
Ripristinare il feed sui social serve davvero a qualcosa? Dove sono finiti i contenuti interessanti
Da tempo molti utenti dei social media – soprattutto i più giovani – sono consapevoli che il vero scopo dei sistemi di suggerimento delle singole piattaforme non è tanto proporre contenuti interessanti, quanto mantenere le persone “incollate allo schermo” il più a lungo possibile. I social media, insomma, si contendono quotidianamente l’attenzione degli utenti, tanto quanto i giornali, le piattaforme di streaming e molti altri servizi. La differenza rispetto ad altri player, però, è che i social lo fanno a prescindere dal tipo di contenuti offerti: si va dalle ricette di cucina ai balletti, dai tutorial alle notizie di breaking news, e così via – il tutto mescolato nel feed senza apparente ordine, in un flusso continuo pensato per incentivare il cosiddetto doom scrolling, ovvero la fruizione passiva di grandi quantità di contenuti. Eppure l’eccesso a stimoli molto diversi tra loro può portare a una sorta di assuefazione. Un meccanismo che spesso innesca un circolo vizioso, in cui gli utenti sono esposti – più o meno inconsapevolmente – a contenuti che trovano coinvolgenti, ma che in alcuni casi possono risultare dannosi (anche se inizialmente è difficile rendersene conto). I singoli suggerimenti, infatti, in certi casi possono anche avere effetti negativi – in termini di salute mentale – sulle persone, in particolare se molto giovani e vulnerabili, ma non solo. Un’ altra conseguenza del modello di suggerimenti tipico dei principali social network è la tendenza a omologare il formato dei post, che in questo modo finiscono per assomigliarsi maggiormente, pur trattando temi potenzialmente molto diversi – con tutte le conseguenze del caso, anche indirette.
When Taylor Swift blacked out all of her social media accounts and posted three crypto videos of a snake to announce her comeback album “Reputation”. With this she rebirthed the social media black out trend. pic.twitter.com/wx0TsaeNaB
— DIOR (@dearrchasee) May 12, 2025
Gli algoritmi dei social media consigliano contenuti basandosi su diversi fattori, tra cui una stima più o meno veritiera degli interessi dell’utente, così come la capacità dei singoli post di attirare attenzione, generare interazioni e far restare le persone più a lungo sulla piattaforma. Per scegliere cosa mostrare, le piattaforme analizzano il comportamento passato degli iscritti e poi continuano ad aggiornare le proposte che vengono fatte – tenendo conto, ad esempio, dei like, del tempo trascorso su certi contenuti, dei post salvati, degli account seguiti e di altri elementi simili. Inoltre, quasi sempre, i contenuti suggeriti non provengono da profili che l’utente segue o con cui interagisce abitualmente, ma da account terzi – a volte progettati proprio per finire nel feed di piattaforme come Instagram e TikTok. Resta il fatto che sempre più utenti si stanno accorgendo di come funzionano i meccanismi alla base dei suggerimenti sui social network, e molti iniziano non solo a trovarli fastidiosi, ma anche problematici. Non a caso sulle stesse piattaforme si stanno diffondendo tecniche per riuscire a prendersi una pausa dal doom scrolling. Le aziende tecnologiche sono consapevoli del problema già da tempo e, per questo, alcune hanno introdotto la possibilità di “resettare” il sistema che sceglie cosa mostrare nel feed.
@burgauncool opal is changing my life you have to download it #screentime #timeout #screenoff #hobbies #reading #socialmedia Nothing's Gonna Stop Us Now - Starship
La funzione è stata letta come una risposta, almeno parziale, alle frequenti richieste degli utenti di avere più controllo sui contenuti che intercettano, nel tentativo di arrivare ad un’esperienza di fruizione più sana. In pratica, si tratta di un’opzione che spesso è disponibile nelle impostazioni dei singoli social network e che permette agli iscritti di cancellare i dati utilizzati fino a quel momento dagli algoritmi nella selezione dei contenuti. Fare un reset dell’algoritmo è un po’ come “rieducare" il sistema. Ma anche a chi piacciono i contenuti suggeriti può ricorrere a tale funzione: è utile, ad esempio, per ridurre l’influenza dei dati relativi a preferenze passate – che spesso gli algoritmi continuano a tenere in considerazione – e a scoprire nuovi filoni di interesse. Uno degli effetti immediati del reset – che ad esempio su Instagram è irreversibile – è che, almeno all’inizio, i contenuti suggeriti potrebbero sembrare quasi totalmente casuali. Non bisogna, però, farsi spaventare; il sistema, infatti, è come se ripartisse dal “foglio bianco”: deve cioè cominciare nuovamente da capo a capire cosa piace al soggetto – per questo, all’inizio, non di rado finisce per suggerire contenuti random.
Per alcuni utenti rendere meno accattivante il feed è anche un modo per limitare il tempo trascorso sui social media, evitando così di dover arrivare alla scelta più drastica di cancellare l’account. «Il reset dei suggerimenti è solo l'ultima delle funzioni di Instagram dedicate alla personalizzazione dell'esperienza utente. Tra queste vale la pena menzionare la possibilità di segnalare i contenuti che più ti interessano all'interno della sezione Esplora», precisa Wired Italia. Resettare l’algoritmo, comunque, non equivale a cancellare i dati relativi al singolo utente: queste informazioni continuano a essere sfruttate dalle piattaforme, ad esempio per personalizzare le inserzioni pubblicitarie. Inoltre, fare un reset non garantisce un miglioramento automatico del feed: può essere utile per uscire da certe “bolle”, ma il rischio di finire in altre (ugualmente controverse magari) continua a esserci – perché è così che funzionano i social media, oggi.














































