
Il ministro del Made in Italy ha annunciato uno stato di emergenza per la moda Per le imprese verranno chieste maggiori misure contro il fast fashion
La situazione di crisi che sta affrontando l'intero settore della moda italiana è arrivata a un punto di non ritorno. Motivato anche dal recente caso giudiziario legato a illegalità di filiera che ha coinvolto il Gruppo Tod's, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha parlato con Confindustria, Camera Nazionale della Moda Italiana e Fondazione Altagamma per trovare una soluzione a lungo termine. Domani, 15 ottobre, si terrà una riunione con i vertici di settore per parlare non solo della tutela del Made in Italy, ma anche di come contrastare il sempre più potente ultra fast fashion (ossia i venditori Shein, Temu e simili, costretti a investire sull'Europa dati i salati dazi istituiti da Trump in America).
Per il ministro del Made in Italy, è necessario agire il più presto possibile per proteggere la reputazione dei brand italiani. Urso ha sottolineato che la minaccia arriva sia dall'estero, a causa dei pesanti dazi per le esportazioni americane e per la concorrenza dell'ultra fast fashion, che dall'interno, a causa dei complessi casi di illegalità nella filiera produttiva che purtroppo hanno visto protagonisti nomi di grande calibro. A poco tempo dal respingimento delle accuse a Tod's da parte della procura di Milano, che aveva accusato l'azienda di episodi di sfruttamento in filiera di produzione, questo mercoledì Urso incontrerà anche il presidente del Gruppo Tod's, Diego Della Valle, per collaborare con il Governo. Il ministro sta inoltre lavorando a un provvedimento legislativo per proteggere artigiani e produttori italiani e restituire alla moda italiana piena legalità ambientale e sociale.
All'incontro di questo mercoledì istituito da Urso parteciperanno Confindustria Moda, Camera Nazionale della Moda Italiana, Fondazione Altagamma, Confartigianato Moda e CNA Moda, e la principale richiesta del tavolo sarà rivolta all'Unione Europea. La priorità per i vertici del settore moda italiano è infatti eliminare l'esenzione dai dazi doganali dei pacchi di valore inferiore a 150 euro, ossia quelli contenenti prodotti di abbigliamento appartenenti a brand di fast fashion o ultra fast fashion (solo nel 2024, in Europa arrivava una media di oltre 12 milioni di pacchi al giorno). Per quanto riguarda i caporalati nella moda di lusso, invece, si sta facendo pressione per istituire un ente terzo che certifichi la legalità di filiera. «L'Italia non può permettersi di disperdere questo patrimonio di eccellenza, creatività e occupazione - ha commentato il Ministro Adolfo Urso - Per questo siamo al lavoro, insieme con tutti gli attori del comparto, per realizzare immediati interventi legislativi che possano anche meglio contrastare il fenomeno del caporalato».













































