
Forse vietare gli smartphone ai giovani funziona davvero
Almeno fino ai 14 anni: ci hanno provato diverse scuole inglesi e i risultati sono incoraggianti
26 Maggio 2025
Circa un anno fa, oltre trenta scuole elementari del distretto della città inglese di Saint Albans, un centro abitato di circa 75mila persone situato a nord-ovest di Londra, hanno avviato un progetto volto a scoraggiare l’uso degli smartphone da parte dei minori di 14 anni. In collaborazione con le famiglie, gli istituti scolastici hanno anche suggerito di posticipare l’iscrizione a diversi social network, tra cui Instagram e TikTok, fino almeno ai 16 anni, con l’obiettivo di promuovere il benessere psicologico e sociale di bambini e adolescenti. La campagna in questione ha fatto molto discutere anche perché nel Regno Unito, a differenza di altri Paesi europei come l’Italia, non esiste una normativa nazionale che regoli l’uso degli smartphone nelle scuole. Le decisioni in merito sono infatti state prese in autonomia dai singoli istituti britannici. Ma a distanza di un anno dall’inizio del progetto, i docenti e i dirigenti scolastici coinvolti hanno osservato effetti positivi: gli studenti sembrano più attenti durante le lezioni e interagiscono tra loro con maggiore spontaneità, mostrando un atteggiamento più attivo e partecipativo alla vita scolastica. Inoltre, anche tra gli alunni più grandi si è notata, a cascata, una minore presenza di dispositivi mobili. Non stupisce quindi che l’esperienza di Saint Albans abbia influenzato anche altre realtà. Poche settimane dopo l’avvio del progetto, 18 delle 20 scuole secondarie del distretto di Southwark, nel sud di Londra, hanno promosso la medesima campagna. Anche il college di Eton, uno degli istituti scolastici più rinomati del Regno Unito, ha adottato una misura simile: agli studenti del primo anno – tra i 13 e i 14 anni – è stato imposto l’uso di telefoni che hanno solo funzioni essenziali di messaggistica. Un’ulteriore spinta in questa direzione è arrivata dal movimento “Smartphone Free Childhood”, fondato da due genitori che si sono ispirati proprio all’esperienza delle scuole di Saint Albans. La campagna si è rapidamente diffusa in tutto il Regno Unito e, ad oggi, è stata accolta da oltre 13mila scuole del Paese.
Sono gli smartphone il problema?
@itvnews A ban on mobile phones in schools and a total ban on phones for under-16s should be considered by the next government, according to a report from MPs. @Dan Ajose explains. #itvnews #phone original sound - itvnews
Negli ultimi anni sono emerse numerose preoccupazioni legate all’uso precoce degli smartphone tra i bambini e gli adolescenti, soprattutto per le possibili conseguenze sulla salute mentale. Diversi studi hanno segnalato un collegamento tra l’utilizzo prolungato dei dispositivi mobili fin dalla giovane età e un aumento dei livelli di ansia, depressione e deficit di attenzione. Il fenomeno sembra essere particolarmente marcato tra le ragazze, a cui corrisponde anche un aumento dei casi di autolesionismo e, in casi estremi, di suicidio. Secondo alcune ricerche condotte negli Stati Uniti, tra il 2010 e il 2019 i tassi di depressione e ansia tra i minori sono cresciuti di oltre il 50% punti percentuali. Nello stesso arco di tempo, i suicidi nella fascia 10-19 anni sono aumentati del 48%, con un incremento ancora più elevato, pari al 131%, tra le ragazze di età compresa tra i 10 e i 14 anni. Tendenze analoghe sono state osservate anche in altri Paesi occidentali – compresa l’Italia.
In questo contesto, l’uso dei social media e la progressiva riduzione del tempo trascorso offline vengono spesso indicati come i principali fattori che renderebbero la GenZ così incline a soffrire di disturbi mentali – più di qualsiasi altra generazione di cui esistano dati confrontabili. Da tempo si è consapevoli che i social network possono esporre bambini e adolescenti a episodi di bullismo online, contenuti violenti o discriminatori, e dinamiche sociali che accentuano il senso di esclusione o insicurezza. In particolare, piattaforme come WhatsApp in alcuni casi possono finire per favorire la diffusione di contenuti inappropriati o aggressivi, difficilmente controllabili. Nel Regno Unito, i dati disponibili mostrano come il fenomeno dell’accesso precoce alla tecnologia sia già molto diffuso: oltre un quarto dei bambini tra i 5 e i 7 anni possiede uno smartphone, e il 38% è già attivo sui social media. Inoltre, il 69% dei soggetti tra gli 8 e i 15 anni trascorre fino a tre ore al giorno online, mentre quasi un quarto supera le quattro ore quotidiane. A fronte di questa situazione, è in arrivo nel Regno Unito una nuova normativa, l’Online Safety Act, che entrerà in vigore il prossimo luglio. La legge prevede una serie di misure pensate per migliorare la sicurezza online su piattaforme digitali, app di giochi e altri spazi online frequentati da minori. Tuttavia, secondo diversi osservatori, questi interventi non sarebbero sufficienti. Nello specifico, viene richiesto un impegno più deciso da parte del governo, sia sul piano normativo per limitare l’uso degli smartphone anche nelle scuole secondarie, sia attraverso programmi educativi rivolti a ragazzi, famiglie e insegnanti.