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Anche gli scarti di champagne possono diventare pelletteria?

La nuova sfida di Stella McCartney e Veuve Cliquot

Anche gli scarti di champagne possono diventare pelletteria? La nuova sfida di Stella McCartney e Veuve Cliquot

Questo 2023 abbiamo parlato tanto di quiet luxury, della poesia di un outfit dai toni neutrali e dell'eleganza di borse e pelletteria no logo, costosissimi e riconoscibili solo da chi può effettivamente permetterseli. È forse proprio per commemorare questa tendenza apparentemente superficiale che Stella McCartney è tornata a dilettarsi nell'utilizzo di scarti biologici per la realizzazione di tessuti. A un mese dall'inizio delle feste natalizie, il periodo dell'anno in cui lo spumante scoppietta più del solito, la maison ha collaborato con Veuve Clicquot per creare accessori utilizzando il sughero e i raspi d'uva utilizzati dal brand per la produzione di champagne. Dopo la pelletteria in bucce di banana e micelio, un prodotto dei funghi, un'iniziativa che purtroppo non è riuscita a resistere alla prova del tempo, la designer inglese (che lavora anche come sustainability adviser per Bernard Arnault, il CEO di LVMH) sfida il fashion system con la sua stessa arma: le bollicine. Cosa c'è di più quiet luxury che affermare che il tuo cappotto è stato creato con lo champagne? 

La collaborazione con il collega di LVMH, Veuve Clicquot, è stata presentata per la prima volta in passerella a Parigi il mese scorso, come parte della SS24, ma debutterà sul mercato a marzo. La pelletteria prodotta con gli scarti dell'uva raccolta per lo champagne dell'azienda francese è stata utilizzata per formare la Frayme, già protagonista delle scorse collezioni create con i funghi, portabottiglia e i sandali Elyse, le cui platform sono state realizzate con il sughero raccolto nelle cantine di Veuve Clicquot a Reims. Secondo LVMH, la produzione della pelletteria fatta di scarti d'uva richiede solo 18 mesi e permette il risparmio delle emissioni sia sulla produzione del materiale che sulla viticoltura. I raspi d'uva che sono andati a formare la nuova collezione di Stella McCartney appartenevano al vigneto di Bouzy, acquistato da Madame Clicquot 200 anni fa.

A proposito della collaborazione, McCartney ha spiegato, «Stavo valutando la possibilità di una collaborazione intersettoriale all'interno del gruppo e un giorno ho detto al signor Arnault: sa, sto facendo sfilare sulla mia passerella borse fatte con gli scarti delle bucce d'uva dell'industria vinicola italiana. Mi dia uno dei suoi marchi e mi faccia usare quegli scarti.» La designer ha sottolineato che la collaborazione è di grande valore per i due brand, dato che entrambi si battono per la produzione sostenibile da tempo. L'uva dall'azienda di champagne è coltivata con pratiche rigenerative, a protezione della biodiversità locale e della salute della terra su cui cresce. Inoltre, la designer ha aggiunto che anche il «sughero è molto sostenibile. È una delle alternative più ecologiche in circolazione ed è naturale, rinnovabile e riciclabile al 100%. Oltre a produrre ossigeno, gli alberi di sughero raccolti assorbono da 3 a 5 volte più CO2 rispetto agli alberi non raccolti. Utilizzare gli scarti delle bottiglie è stato fantastico.»