Pinault potrebbe abbandonare la guida di Kering? Secondo le indiscrezioni se ne discute – ma l’attuale CEO manterrebbe la presidenza

Le manovre di Kering per ristabilizzare la propria situazione non solo proseguono, ma accelerano. Adesso, secondo un report di Challenges ripreso anche da AFT e MF Fashion, François-Henri Pinault, ovvero l’attuale presidente e CEO del gruppo Kering starebbe considerando di cedere la guida operativa della società, mantenendo però la carica di presidente del consiglio di amministrazione. Un’abdicazione che segnerebbe la fine di un’era iniziata nel 2005, quando subentrò al padre François Pinault nella guida dell’allora PPR (poi Kering), trasformandolo in nel secondo più vasto impero di lusso del mondo. Un cambio di pilota che comunque rimarrebbe sul piano della strategia operativa, sia perché Pinault resterebbe il presidente, sia perché i rumor non sembrano riguardare il Gruppo Artemis ovvero la holding di famiglia dei Pinault che “contiene” Kering, ma anche Puma, Courregés e Giambattista Valli; la casa d’aste Christie’s e la Pinault Collection; sei produttori vinicoli tra cui Chateau Latour e Puligny-Montrachet; una linea di crociere, due giornali, una casa editrice, la Creative Artist Agency di Hollywood, una squadra di calcio della Serie A francese oltre che una società di investimento tech oltre che diverse start-up. Insomma, se Kering ha problemi, la potenza dei Pinault è lontana da rischi esistenziali. 

Il possibile passaggio di testimone arriva, come dicevamo, in un momento delicato per Kering. Nel primo trimestre del 2025, il gruppo ha registrato ricavi per 3,88 miliardi di euro, in calo del 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il dato si inserisce in un trend negativo che da mesi preoccupa analisti e investitori: le vendite continuano a scendere con ritmi a doppia cifra e il titolo ha perso circa il 45% del suo valore in borsa nell’ultimo anno. In questo contesto, la pressione degli azionisti si è fatta sempre più forte, spingendo Pinault a riflettere su una riorganizzazione ai vertici per rilanciare il business di un gruppo su cui adesso pesano 10,5 miliardi di debito. I problemi del gruppo, al di là di quelli causati dalla crisi del lusso, si sono generati a causa della fortissima dipendenza di Kering da Gucci, che a un certo punto rappresentava il 40% o più delle vendite totali e che, quando queste sono scese, ha trascinato giù tutto con sé. Per sfuggire a questa dipendenza, Kering ha fatto fortissimi investimenti generando debiti che adesso hanno destabilizzato il gruppo anche sul mercato azionario – tanto che negli ultimi due mesi, le notizie sulle manovre del gruppo per svincolarsi dai propri inconvenienti finanziari liberandosi di immobili di elevatissimo profilo si sono moltiplicate.

@gucci GG Obsession with #EmilyRatajkowski original sound - Gucci

Stando alle fonti, per gestire la selezione del nuovo CEO, Kering si è affidata alla società di head hunting Jouve che conduce il delicato compito di valutare un successore. Seguendo una lunghissima tradizione del gruppo nell’elevare talenti interni, la mega-manger Francesca Bellettini che è già vicedirettrice generale di Kering, responsabile dello sviluppo delle Maison e del coordinamento degli amministratori delegati di tutte le Maison. (che significa che segue l’intero dipartimento moda del gruppo), e Jean-Marc Duplaix, anch’egli vice-CEO e attuale direttore operativo. Entrambi sono manager che hanno lavorato al fianco di Pinault per decenni riportando notevoli successi. La presenza di una società di head hunting, però, fa capire che Kering stia valutando anche profili esterni. Il che avrebbe senso considerato che al gruppo serve forse provare a fare le cose diversamente con una prospettiva nuova iniziata.