
Per i turisti cinesi è una euro-summer
Ma non per quelli americani
11 Giugno 2025
Euro-summer qui, euro-summer là. Appena incominciano i mesi più caldi, sui social si è assaliti dalle valanghe di turisti che per la stagione estiva approdano sulle sponde del vecchio continente (anche se ogni volta, l’Europa diventa un’entità terza, una nazione a sé stante). Dopo le fortissime critiche verso i turisti americani degli ultimi anni – con commenti sarcastici sui social che spesso commentavano «li senti prima di vederli» – ieri Bloomberg ha riportato che forse quest’estate ci sarà meno rumore per le strade europee. Se da un lato molti statunitensi stanno ripensando le proprie vacanze in Europa a causa dei costi sempre più alti, dall’altro a tenere in piedi l’industria turistica europea quest’anno ci penseranno i turisti cinesi. Secondo un sondaggio della European Travel Commission che verrà pubblicato il 10 giugno e anticipato da Bloomberg, il 72% dei viaggiatori cinesi intervistati ha dichiarato di voler visitare l’Europa quest’estate, un dato in crescita del 10 % rispetto al 2024 e il più alto registrato dal periodo pre-pandemico. L'aumento di interesse per l'Europa da parte dei turisti cinesi fa tirare un sospiro di sollievo a hotel, ristoratori e commercianti di mezzo continente, che negli ultimi anni hanno dovuto fare i conti con una domanda altalenante e una spesa media sempre più volatile.
C’è però un importante cambiamento in atto, i turisti cinesi non spenderanno come un tempo. Sebbene siano più propensi ad investire (anche in shopping e beni di lusso) fuori dal proprio paese, Bloomberg riporta che solo il 29% degli intervistati prevede di spendere oltre i 200 euro al giorno, con un calo del 44% rispetto all’estate scorsa. Un cambio di abitudini notevole se si considera che, storicamente, lo shopping di lusso ha rappresentato una delle attività preferite dai viaggiatori cinesi in Europa. Nonostante ciò, il 53% prevede comunque di dedicare una parte del viaggio allo shopping, soprattutto tra chi viaggia per lavoro, il 36% dei quali prevede spese più generose. Nel complesso, i turisti cinesi si mostrano oggi più prudenti rispetto ai loro omologhi globali, come sottolinea il sondaggio della ETC, che ha coinvolto 7.100 viaggiatori a lungo raggio da sette mercati (tra cui Stati Uniti, Brasile, Canada, Giappone e Corea del Sud). I risultati hanno mostrato che soltanto l’11% degli intervistati prevede di ridurre le proprie spese in Europa, una quota comunque inferiore rispetto al dato cinese.
everyone is on the euro trip and IM STUCK HERE
— dee (@spideydee_) June 10, 2025
In un contesto in cui il turismo globale si muove con il freno a mano tirato, tra inflazione percepita e una crescente preferenza per mete più vicine e low cost, il ritorno dei viaggiatori cinesi in Europa porterà una ventata d’aria fresca a un settore che fatica a ritrovare i ritmi pre-pandemici, sia per motivi economici che etici. Prima del 2020, i turisti cinesi rappresentavano la seconda forza economica nel panorama europeo dopo gli americani, e oggi, con una spesa complessiva che nel 2024 ha toccato i 251 miliardi di dollari secondo l'UN Tourism, la Cina è tornata a guidare la classifica mondiale. Il dato, però, racconta anche un’altra realtà: la maggior parte di questa spesa è rimasta all’interno del continente asiatico, in destinazioni come Thailandia, Corea del Sud e Vietnam. Sono questi i Paesi dove il boom turistico riguarda un target alto, quello dell’ultra lusso, mentre in Europa sembra si sia rimasti intrappolati nel circolo vizioso del turismo di massa. Che l’influsso del turismo a cui eravamo così abituati prima della pandemia possa essere oggi letto come un indicatore di un ritorno a tempi più stabili?