
Marvel, a che punto eravamo rimasti?
Intanto nelle sale esce "Captain America: Brave New World"
13 Febbraio 2025
Quando Anthony Mackie, il nuovo Captain America, è passato per Roma a presentare il film del MCU, Brave New World, ci ha tenuto a specificare che l’universo dei supereroi non è stato sottoposto ad alcun re-branding, ma esattamente come fu Il primo Vendicatore nel 2011 è solo un (nuovo) inizio. Non potrebbe essere altrimenti vista la lunga pausa di riflessione che si è presa la Marvel, messo in standby il suo mondo per un anno dedicando una sola uscita cinematografica a Deadpool & Wolverine, mentre doveva affrontare la crisi del box-office - soprannominata “stanchezza da supereroi” - dopo le pessime uscite di Ant-Man and the Wasp: Quantumania e The Marvels, entrambi flop del 2023, e il contraccolpo subito dall’arresto e il processo del suo villain prescelto, il Kang di Jonathan Majors. «Tutti sappiamo che sarebbe impossibile eguagliare Infinity War o Endgame, anche perché quando una cosa di chiama “Endgame” sai bene che non puoi tornare indietro. È la fine dei giochi. Come ricominci da capo?». La risposta, sempre per l’interprete, è proprio Captain America: Brave New World, ma non è detto che possa essere lo stesso per il pubblico. «Se si guarda alla fondazione del suo universo - prosegue l’attore - Questo film è molto simile a Il primo Vendicatore. Si trova allo stesso punto di partenza e viene usato per settare la prossima scalata e raggiungere l’apice come è stato per Endgame. È un tassello necessario per le varie storyline così da poter presentare la generazione seguente e avviarsi verso la Fase successiva».
Esattamente, perché Brave New World non è nemmeno il primo film della prossima Fase del MCU, ma si pone sulla coda finale della quinta e altalenante parentesi aperta nel febbraio del 2023 dal terzo film di Ant-Man e che si concluderà con il prossimo Thunderbolts* in uscita a maggio. La posizione del trentacinquesimo film della Marvel è ambigua come il suo sopraggiungere in un momento di stallo da parte del MCU, che per quanto convinto di poter risanare le ferite inflitte dalle pellicole post-Endgame, inevitabili in quanto effettiva chiusura di un’era, fa finta di dimenticare di avere un personaggio e un attore privi di carisma, usando la spavalderia necessaria per non piangere definitivamente su se stessi. E non è semplicemente perché «Non sei Steve Rogers», come gli viene detto nell’opera, visto che nemmeno Chris Evans era il divo che è diventato successivamente, portandosi dietro il carico (e lo scudo) del personaggio a cui dovrà per sempre l’effettiva fama. Mackie impersona un protagonista che non funziona come protagonista. È meglio come spalla comica o parte di un duo - l’esempio è una delle effettive serie dignitose della Marvel su Disney+, Falcon and the Winter Soldier - ma che invece prende in carico questo film da considerarsi ibrido per la sua collocazione temporale e per il non avere un’effettiva star a brillare nel ruolo di Captain America, facendo di Brave New World un tentativo cauto e discreto con cui provare ad avanzare.
Giusto un passettino ulteriore per cercare di arrivare almeno fino all’effettiva riapertura di una speranza per il MCU, I Fantastici Quattro - Gli inizi, previsto comunque per il 2025 e primo film della Fase 6 che, tanto per fare un passo in avanti, ha giusto in programmazione cinque pellicole sugli Avengers e un’altra con il personaggio più amato della Marvel, Spider-Man. Con Captain America: Brave New World si tratta di dover stringere i denti, di arrivare senza arrancare troppo al prossimo luglio, dove ad accogliere a braccia aperte il pubblico ci saranno non solo alcuni degli eroi più apprezzati dei fumetti Marvel, ma tre su quattro personaggi sono anche dei volti capaci di richiamare da soli pubblico, formando una vera e propria potenza/alleanza. È il segreto della loro “famiglia”, concetto su cui sembra vertere principalmente il cinecomic, di cui fanno parte Pedro Pascal, Joseph Quinn (insieme, entrambi, ne Il gladiatore 2), Vanessa Kirby e lo zio Richie di The Bear, Ebon Moss-Bachrach. Il punto in cui si trova dunque il MCU è di pura resistenza, e lo si capisce anche dalla mossa di marketing di svelare il grande colpo di scena nel film fin dai materiali promozionali. Forse unica soluzione per contrastare le continue proiezioni di prova che non facevano altro che suscitare scontento nel pubblico, tanto da aver avuto più volte bisogno di reshoot aggiuntivi, ritardandone l’uscita da luglio 2024 a febbraio 2025.
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— Terry Hague (@TezzaBelle88) February 11, 2025
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Harrison Ford, che prende il posto del compianto William Hurt nel ruolo di Thaddeus Ross, è il famigerato Hulk Rosso ed è, a tutti gli effetti, l’unico traino con cui la Marvel ha pensato (giustamente) di poter promuovere il film. Svelando un mistero che, se fossimo stati nei fasti del MCU, sarebbe stato riservato alla scoperta graduale dei segreti da tenere in serbo all’interno della pellicola, premio per chi pazientemente avrebbe atteso la sua fine e che, proprio per non farsi spoilerare la grande rivelazione che sempre ha caratterizzato i titoli Marvel (e, nel tempo, anche troppo) sarebbe corsa il primo weekend disponibile per vederla al cinema e non rischiare di farsela svelare da qualche commento sui social. Un’operazione evidente visto che la trasformazione avviene in maniera lenta e graduale all’interno del film, mossa da un agente esterno (il quale non citiamo, ma si trova nella lista del cast su Wikipedia) che, per anticipare quella sorta di ri-lancio del MCU, si ricollega a avvenimenti del passato. Talmente passato che, alcuni, nemmeno se lo ricordano, e che sarebbe stata anche una mossa furba collegare a Captain America: Brave New World se avesse significato fare davvero tabula rasa per poi ripartire con l’intero universo. Passo che, è evidente, non avviene, prolungando la domanda: quando tornerà di nuovo ad essere grande la Marvel? Dovendo ormai probabilmente aggiungere al quesito un “se”. Quando e se tornerà di nuovo grande la Marvel.