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Il futuro dei film è verticale? Un trend su TikTok solleva una questione sul cinema da smartphone

In un’edizione speciale del DVD di Inland Empire, sua ultima opera, David Lynch si scaglia contro chi utilizza gli smartphone per vedere i film. «Ora, se guardi il film su un telefono, non potrai mai, nemmeno tra un trilione di anni, vivere appieno l'esperienza del film. Penserai di averlo vissuto, ma sarai ingannato. È così triste pensare di aver visto un film sul tuo fottuto telefono. Sii realista.» Chiedere di essere realisti da parte dell’autore più onirico che sia mai esistito è certamente un paradosso, ma il sentimento espresso dal padre di Twin Peaks è lecito, quanto aver riscontrato nella fruizione cinematografica sul cellulare un impoverimento dell’esperienza di visione sia collettiva che personale. Un abbassamento ulteriore della concentrazione che nel tempo ha focalizzato sempre di più la propria attenzione sulle scatole nere che teniamo in mano ogni giorno e che hanno cambiato per sempre la maniera in cui intendiamo il consumo di serie tv e cinema.

@volentless The Truman Show, but vertically… #thetrumanshow #trumanshow #nostalgia #corecore #cinema #film #movies #fyp Jacob and the Stone - Emile Mosseri

La prima considerazione che viene da fare sulle parole di David Lynch è quanto gli smartphone stessero diventando una potenza già sul finire dei primi anni dieci del 2000, quando il DVD di Inland Empire è stato rilasciato. La seconda è che, proprio come molte novità che la settima arte finisce per inglobare dentro di sé, anche quella della visione attraverso uno schermo sempre più piccolo è finita per diventare un’esperienza circoscritta e limitata, che non ha mai attecchito veramente e non condizionerà mai l’egemonia della sala - a differenza della distribuzione home-video, che ha invece degli ottimi assi nella manica. 

@secondminutehour_ what if The Virgin Su1sides was filmed vertically? #thevirginsu1sides #movie #verticalmovies #cinematic #drama som original - julia

Se in tempi recenti l’uso degli smartphone, in particolare degli iPhone, è tornata in auge, è per due motivi distanti eppure entrambi legati al medesimo device. Da una parte c’è una moda che ha influenzato e condizionato il binomio telefono-cinema, ovvero la pratica sempre più insistente - e fastidiosa, serve aggiungere - di scattare le foto al grande schermo durante la proiezione di un film. Che sia una sala al chiuso, un’arena estiva, un’anteprima di un festival o di un evento di promozione, ci sarà sempre qualcuno che alzerà - timorosamente, ma poi neanche tanto - il proprio cellulare e cercherà di cogliere il momento più instagrammabile da poter postare sul proprio profilo. Dall’altra, invece, si è tornati a focalizzarsi sull’attenzione produttiva che gli smartphone richiamano, soprattutto quando si vuole lavorare dal basso (o al ribasso) oppure cercare di trovare attraverso un occhio insolito la maniera più originale e innovativa di raccontare le proprie storie.

Non è un caso che l’argomento film girati con gli iPhone sia stato di nuovo e particolarmente chiacchierato con l’uscita del sequel 28 anni dopo, girato dal veterano Danny Boyle, il cui uso dei piccoli dispositivi ha condotto il regista ad una libertà espressiva e formale per il suo ultimo horror apocalittico, portando a riscoprire chi lo aveva preceduto in una simile pratica (tra gli altri Sean Baker e Steven Soderbergh) e a studiarne i risultati.

Tutto questo, però, ha ancora poco a che fare con l’effettivo invito a osservare i film sugli smartphone, con gli autori che, pur usufruendone per i propri lavori, si augurano sempre che gli spettatori vadano a vederli in sala. Tra i nominati forse solo Soderbergh non ha avuto sempre lo stesso pensiero, anzi. È del 2018 l’uscita della sua serie Mosaic, una rivoluzione per la serialità (sebbene lo show non abbia avuto chissà quale risalto) che vedeva la storia dipanarsi non solamente con la sua uscita su Sky Atlantic, quindi su un dispositivo “tradizionale”. Bensì era attraverso un’app apposita che bisognava scaricare sui propri telefoni che si poteva scegliere come proseguire la visione del racconto e decidere quali storyline approfondire, dando carta bianca all’utente grazie a una partecipazione interattiva.

@cinematicvertical If Dirty Dancing was shot vertically Dirty Dancing, 1987. #dirtydancing #filmedvertically #verticalmovies #verticalcinema #romcom #moviescenes suono originale - cinematic

Il 2018 è anche lo stesso anno in cui a Roma viene instituito il Vertical Movie Festival, un evento completamente dedicato a lavori girati in verticale, formato che contraddistingue i video sui telefoni e i social e che si allinea ai modi di fruizione dei nostri giorni, portando anche un autore novecentesco come Peter Greenaway ad annunciare di voler girare il suo primo film in verticale - anche se delle buone intenzioni, poi, si è persa ogni traccia. 

Il futuro dei film è verticale? Un trend su TikTok solleva una questione sul cinema da smartphone | Image 577935

A batterlo sul tempo è stato Timur Bekmambetov, regista che, dopo un action tamarro come Wanted - Scegli il tuo destino e un flop come il remake di Ben-Hur del 2016, ha rilasciato nel 2021 il primo blockbuster verticale, V2. Escape From Hell, arrivato sulla scia del suo esperimento seriale Dead of Night sviluppato per l’app di Snapchat.

@madelaineturner happens all the time #shortfilm #fyp original sound - Madelaine

Anche un’istituzione come il festival di Cannes, che non ha mai accolto tra i suoi titoli un’opera in formato verticale, ha presto sfruttato le potenzialità della diffusione video tramite i device per raccontare la manifestazione da un altro punto di vista, stringendo nel 2022 un accordo con TikTok per una partnership legata alla creazione e diffusione di contenuti sui social, oltre al concorso di cortometraggi #TikTokShortFilm. Se quindi persino la Mecca del cinema ha ceduto alla gola degli smartphone, perché non dovrebbero gli spettatori? 

A ogni modo, nonostante si vedano sempre più spesso persone che non rinunciano a vedere la loro serie preferita in situazioni improbabili, mentre camminano per strada o sulla metropolitana completamente piena alle otto di mattina, il cinema - e David Lynch - non deve temere troppo la competizione con i cellulari, pur avendo sicuramente acquistato un posto nel mercato e nell’utilizzo quotidiano della gente. I dati non sono dei più esaltati, ma ci sono casi sorprendenti: a un anno preciso di distanza, Christopher Nolan ha aperto le prevendite del suo prossimo The Odyssey, in uscita il 17 luglio 2026, con un anticipo record per la vendita dei biglietti per la versione Imax, riservata ad alcuni cinema selezionati. L’esatto contrario della visione su di uno smartphone, ben più grande, rumorosa ed espansa e con delle proiezioni già sold out. C’è dunque da pensare che tanti continueranno a preferire i film in sala invece che sui propri telefoni, di cui al massimo - e purtroppo - dovremmo sorbirci le luci degli schermi mentre scattano una foto per il loro Instagram.