
Gen. City Napoli, l’intervista al Sindaco Gaetano Manfredi
«Comunicare al cittadino l'importanza della concretezza»
26 Marzo 2025
Alberto Castellano
È estremamente difficile far comprendere a chi non conosce Napoli la portata del cambiamento che la città ha vissuto negli ultimi cinque anni. Quella che un tempo era considerata una delle città più difficili d’Italia, oggi è una delle destinazioni turistiche più ambite al mondo. Non si è trattato, però, di un fenomeno improvviso: ci sono voluti anni di lavoro per risanare e far rinascere questa città. Lo scorso anno, soprattutto su TikTok, circolavano diversi video che mettevano in luce l’evoluzione dell’urbanistica di Napoli negli ultimi dieci anni. Un esempio su tutti è la profonda riqualificazione di Scampia, ancora in corso: dal 2012 al 2022, dove si ergeva la Vela H, oggi sorge una sede della Facoltà di Medicina dell’Università Federico II. Napoli è sempre stata capace di dare molto ai suoi cittadini, ma al contempo li ha costretti a enormi sacrifici; milioni di giovani talenti, negli anni, si sono sentiti obbligati a lasciare la propria terra per cercare opportunità di studio e lavoro altrove. Una storia che ricorda anche quella di nss stesso, che dopo anni è tornata a investire nel territorio con nss edicola e una serie di progetti che raccontano di una città radicalmente diversa da quella del 2012.
Questo fenomeno, un tempo noto come “fuga dei cervelli”, riguarda gran parte del Mezzogiorno, ma a Napoli assume una sfumatura particolarmente dolorosa, perché qui la voglia di rimanere è spesso legata a un fortissimo senso di appartenenza. Oggi, attraverso Gen. City – il nuovo progetto di nss magazine che mira a raccontare le principali città italiane attraverso i loro sindaci in dialogo diretto con la Gen Z – emergono prospettive inedite sulla trasformazione in atto. L’iniziativa raccoglie storie e riflessioni: i volti dei primi cittadini si fondono con le visioni dei più giovani e ridisegnano l’immagine della città, mentre si interrogano su come conciliare modernità e tradizione, talenti emergenti e radici culturali.
Il Sindaco Gaetano Manfredi, insediato a Palazzo San Giacomo dal 2021, spiega che «una delle sfide più grandi consiste nel rendere Napoli una città per i giovani e porre la nuova generazione al primo posto. È una missione che trova compimento nella creazione di spazi creativi, biblioteche e poli culturali dove i ragazzi possono esprimere liberamente idee ed energia». Tuttavia, questi sforzi si scontrano inevitabilmente con una popolazione anziana, interessata a mantenere tranquillità e silenzio nei quartieri storici. Il Sindaco osserva che, in un contesto simile, «si manifestano conflitti come quelli legati alla movida notturna, simbolo di socialità giovanile e al tempo stesso fonte di disagio per chi desidera maggiore quiete. La dicotomia della città partenopea sta proprio in questa ricerca incessante di modernità che si scontra con la sua solida eredità storica». La vera scommessa, per chi amministra la città, è trovare un equilibrio fra due esigenze apparentemente opposte. D’altronde, Napoli è anche un enorme polo studentesco, con uno dei più grandi atenei d’Italia. Eppure, a differenza di Milano o Roma, non viene spesso associata alla vita studentesca perché fortemente legata alla sua storicità. Il futuro della città si gioca proprio qui: non deve essere solo un luogo piacevole da visitare, ma soprattutto un posto in cui scegliere di vivere.

Il concetto di scelta è il cuore della visione del Sindaco. Che «trasformare Napoli in una città dove restare o tornare non sia più una necessità dettata dalle circostanze, ma una decisione consapevole e attraente. Significa assicurare un’alta qualità della vita e garantire servizi efficienti e sicurezza, senza però snaturare quell’identità aperta, inclusiva e non omologata che rende Napoli unica. Non basta l’immagine romantica di una città vivace, allegra e pittoresca in grado di attrarre turisti o ricchi pensionati stranieri alla ricerca di folklore». Per il sindaco Manfredi, la vera sfida è rendere Napoli competitiva dal punto di vista economico, sociale e culturale, così da attirare giovani qualificati capaci di costruire concretamente il futuro della città. Per raggiungere questo obiettivo, l’amministrazione ha scelto un approccio pragmatico e sobrio anche sul piano comunicativo. Meno slogan e annunci spettacolari, più risultati concreti e tangibili. È una decisione controcorrente in un’epoca politica spesso più attenta alla forma che alla sostanza: «cercare non dico di educare ma di comunicare al cittadino l'importanza della concretezza delle cose e cioè che è molto importante che le cose veramente si facciano più che si annuncino. Il che non significa che la comunicazione non è importante ma che una comunicazione completamente staccata dalla realtà crea un mondo virtuale che poi condiziona l'opinione pubblica ma non porta valore alla politica della comunità». Oggi, la città si trova a metà fra il sogno e la realtà, in bilico tra il rischio di diventare la "Florida d’Italia" – un rifugio per pensionati – e l’aspirazione a essere la "San Francisco di una volta", un polo mondiale di innovazione in grado di attrarre giovani da ogni parte del pianeta. Per adesso, Napoli sembra essere sulla strada giusta.