
"I Fantastici Quattro – Gli inizi" è stato una delusione Un quartetto che non funziona mentre la Marvel che si avvia verso il suo reset
I Fantastici Quattro – Gli inizi comincia esattamente come fa il Superman di James Gunn, in medias res. Non c’è nessun preambolo, i personaggi li conosciamo e i loro autori - Gunn da una parte, Josh Friedman, Eric Pearson, Jeff Kaplan, Ian Springer dall’altra - fanno iniziare immediatamente la storia così che il pubblico si senta da subito inserito nell’avventura. Scelte che nel 2025 hanno un senso. Dopo quasi vent’anni dall’avvio del MCU, con un trascorso che aveva già abituato il pubblico a conoscere ed abituarsi, in quel caso più saltuariamente, alla presenza dei supereroi al cinema, introdurre nuovamente dal principio alcuni dei personaggi più conosciuti potrebbe risultare una strategia facile e ridondante. Così, sia Superman che I Fantastici Quattro, sfruttano l’elemento notorietà per dare respiro ai loro inediti racconti, abbandonando il concetto di origin story e presupponendo che il pubblico abbia chiaro tutto il pregresso per comprendere chi, come e perché si trovano di fronte ad un uomo allungabile, ad una donna invisibile, ad un giovane che prende fuoco e ad una roccia parlante.
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original sound - Marvel Entertainment
In I Fantastici Quattro - Gli inizi tale cavillo narrativo produce però fin da subito caoticità in un’opera in cui, come capitato sempre più spesso ai prodotti della Marvel, è sempre la scrittura a vacillare. La partenza del cinecomic è confusa e frammentata, con un collage introduttivo sul passato dei protagonisti, su chi sono e cosa hanno fatto, lungo più del necessario anche se poi improvvisamente ci si ritrova nel cuore della storia, che sarà a propria volta confusa e frammentata. Sebbene sia una scelta non ricorrere ai canoni standard del racconto quando si ri-incontra un personaggio, mostrando anche lodevoli risultati proprio come il Superman di James Gunn, la mancanza di precisione e direzione nella scrittura de I Fantastici Quattro - Gli inizi genera una serie di situazioni, che generano una serie di scene, che generano una serie di conseguenze che si attaccano con precarietà le une alle altre. Dove non basta l’idea di un retrofuturo per accattivare lo sguardo, in cui lo stile anni Sessanta la Marvel l’aveva saputo sfruttare al meglio in uno show a puntate come WandaVision e in cui questa ricerca di freschezza da parte della pellicola è solo un passo indietro rispetto ad un esempio positivo realizzato dal MCU come il recente, e sfortunato al box-office, Thunderbolts*.
The Fantastic Four: First Steps pic.twitter.com/lYvaHc0YWL
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Ad aggiungersi all’instabilità su cui poggia I Fantastici Quattro - Gli inizi (che inizi, quindi, nemmeno sono essendo ben avanti nella storia) è la carenza di sintonia nella tanto ostentata famiglia eletta a fulcro tematico del racconto, dove è assente il calore e l’affetto che dovrebbero provare all’interno del quartetto composto da mariti e mogli, fratelli e migliori amici. Se sulla carta Pedro Pascal, Vanessa Kirby, Joseph Quinn e Ebon Moss-Bachrach avevano tutte le potenzialità per fungere da squadra vincente, funzionano invece singolarmente senza però mai fondersi in una cosa sola. Non c’è complicità nel rapporto tra Reed Richards e Susan Storm, non riescono nemmeno a crearla con i loro altri compari, dei Johnny e Ben che tra loro interagiscono con più convinzione di quanto faccia il resto della comitiva, ma non a sufficienza per restituire l’alchimia necessaria per i Fantastici Quattro o di un gruppo famigliare genuinamente coeso. Nulla a che vedere con i compari animati de Gli Incredibili - non a caso Michael Giacchino è stato chiamato anche qui per la colonna sonora - né sul come si ritrae una famiglia con dei superpoteri, né tanto meno su quel retrofuturismo che costituisce l’ambiente in cui muoversi. E pensare che in partenza sono stati proprio i personaggi della Pixar a trarre ispirazione dai fumetti basati sui soggetti di Jack Kirby e Stan Lee.
Un trentasettesimo film per il MCU le cui sorti, comunque, sono dubbie tanto quanto la sceneggiatura su cui si muovono I Fantastici Quattro. Con il direttore creativo Kevin Feige che ha annunciato il reset completo del cosmo messo a punto dal 2008 e proseguito nel corso dei successivi e ininterrotti anni con l’arrivo del prossimo Avengers: Secret Wars. Non un reboot, ma un azzeramento per un nuovo inizio che avrà il via con gli X-Men. Tutto sembra tendere verso alle soluzioni più disparate (e disperate) per la Marvel - ricordiamo l’aver svelato che il personaggio di Harrison Ford in Captain America: Brave New World era Hulk Rosso fin dal trailer, “spoiler” che non avrebbero mai usato come gancio promozionale in tempi meno recenti. Che possa esserci allora una ri-partenza anche per I Fantastici Quattro, di cui a questo punto si spera in un buona la seconda.











































