5 show della Paris Fashion Week Men’s SS26 che vi siete persi La capitale francese torna a brillare
Sì, siamo fermi al primo show di Jonathan Anderson per Dior Homme. Tra colori e sperimentazione delle silhouette, piglio autoironico e intellettualismi stilistici, il designer ha annunciato il proprio ingresso nella maison francese in grande stile, conquistando l’approvazione di tutta la industry. Ma mentre gli occhi erano fermi a quella collezione, il resto della Paris Fashion Week andava avanti. Tra show politici (grazie, Willy Chevarria) e inaugurazioni museali (merci, Rick Owens e Demna), il calendario francese della moda maschile non ha deluso le aspettative di un pubblico esigente, reduce di una Milano carente di fantasia. Sono stati tantissimi i brand e i designer che sono riusciti a incarnare lo stile del 2025 in passerella quest’estate, purtroppo, però, la nostra rubrica richiede una selezione piuttosto ristretta.
Ecco, dunque, i 5 show della Paris Fashion Week Men’s SS26 che vi siete persi e che fareste meglio a recuperare.
Dries Van Noten
L’ansia e la paura di fallire non hanno impedito al nuovo direttore creativo di Dries Van Noten, Julian Klusner, di consegnare al pubblico una collezione maestosa. La sua prima da solo, dopo anni di lavoro al fianco del fondatore della maison, e la sua prima di menswear, una tappa importantissima per un brand che ha iniziato proprio dall’abbigliamento per uomo, nel 1986. Ciò che ha stupito particolarmente della collezione è stato il modo in cui Klausner non ha provato a emulare la fantasia e le stampe, la preziosa scelta dei colori di Van Noten. Forse proprio perché è cresciuto negli atelier del designer belga, la penna di Klausner ha accennato, ma non ricalcato, i design del suo predecessore. Abbinamenti cromatici esplosivi, colour-blocking e virtuosismi grafici erano pur sempre presenti, ma con un accento meno romantico e più sportivo rispetto a quanto sono abituati i fan di Dries Van Noten.
Hermès
Quando si ha bisogno della perfetta capsule per l’estate, basta lasciar fare a Véronique Nichanian. La designer, direttrice artistica del menswear Hermès dal 1988, dopo la sfilata ha detto con una grande sorriso che la collezione è stata pensata per «just a nice, cool guy in the city». Con una palette cromatica muta, evidentemente pregiata, e un gioco di proporzioni studiato nei minimi dettagli (giacca grande-pantaloni stretti e viceversa), Nichanian ha disegnato davvero cosa indosserebbe un ragazzo chic, ricco, ma alla mano, in giro per il centro. Bomber color panna, giacche di pelle marrone lucido, completi di lino stropicciati e maglie in seta e raso hanno reso la collezione sensuale, con l’aggiunta di simpatici foulard sfrangiati al collo. Le borse, tantissime, tutte oversize e cariche di particolari stilistici innovativi, hanno aggiunto praticità a look raffinati, ma rilassati. Del resto, è solo un ragazzo chill.
KidSuper
In questo momento tutta la moda ha gli occhi sulla praticità, sugli indumenti funzionali e sui risultati concreti (soldi, fatturato, ripresa). Ma anche nei momenti più bui c’è bisogno di un po’ di svago. A Parigi c’è Colm Dillane, che con la SS26 di KidSuper ha portato in passerella una buona dose di evasione e fantasia, sempre con la partecipazione delle star del calcio tanto amate dal designer americano (ciao, Mario Balotelli). Per questa collezione, Dillane ha scritto e pubblicato The Boy Who Jumped the Moon, un libro per bambini che racconta la storia del creativo, i suoi sogni da bambino e come è riuscito a realizzarli. Ma ciò che ha lasciato il segno particolarmente di questo show non è stata l’ispirazione spazio-centrica dei capi bensì la loro stupenda ilarità. È una collezione ricca, in tutti i sensi: di stampe, di ricami, di texture e di dettagli sorprendenti - come la cravatta fatta di matite o la cintura ispirata al Petit Prince. La cosa ancora più bella è che, oltre ai top a forme geometriche nei colori primari e ai libri-borsa, sembra tutto incredibilmente indossabile, tuta gialla da astronauta inclusa.
Craig Green
Se oggi parliamo di gorpcore il merito è anche di Craig Green, che unisce sportswear e sartoria, grazia e praticità con una maestria eccezionale. A un anno dal suo ultimo show (quella volta presentato a Londra), il designer inglese ha portato in passerella una collezione estremamente primaverile, nostalgica per ispirazione - i Beatles e gli anni ’60 - ma non per rendimento. Con occhi illuminati da luci LED, fazzoletti stretti tra i denti e altri vaghi riferimenti agli psichedelici effetti dell’LSD, Green ha portato in passerella abiti concettuali ma figli del loro tempo. Tutti gli indumenti più convenzionali, come i parka, la maglieria, le t-shirt, le polo e le giacche tecniche, sono stati scorporati della loro convenzionalità. Ogni elemento della collezione aveva qualcosa di strano, di ambiguo, proprio come se fosse stato visto attraverso gli occhi di una persona sotto effetto. Stampe a fiori e colori vibranti hanno ricordato davvero gli anni ’60, ma l’uso di materiali tecnici, il layering e la reinterpretazione di indumenti come la polo (un classico del guardaroba maschile e del DNA del brand) hanno reso la SS26 un fotogramma di adesso, di oggi e nel nostro bisogno di romanticizzare anche le giornate più ordinarie.
Wales Bonner
Nel 2025 non si può parlare di menswear senza menzionare Grace Wales Bonner, designer inglese che ha saputo formalizzare le sneaker senza snaturarle, il tutto centralizzando la Black culture nella moda contemporanea. La SS26 di Wales Bonner ha preso ispirazione da indumenti di altri tempi, quelli ereditati dai nonni e dai bisnonni, impreziositi e rivisitati attraverso le mani di un’abile sarta. Dettagli di uno smoking hanno contaminato indumenti ordinari, dai jeans ai completi da lavoro, e ciascuno degli abiti più scenici è stato sdrammatizzato da abbinamenti sportivi, come tracksuit a righe, fleece jacket, shorts tecnici o baggy jeans (una mossa estremamente inglese che riporta alla mente gli anni d’oro di Glastonbury). Menzione d’onore al footwear, che anche in questo show rischia di rubare la scena ad una collezione altrettanto brillante: snoafer in camoscio, frange di pelle, ballerine lucide e sneaker sottili in collaborazione con Y3 hanno aggiunto tutto il colore che mancava ai look in bianco e nero, con mix and match cromatici, tonalità brillanti e pelle scura riflettente che aggiungevano simpatia ad abiti estremamente solenni.