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La nuova stazione della metropolitana di Napoli è disegnata da Anish Kapoor Prima fermata della linea 7, che parte del polo universitario di Monte Sant'Angelo

Dopo oltre due decenni di attese, stop e ripartenze, domani 11 settembre aprirà finalmente la nuova stazione di Monte Sant’Angelo, progettata da Anish Kapoor insieme allo studio londinese AL_A di Amanda Levete. Si tratta della prima fermata della Linea 7 della metropolitana di Napoli, un’infrastruttura che punta a connettere la Cumana con i Campi Flegrei e che, in questo primo step, permetterà agli studenti di raggiungere direttamente il campus universitario della Federico II dalla Circumflegrea. 

Il progetto della Linea 7 affonda le radici nel 2002, ma i lavori della cosiddetta «bretella di Monte Sant’Angelo» iniziarono nel 2008, interrotti poi tre anni dopo per un lungo contenzioso burocratico. Solo nel 2016 il cantiere è ripartito, portando con sé la prima installazione monumentale di Kapoor, «La bocca», una scultura in acciaio corten che, secondo l’artista, evoca tanto la forma del corpo quanto un varco simbolico verso l’ignoto

L'opera di Anish Kapoor a Napoli

Come racconta Dezeen, Kapoor ha concepito gli ingressi come “sculture che si entrano”, elementi che sembrano emergere dal terreno e dialogare con la geologia della città del Vesuvio e con l’immaginario dantesco dell’ingresso agli inferi. Uno degli accessi, in accacio, è pensato come un imbuto che conduce sottoterra; l’altro, in alluminio liscio, è incassato nel suolo e richiama un vuoto nel paesaggio urbano del Rione Traiano. Entrambi collegano i tunnel preesistenti, lasciati volutamente grezzi e incompiuti, a sottolineare il legame tra materia, corpo e mito.

Nell’opera di Kapoor, come sottolineato da Lisson Gallery, convergono tre filoni ricorrenti della sua ricerca: l’oggetto mitologico, il corpo e il vuoto. Temi che qui assumono una dimensione urbana e quotidiana, trasformando l’ingresso a una metropolitana in un gesto artistico radicale. Non a caso l’artista stesso ha dichiarato: «Queste non sono architetture. È arte che gioca con la scala dell’architettura, ma rimane inutile, e proprio in questo trova il suo senso».

Una nuova Napoli

La nuova fermata di Monte Sant’Angelo non nasce in un vuoto, ma si inserisce in un percorso ormai ventennale che ha trasformato il sistema metropolitano di Napoli in un museo diffuso a cielo, o meglio, sottosuolo, aperto. Le cosiddette «stazioni dell’arte», avviate a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila, hanno portato nel ventre della città oltre duecento opere di più di novanta artisti internazionali e architetti locali, combinando linguaggi diversi in un progetto che ha ricevuto riconoscimenti da tutto il mondo (la fermata di Toledo è ormai considerata una località turistica a sé stante). 

Kapoor ora si aggiunge a una costellazione che comprende firme internazionali come Óscar Tusquets, Karim Rashid e Gae Aulenti, consolidando l’idea che il trasporto pubblico a Napoli possa essere al tempo stesso infrastruttura e spazio culturale, un luogo-non-luogo. È sempre più evidente come l’amministrazione, dal sindaco Manfredi fino alla Regione, stia cercando di spingere la città verso l’alto, senza però tradire la sua quintessenza orizzontale. Il 2500º anniversario di Napoli sembra farsi catalizzatore di nuovi traguardi, dalla prospettiva di una Silicon Valley italiana fino all’arrivo della Coppa America del 2027. A questo punto la domanda è inevitabile: cos’altro ci si può aspettare dalla città partenopea?