
I cantanti non vogliono che Trump utilizzi i loro brani L'ultima a prendere posizione è stata Sabrina Carpenter, ma la lista è lunga
Di recente, l’ICE, l’agenzia federale degli Stati Uniti che si occupa di immigrazione e che risponde direttamente alla Casa Bianca, ha utilizzato il brano Juno di Sabrina Carpenter come sottofondo di un video in cui promuove attività giudicate da molti controverse ed eccessivamente violente nei confronti delle persone migranti.
Juno parla di un’attrazione talmente intensa verso un uomo da far desiderare alla persona che la prova di avere un figlio con lui; in concomitanza con il verso «Have you ever tried this one?» («Hai mai provato questa posizione?»), a ogni concerto Carpenter mima in maniera giocosa una posizione sessuale diversa o una scenetta ironica.
Nel video diffuso dall’ICE, la frase in questione è stata trasformata in uno slogan sarcastico, accompagnato dalle immagini dell’arresto di diverse persone immobilizzate a terra. Carpenter ha immediatamente preso le distanze dal filmato, definendolo «malvagio e disgustoso», intimando all’amministrazione Trump di non utilizzare più la sua musica.
Il mondo della musica contro Trump
@abcnewsaus Two-time Grammy Award winner Sabrina Carpenter has slammed the White House for using one of her songs in a social media post about Immigration and Custom Enforcement (ICE) raids, telling the Trump administration to never involve her in its "inhumane agenda". #ABCNews #SabrinaCarpenter #DonaldTrump
original sound - ABC News Australia
Non è la prima volta che la Casa Bianca usa brani pop di successo nei video promozionali. Di recente, Olivia Rodrigo ha criticato lo staff di Trump per aver utilizzato un estratto della sua canzone All-American Bitch in un filmato pubblicato sull’account Instagram del Dipartimento per la Sicurezza Interna volto a incoraggiare gli immigrati irregolari a lasciare gli Stati Uniti.
Nell’agosto del 2024, invece, l’Universal Music ha richiesto formalmente al Partito Repubblicano di smettere di usare le canzoni degli Abba durante gli eventi della campagna elettorale per le presidenziali. La casa discografica ha preso posizione dopo che tre canzoni del celebre gruppo svedese (Money, Money, Money, The Winner Takes It All e Dancing Queen) erano state riprodotte durante un comizio di Trump in Minnesota. Poco tempo prima, anche il management e la casa discografica della cantante canadese Céline Dion avevano fatto lo stesso rispetto all’utilizzo della celebre canzone My Heart Will Go On (colonna sonora di Titanic) in un comizio di Trump in Montana.
this video is evil and disgusting. Do not ever involve me or my music to benefit your inhumane agenda.
— Sabrina Carpenter (@SabrinaAnnLynn) December 2, 2025
Sono comunque ormai diversi anni che vari cantanti e musicisti si mostrano infastiditi nei confronti di Trump, arrivando a intraprendere azioni legali purché le loro canzoni non vengano usate durante gli eventi elettorali del Partito Repubblicano. Nel 2020, il cantante e musicista canadese Neil Young fece causa a Trump presso un tribunale federale statunitense, accusandolo di violazione del copyright per aver usato due sue canzoni, Rockin’ in the Free World e Devil’s Sidewalk, durante un comizio in Oklahoma.
Oltre a Neil Young, agli ABBA, a Olivia Rodrigo e a Sabrina Carpenter, molti altri artisti hanno preso posizione contro l’uso indiscriminato delle proprie canzoni da parte dello staff di Trump: tra questi ci sono Rihanna, Elton John, Pharrell Williams, i Rolling Stones, Axl Rose, i R.E.M. e Adele. Inoltre, è piuttosto elevato il numero di cantanti e gruppi che hanno criticato pubblicamente Trump e la sua retorica – come nel caso dei Green Day, di Taylor Swift, di Katy Perry o Bruce Springsteen.
Si può impedire a Trump di usare un proprio brano?
@greendayitaly Billie Joe Armstrong, at Green Day's show in China, just changed American Idiot lyrics AGAIN—this time calling out Trump! "I'm not a part of a Donald Trump agenda". A few weeks ago, he had already switched them to call out Elon Musk! #greenday #billiejoearmstrong #donaldtrump #trump @Green Day suono originale - Green Day Italy
Ma un cantante ha realmente la facoltà di impedire a un politico di usare una sua canzone? E quali sono gli effettivi margini di intervento in questi casi? La questione è stata affrontata anche dal New York Times, che ha sottolineato come negli Stati Uniti la maggior parte dei comitati elettorali goda di ampia libertà nell’utilizzo di brani musicali, grazie agli accordi, in alcuni casi piuttosto datati, che gli artisti stipulano con le società-intermediarie di gestione dei diritti d’autore.
Tuttavia, negli Stati Uniti numerosi cantanti e musicisti chiedono che l’uso delle proprie canzoni in ambito politico venga assimilato all’utilizzo nel settore cinematografico o pubblicitario, dove è necessario un esplicito accordo con chi detiene i diritti di un brano per poterlo riprodurre.
Resta il fatto che prima dell’arrivo di Trump alla Casa Bianca era sufficiente che un artista esprimesse apertamente la propria contrarietà all’uso di una sua canzone nel contesto politico perché un partito o un candidato, sia di destra che di sinistra, rinunciasse immediatamente a impiegarla. Trump, invece, anche in questo caso porta avanti un approccio del tutto atipico, aggressivo e menefreghista, in linea con il suo approccio politico: come scrive il Washington Post rispetto alla questione che ha coinvolto Sabrina Carpenter, «lo staff di Trump è stato molto chiaro su un punto: non gli importa niente» delle lamentele delle cantante.













































