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Shein verrà bannato dagli Stati Uniti?

Una lettera di un membro del congresso espone le pratiche illecite usate dal brand cinese

Shein verrà bannato dagli Stati Uniti?  Una lettera di un membro del congresso espone le pratiche illecite usate dal brand cinese

La scalata di Shein verso vette di fatturato record potrebbe essere interrotta dagli Stati Uniti, da tempo in lotta con l’azienda cinese. Mentre quest’estate un tribunale californiano ha provato ad investigare Shein con le leggi antimafia, poche settimane fa un membro del Congresso ha richiesto alla task force del Dipartimento di Sicurezza Nazionale di mettere sotto scrutino le pratiche del brand. In una lettera aperta, Jennifer Wexton del Partito Democratico chiede un ban su tutti i prodotti dell’azienda cinese secondo l’Uyghur Forced Labor Prevention Act, una legge statunitense che proibisce la vendita di articoli prodotti tramite il lavoro forzato. Il membro del Congresso del Virginia rivela, citando investigazioni passate, che il 2% del cotone utilizzato da Shein proviene dalla regione del Xinjiang, una zona riconosciuta dal UFLPA come propugnatrice di lavoro forzato. 

Nel caso in cui la lettera di Wexton e il Dipartimento di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti riconoscano Shein come un promotore dello sfruttamento della comunità degli Uiguri, una minoranza turca e musulmana, lo stato potrà effettivamente proibire l’ingresso di tutti gli articoli Shein in America, un divieto che farebbe rinunciare ad un fatturato di oltre $10 miliardi al gigante del fast fashion. Il governo cinese nega qualsiasi tipo di repressione nei confornti delle minoranze etniche nel Xinjiang, mentre Shein smentisce le accuse di lavoro forzato, avendo dichiarato di voler rinunciare completamente al cotone proveniente dalla regione del Xinjiang. La lettera di Wexton è stata scritta a solo una settimana dall’intervista di Peter Pernot-Day, responsabile comunicazioni Shein, a BoF, in cui ha presentato il progetto per la sostenibilità Evolushein. Il DHS non ha ancora risposto alla richiesta di Wexton, ma è possibile che visti gli ultimi sforzi da parte del governo statunitense per impedire la crescita di Shein, che negli ultimi mesi sta cercando di essere quotato in borsa e provando a riscrivere la propria immagine con viaggi stampa per influencer e progetti per le scuole americane, il brand entrerà a far parte della lista dei brand bannati dagli Stati Uniti, che per adesso include ben 38 aziende cinesi.