
L'improponibile fascino dello stropicciato La rivoluzione del vissuto dopo i rigidi canoni del quiet luxury

Jonathan Anderson, nuovo direttore creativo di Dior Homme, aveva detto in una intervista per Fashion Neurosis che «il ruolo di un designer è, in un certo senso, quello di inseguire un’idea di perfezione, ma anche di imperfezione nelle persone». La moda contemporanea si distacca sempre di più dalla ricerca di una perfezione artificiale per abbracciare l'autenticità. Non sorprende allora che, oggi più che mai gli abiti stropicciati siano tornati protagonisti. Tessuti sgualciti, pieghe irregolari e drappeggi apparentemente casuali: in un’era dominata dai filtri digitali e dalla perfezione apparente, che significato assume indossare capi che esibiscono deliberatamente i segni dell'imperfezione? Non si tratta, però di un fenomeno nuovo. Già negli anni '80, Rei Kawakubo e Yohji Yamamoto portarono a Parigi abiti volutamente spiegazzati e destrutturati. Issey Miyake invece rese iconico il plissé con “Pleats Please” e Martin Margiela fece della decostruzione il suo marchio distintivo, anticipando molte tendenze contemporanee come cuciture a vista, fodere esposte e materiali riciclati, oggi centrali nello stile di Balenciaga e Vetements. In effetti, non si parla di perfezione come nel completo impeccabile bianco di Zendaya al Met Gala 2025, un abito pulito e su misura, pensato appositamente per lei, che incarna l’ideale di eleganza e simmetria. Al contrario, nelle ultime stagioni sempre più designer hanno interpretato lo stropicciato secondo la propria visione personale, sfidando l'idea di mancanza.
@omg.fashun Throwback to when Yohji Yamamoto and Rei Kawakubo said DECONSTRUCT for#parisfashionweek in the 80s. @documoda #pfw Motion - Boy Harsher
Dries Van Noten nella collezione FW25, esplora questo concetto attraverso un approccio romantico e teatrale. Gli abiti, realizzati in taffetà e velluto con colori caldi e morbidi drappeggi, esaltano la naturale fluidità del corpo. Questi capi sembrano cambiare forma e aspetto ad ogni movimento, enfatizzando il movimento naturale del corpo e adattandosi alla persona. Ed ancora, Jun Takahashi, designer di Undercover, per celebrare i suoi 35 anni nella moda lavora sul tema del tempo che passa. I completi e le camicie della collezione sono volutamente appallottolati, come se fossero stati abbandonati su una sedia; la collezione era piena di capi che non mirano a perfezionare l'immagine di chi li indossa, ma piuttosto ad evocare un senso di genuinità, di storia personale e di una vita vissuta. Alcuni stilisti scelgono di evocare sensazioni più fisiche e sensoriali, come Diesel FW25 diretto da Glenn Martens, con un corsetto asimmetrico che riprende le linee di una camicia e che, grazie a pieghe diagonali e lucide, genera un intrigante “effetto bagnato”. Allo stesso modo Di Petsa, nella collezione SS25, propone questo risultato con un top e minigonna in similpelle color ruggine con drappeggi profondi e riflessi metallici, evocando tessuti come se fossero appena stati bagnati dalla pioggia o da uno sforzo fisico. Anche Armani Privé, nella collezione Haute Couture Primavera-Estate 2025, interpreta l’impatto umido con un abito splendente dal tono viola sfumato, il cui design richiama freschezza e sensualità. Il gioco di riflessi brillanti sul tessuto impercettibile accentua il movimento naturale del corpo creando un vortice di sensazione. Al contrario, una versione più sobria emerge dalla proposta di The Row per la Pre-Fall 2025 avvicinandosi allo stropicciato con un approccio pulito e minimalista. Tessuti come lino e cotone popeline sono lasciati liberi di assumere pieghe naturali. L'effetto finale è rilassato, sofisticato e spontaneo. Setchu, per la FW25, spinge il gioco dei difetti più in là, lavorando con contrasti visivi e materici e sovrappone un abito azzurro in cotone volutamente spiegazzato a strati grigi più scorrevoli, creando tensione tra formalità e comodità informale.
A permettere queste interpretazioni così diverse dello stropicciato sono i materiali stessi come taffettà, denim slavato, cotoni tecnici, nylon lucido e plissé permanenti. Questi materiali specifici rendono possibile esplorare l'imperfezione in modo raffinato, trasformano le pieghe in una precisa dichiarazione stilistica. Balenciaga, ad esempio, utilizza il denim scuro slavato per creare un look post-apocalittico con giacche corte e gonne lunghe dalle pieghe profonde e superfici segnate, simbolo di forza e resistenza piuttosto che di perfezione. Fedele alla sua eredità di decostruzione, anche MM6 Maison Margiela, nella collezione FW25, presenta un abito in tessuto trasparente sovrapposto a un vestito aderente verde, caratterizzato da pieghe ed una cintura: mix perfetto di eleganza formale e casualità studiata evoca atmosfere futuristiche. Questo spirito di rinuncia alla perfezione e celebrazione della spontaneità emerge anche nell’estetica delle «Frazzled English Women», come sottolinea Harper’s Bazaar: uno stile che rinuncia alla perfezione, permettendo di creare un look che sia inequivocabilmente tuo, abbracciando il disordine e mettendo da parte l’idea di un’immagine impeccabile. Lo stesso spirito che emerge nella collezione di Miu Miu F25, che gioca ironicamente con il contrasto tra femminilità e disordine. Sottovesti in raso spiegazzate, spalline cadenti, calzettoni vintage e accessori rétro danno vita a un’estetica che sembra casuale ma che, in realtà, è attentamente studiata e volutamente non stirata. Lo stropicciato è un gesto, non contro l’eleganza, ma contro l’obbligo di essere sempre impeccabili: è una dichiarazione d'intenti verso un futuro meno filtrato, più autentico, e più umano. In fondo, come suggerisce Jonathan Anderson, è proprio nello strano e nell’imperfetto che si nasconde la bellezza più autentica, quella che non ha bisogno di filtri, né di pieghe stirate.























































