A Guide to All Creative Directors

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L’Unione Europea e gli Stati Uniti sono sempre più distanti

Tra le due potenze non scorre più buon sangue diplomatico

L’Unione Europea e gli Stati Uniti sono sempre più distanti Tra le due potenze non scorre più buon sangue diplomatico

Poche ore dopo il recente attacco degli Stati Uniti contro tre siti nucleari iraniani, il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz ha elogiato l’operazione voluta da Trump, dicendo che non c’era alcuna ragione per criticare l’amministrazione statunitense per la mossa che aveva compiuto. Non è una presa di posizione scontata: la maggior parte dei leader europei ha evitato di sostenere gli Stati Uniti in modo così esplicito. Questo anche perché quasi tutti i Paesi europei sono finiti piuttosto ai margini delle recenti manovre diplomatiche, volte ad evitare un’escalation della guerra fra Israele e Iran. Più in generale, i vertici dell’Europa ultimamente non sono stati neanche tenuti in considerazione nella lunga e un po’ sconclusionata serie di misure annunciate da Trump da quando si è insediato. Attualmente, l’Europa non sembra avere grandi margini di intervento in questioni diplomatiche centrali per la comunità internazionale, tra cui le trattative sulla guerra in Ucraina o il futuro della Striscia di Gaza, tra le altre cose. L’Unione Europea e i suoi leader non sono riusciti a reagire in modo compatto neppure quando Trump annunciò – per poi fare un passo indietro – l’introduzione di enormi e problematici dazi sulle merci straniere in entrata negli Stati Uniti. Tale impasse si è vista soprattutto con le imposte sulle importazioni di alluminio e acciaio, che invece sono state prima confermate e poi raddoppiate. Inizialmente Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione Europea, aveva promesso ritorsioni, per poi optare per delle negoziazioni evitando così l’inizio di una guerra commerciale. Come ha commentato il quotidiano statunitense Politico, tutto questo evidenzia la crescente marginalità dell’Europa agli occhi dell’amministrazione statunitense. «Gli Usa hanno smesso di fingere di considerare l’Europa come un player di rilievo nella diplomazia internazionale», si legge su Politico

La crescente tensione tra Stati Uniti e Unione Europea è alimentata da una visione sempre più critica da parte di alcuni esponenti dell’amministrazione-Trump. Come racconta il Financial Times, un documento del Dipartimento di Stato firmato da un consulente vicino al segretario di Stato, Marco Rubio, ha fatto emergere in maniera ancora più netta questa frattura. Il testo parla di un presunto allontanamento dei Paesi europei dai principi democratici e accusa alcune istituzioni politiche del continente di essere contro i loro stessi cittadini. Il documento ha sorpreso molti osservatori, non tanto per i contenuti – che in parte riflettono la retorica tipica di Trump e alimentano un’opinione già presente negli ambienti conservatori statunitensi –, quanto per il fatto che sia stato pubblicato in maniera ufficiale dal Dipartimento di Stato. La diffidenza che una parte dell’amministrazione-Trump nutre verso l’Unione Europea è dovuta anche all’idea che quest’ultima non contribuirebbe in maniera adeguata alla propria difesa.

 

Da tempo, Trump accusa l’Europa di approfittare  della protezione militare offerta dagli Stati Uniti, che dispongono di un apparato militare avanzato, di tecnologie all’avanguardia e di un sistema d’intelligence tra i più efficaci al mondo senza un adeguato riconoscimento. Proprio per questo, da mesi l’Europa sta valutando la possibilità di riarmarsi, nel tentativo di essere più indipendente dagli Stati Uniti, considerati non più così affidabili come un tempo. Lo stesso Trump, negli ultimi mesi, ha fatto molte pressioni sui leader europei affinché aumentassero la spesa militare dei Paesi membri della NATO, portandola al 5% del rispettivo Prodotto Interno Lordo (PIL). A tal proposito, il presidente americano di recente ha diffuso lo screenshot di un messaggio di un utente salvato sulla sua rubrica come Mark Rutte, cioè il segretario generale della NATO, dove tra le altre cose si legge: «Riuscirai a ottenere qualcosa che nessun presidente americano è riuscito a fare negli ultimi decenni. L’Europa pagherà un sacco di soldi, come è giusto che sia, e sarà una tua vittoria». Il riferimento è all’aumento della spesa militare del continente. Il messaggio – se dovesse essere fondato – è sembrato a tanti osservatori eccessivamente ruffiano, come se Rutte (che è l’ex primo ministro dei Paesi Bassi) volesse “fare le fusa” a Trump. In sostanza, l’idea che in molti hanno condiviso è che oggi gli Stati Uniti sembra possano fare a meno dell’Europa, mentre l’Europa non può ancora fare a meno degli Stati Uniti.