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Sabrina Impacciatore è troppo simpatica per l’Italia E infatti in America la amano tantissimo

Il pubblico americano ha scoperto Sabrina Impacciatore alla reception di un hotel, per così dire, nel ruolo di Valentina, la caotica concierge bi-curiosa della seconda stagione di The White Lotus. Poco dopo la sua carriera internazionale è decollata: ci sono stati il dramma bellico Across the River and into the Trees di Paula Ortiz, l’action di Prime Video G20, il più recente In the Hand of Dante di Julian Schnabel e, adesso, il suo ruolo in The Paper, ovvero il nuovo spin-off di The Office che ha debuttato con ottime recensioni ed è già stato rinnovato per una seconda stagione. Ovviamente, tra un progetto e l’altro ci sono state diverse comparsate in fashion week e in televisione, sia in Italia da Belve e come guest star in Call My Agent, che in America, dove la Impacciatore è amatissima. In questi giorni, poi, una apparizione durante il Tonight Show di Jimmy Kimmel in cui racconta di un equivoco salace capitatole durante una conversazione con Jason Momoa non ha solo fatto scoppiare dalle risate il pubblico ma è diventato pure virale. 

@all_fem

Sabrina Impacciatore, ha un grande pregio: essere sempre e irrimediabilmente sé stessa. Forse è proprio questa qualità ad averla resa nota negli Stati Uniti, dove, dopo la sua partecipazione nella serie tv “White Lotus”, è diventata una vera e propria star, pronta ad emergere nel remake di “The Office” In questa intervista da Jimmy Fallon, Impacciatore racconta del suo primo incontro con Jason Momoa su un set e della sua piccola gaffe linguistica (sarebbe capitato a chiunque di noi). Ma come si fa a non amarla? #fem #sabrinaimpacciatore #jasonmomoa

suono originale - Fem

Impacciatore è, in breve, simpaticissima – una simpatia e una verve che in America le hanno aperto le porte a ruoli estremamente popolari e per lo più comici. Diversamente da quanto avvenuto in Italia, dove la carriera di Impacciatore è iniziata nel 1993 con l’iconico Non è la Rai e si è avviata attorialmente nel 1997 con la sitcom Disokkupati. Al cinema, Impacciatore ha anche lavorato con un maestro come Ettore Scola ed è apparsa in film celebri dei primi 2000 come L’Ultimo Bacio, Manuale d’Amore e anche nel celebre La Passione di Cristo di Mel Gibson. Dopo questa prima fase iniziale Impacciatore ha lavorato tantissimo al cinema, in televisione, a teatro in ogni format pensabile, dai videoclip musicali alla conduzione, dalla fiction di Canale 5 alle tragicommedie di Virzì. Non di meno, il vero riconoscimento da parte del pubblico e la liberazione dalle fila dei caratteristi è arrivata solo con una serie americana. In breve: Sabrina Impacciatore è troppo simpatica per l’Italia e la sua vicenda professionale riflette i limiti propri dell’asfittica, uggiosa e incolore industria dell’intrattenimento del nostro paese.

Perché non ci siamo accorti prima di Sabrina Impacciatore?

La traiettoria di Sabrina Impacciatore incarna le limitazioni del cinema italiano e il potenziale inespresso dei suoi talenti. Nonostante una carriera di oltre 25 anni in teatro, TV e cinema, Impacciatore è rimasta a lungo un’attrice di secondo piano in Italia, confinata a ruoli di supporto. Il cinema italiano contemporaneo degli ultimi anni è stato, con le dovute e poche eccezioni, un cinema sicuramente impegnato ma oggettivamente incapace di produrre film davvero popolari. Le produzioni odierne tendono a concentrarsi su drammi intimisti e relazionali, spesso incentrati su crisi coniugali, familiari o personali, con protagonisti di mezza età e temi rivolti a un pubblico molto maturo e borghese. Secondo i dati ANICA 2024, tra 2023 e 2024, il 58% dei film italiani appartiene al genere drammatico, rispetto al 25% di commedie e al 17% di altri generi (thriller, horror, fantascienza), facendo emergere una netta predominanza di narrazioni seriose e "impegnate". Le commedie, d'altro canto, non sono un genere più intelligente o sofisticato. Un focus sui drammi relazionali, spesso ambientati in contesti borghesi o piccolo-borghesi, con dinamiche familiari complesse, spesso con toni melò o tragici, che ha fatto produrre sì film di qualità ma non ha creato un singolo film davvero divertente, o comunque in grado di intrattenere in modo brillante.

La commedia italiana più vista dell’anno, FolleMente di Paolo Genovese, ha come protagonisti una restauratrice di mobili trentacinquenne e un professore di liceo cinquantenne, e già qui viene il latte alle ginocchia; e il concept della commedia con le voci interiori dei personaggi che appaiono come "visioni" in scena è un espediente ornamentale per dare interesse a una trama che, sia per contenuti che per struttura è carica di un didascalismo che è l’unica vera cifra del nostro cinema nazionale, che si prende sempre molto sul serio e risulta sempre molto pesante. Inoltre, secondo un’analisi del 2024 condotta da Cinetel sui titoli di maggior successo del cinema italiano, tra gli attori italiani più presenti nei film di successo degli ultimi anni troviamo nomi come Toni Servillo (nato nel 1959), Margherita Buy (1962), Pierfrancesco Favino (1969), e Valerio Mastandrea (1972), tutti figure di spicco ma non più giovanissime. Al contrario, i giovani attori italiani devono trovare la fama in serie come Il Gattopardo o Mare Fuori ma faticano ad apparire come protagonisti in film davvero rilevanti e autenticamente popolari come quelli che si producevano in passato – cinepanettoni inclusi. E in generale nessuna produzione italiana potrebbe offrire a un interprete under-25 la stessa ampiezza di ruoli che hanno i loro coetanei d’oltreoceano. Nel nostro paese ci sono solo due ruoli per un attore giovane: il figlio di divorziati e il criminale meridionale

@dani.w0rld

COME INIZIA OGNI FILM ITALIANO: ( Date voi un titolo a questo film ahhahahah )

suono originale - Daniele Calise

Questa percezione è amplificata dall’assenza di un vero star system in Italia. Ha fatto notizia qualche anno fa il casting di Adam Driver nel ruolo di Enzo Ferrari, giustificato dai produttori con la mancanza di attori italiani giovani e abbastanza celebri da attrarre finanziamenti internazionali. Secondo i dati ANICA 2023 sulla produzione cinematografica italiana, i film di fiction italiani tendono a privilegiare attori protagonisti con maggiore esperienza, spesso over 35, come Toni Servillo, Margherita Buy, Pierfrancesco Favino e Valerio Mastandrea, rispetto ai film hollywoodiani di grande distribuzione, che frequentemente presentano attori più giovani nei ruoli principali. Questo squilibrio è dovuto in parte a una tradizione cinematografica che privilegia interpreti più maturi e riconisciuti che recitano sempre negli stessi ruoli, e a una scarsa capacità dell’industria di promuovere talenti emergenti come “icone pop”. Sabrina Impacciatore, infatti, ha dovuto attendere i 54 anni e un ruolo in The White Lotus per essere riconosciuta dato che il sistema italiano non sappia valorizzare nemmeno attori nel pieno della carriera. Almeno adesso se ne sono accorti oltreoceano – e questa volta la serie con Impacciatore che ci guarderemo qualche risata ce la strapperà.