A Guide to All Creative Directors

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Sempre più americani vogliono lasciare gli Stati Uniti

A pochi mesi dall’insediamento di Trump alla Casa Bianca, ne hanno già abbastanza

Sempre più americani vogliono lasciare gli Stati Uniti A pochi mesi dall’insediamento di Trump alla Casa Bianca, ne hanno già abbastanza

Per alcuni cittadini statunitensi, la vittoria di Trump alle presidenziali è stata il pretesto per prendere concretamente in considerazione l’idea di lasciare il Paese. Non è un fenomeno del tutto nuovo, però con l’ultima tornata elettorale sembra aver guadagnato nuova rilevanza. La CNN riporta la storia di una persona che aveva già pensato di lasciare il Paese nel 2016, quando Trump fu eletto per la prima volta, ma che ha definitivamente trovato la determinazione per farlo solo nel 2025 – andando a vivere a Parigi. Dopo le elezioni, negli Stati Uniti diversi servizi di consulenza per trasferirsi all’estero hanno registrato un grosso aumento di richieste. Il sito Bureaucracy.es, specializzato nell’assistenza a chi vuole andare a vivere in Spagna, ha dichiarato un incremento superiore al 300% di consulenze per ottenere un visto. Anche il portale Welcome to Portugal ha notato un’impennata del traffico web proveniente dagli Stati Uniti dopo l’elezione di Trump.

Anche la fondatrice di Expatsi – un’azienda che aiuta i cittadini statunitensi a orientarsi nel processo di trasferimento all’estero – parla di un aumento collettivo dell’interesse: nei dieci mesi precedenti le elezioni, circa 60mila persone avevano completato il test offerto dalla piattaforma per individuare il Paese più adatto alle proprie esigenze, mentre nei pochi giorni successivi al voto oltre 48mila nuovi utenti hanno compilato lo stesso questionario. Anche tra i volti più noti di Hollywood la rielezione di Trump ha favorito un'ondata di trasferimenti. La cantautrice Courtney Love sta cercando di ottenere la cittadinanza britannica, mentre la conduttrice televisiva Ellen DeGeneres e la moglie Portia de Rossi sarebbero già andate a vivere – almeno momentaneamente – nel Regno Unito. Lo stesso avrebbero fatto gli attori Ryan Gosling, Eva Mendes e America Ferrera. Nonostante il trend sia diffuso in tutti gli Stati Uniti, tra celebrity e non, ovviamente per le persone più abbienti è più semplice per chi ha le giuste risorse.  

Il caotico mandato di Trump

Negli ultimi giorni, numerose città statiunitensi sono state teatro di manifestazioni contro la presidenza di Donald Trump. Le più partecipate si sono svolte a Washington, Chicago e New York, con cortei e sit-in registrati anche in molti centri minori. Le proteste si sono svolte durante il primo fine settimana immediatamente dopo l’annuncio degli ingenti dazi voluti da Trump, una mossa che ha provocato i peggiori ribassi di Wall Street degli ultimi anni e che potrebbe far impennare l’inflazione nel Paese, con il rischio concreto di una recessione su scala globale. I manifestanti non si sono mobilitati solo per questa ragione: ad alimentare le proteste sono state anche le altre numerose e controverse misure adottate da Trump dall’inizio del suo mandato. Ad esempio, i licenziamenti di massa nelle agenzie federali e la cancellazione di fondi hanno cambiato profondamente l’organizzazione di questo comparto lavorativo, essenziale per il Paese. A capo di questi tagli c’è il dipartimento per l’Efficienza del governo, noto con la sigla “DOGE” (Department of Government Efficiency) e guidato da Elon Musk.

Tra le decine di ordini esecutivi che il nuovo presidente statunitense ha firmato dal giorno del suo insediamento – avvenuto meno di tre mesi fa – alcuni dei più importanti riguardano l’immigrazione. In questo ambito, la misura più estrema è quella che cerca di annullare il diritto di cittadinanza per i figli di immigrati irregolari – in un Paese, gli Stati Uniti, dove da sempre vige lo ius soli, tale per cui chiunque nasca su quel territorio ne diventa automaticamente cittadino. Trump, inoltre, sta smantellando i programmi governativi dedicati all’inclusione e alla diversità, revocando le misure introdotte in passato per tutelare le persone trans sul posto di lavoro. Di fronte a queste politiche, giudicate da molti osservatori caotiche e imprevedibili, non sorprende che l'ex cancelliera tedesca, Angela Merkel, abbia ammesso nella sua autobiografia di aver commesso un errore nel considerare Trump una persona e un capo di Stato «normale».