorirà la creazione di nuovi posti di lavoro e incrementerà i flussi turistici. Eppure, secondo alcuni osservatori, questi interventi non garantirebbero benefici diffusi e reali, né un indotto economico equamente distribuito sulla città. In un’intervista al New York Times, un’ex consigliera comunale dell’amministrazione di Barcellona, Gala Pin, ha sottolineato che, sebbene il nuovo hub dedicato ai superyacht possa effettivamente attirare persone molto facoltose, nella pratica questi visitatori tendono a trascorrere le loro vacanze a bordo delle proprie imbarcazioni, senza interagire più di tanto con il tessuto commerciale della città.
This one of the biggest Super-Yacht’s in the WORLD!
— Daily Loud (@DailyLoud) March 26, 2025
Owned by the family of UAE, and worth close to $1 Billion. pic.twitter.com/ngTMpxRsWR
In genere, i superyacht presentano almeno una piscina esterna, palestre, saune, saloni di bellezza e a volte anche una piattaforma di atterraggio per gli elicotteri, tra le altre cose. Inoltre, spesso all’interno dei loro scafi ospitano altre barche da utilizzare per gli spostamenti più brevi. Per questo, i costi di acquisto variano molto: a grandi linee partono da circa 35 milioni di euro, per i modelli più compatti, e arrivano fino a quasi 300 milioni per quelli molto grandi e personalizzati – spiega un articolo della BBC. L’Italia è uno dei maggiori costruttori al mondo di superyacht: solo nel 2023 il rispettivo comparto ha registrato un fatturato di oltre 8 miliardi di euro. Nelle aziende del Paese che ogni anno producono imbarcazioni di lusso lavorano migliaia di persone, a cui si aggiungono numerosi altri occupati se si considera l’intero indotto, che comprende artigiani, designer, operai specializzati, e così via. Le società che costruiscono superyacht stanno ricevendo un numero di ordini così elevato che, in molti casi, per la consegna è necessario attendere diversi anni, a causa delle lunghe liste d’attesa. La maggior parte della clientela è statunitense. Il secondo bacino d’utenza fino a qualche anno fa era rappresentato da russi, ma le sanzioni occidentali a seguito dell’invasione dell’Ucraina hanno diminuito le vendite agli acquirenti provenienti dalla Russia. Oggi si osserva un aumento delle richieste da Paesi come la Turchia, l’Indonesia o il Messico, tra gli altri, grazie alla crescita delle rispettive economie. A farci caso, a livello globale, la crescente concentrazione di ricchezza in mano a un numero relativamente ridotto di persone molto facoltose si riflette chiaramente nel settore dei superyacht – che oltre a essere sempre di più, sono sempre più grandi.










































