
Adesso Papa Leone ce l'ha con l'AI La faida tra Vaticano e Silicon Valley che sta dividendo l’opinione pubblica
L'AI fa discutere in tutto il mondo, anche in Vaticano. Di recente, come spiega il Post, Papa Leone XIV, che in occasione della seconda conferenza annuale di Roma sull’Intelligenza Artificiale si è espresso sul tema della progressiva integrazione dell’AI nel panorama contemporaneo dichiarando che la Chiesa deve «rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro».
Cosa ha detto il Papa?
Già a giugno, il Papa ricordò che l’AI solleva «domande preoccupanti circa le sue possibili ripercussioni sull’apertura dell’umanità alla verità e alla bellezza, sulla nostra particolare capacità di comprendere ed elaborare la realtà». Anche lo scorso novembre il Papa ha ribadito le sue perplessità rispetto al ruolo sempre più determinante degli algoritmi nelle nostre vite: «La logica degli algoritmi tende a ripetere quello che “funziona”, ma l’arte apre a quel che è possibile», ha detto. La scorsa settimana, il Papa Leone XIV ha parlato di un’evoluzione tecnologica che potrebbe «accentuare le ingiustizie, invece di contribuire a dissolverle», sottolineando l’esigenza di «modificare la traiettoria dello sviluppo e riparare i danni già inferti all’unità della famiglia umana».
Queste dichiarazioni hanno attirato le attenzioni di alcuni personaggi del settore tecnologico statunitense, che più di ogni altro sta investendo nell’intelligenza artificiale. Molte aziende, mosse da interessi e importanti capitali, hanno risposto a questo tentativo di regolarizzare il settore appellandosi al Congresso statunitense, chiedendo una moratoria che, se fosse passata, avrebbe vietato ogni regolamentazione delle AI.
L’opposizione di una parte della Silicon Valley nei confronti del Papa, non come un rifiuto frontale della sua figura, ma in forme ideologiche, è diventata evidente lo scorso novembre, quando, sul suo profilo X, Leone XIV ha invitato «tutti i costruttori di AI a coltivare il discernimento morale come parte fondamentale del loro lavoro; a sviluppare sistemi che riflettano giustizia, solidarietà e un autentico rispetto per la vita». Marc Andreessen, cofondatore del fondo di investimenti Andreessen Horowitz, uno dei più ricchi e influenti della Silicon Valley, ha commentato ironicamente il post del Papa con un meme usato per esprimere scetticismo: poche ore dopo il tweet è stato cancellato, dopo aver ricevuto molte critiche.
Cosa sta succedendo con l’AI
@kengreen531 Incase you missed it.... President Trump on AI President Trump has signed an executive order to block the states from regulating Artificial Intelligence, to keep us "UNIFIED" like top rival China
original sound - Kelvis
Lo scontro tra Vaticano e Silicon Valley aveva già un precedente ai tempi di Papa Francesco, che al G7 del 2024 parlò dei rischi dell’IA di rafforzare un paradigma tecnocratico, aumentare le disuguaglianze tra Paesi e favorire la “cultura dello scarto”, sottolineando la necessità di riflettere eticamente sul suo sviluppo. La recente alleanza tra la Casa Bianca e le aziende tecnologiche costituisce un’ulteriore difficoltà per il Vaticano, rendendo il discorso più complesso . Ne è un esempio l’ingresso nel dibattito pubblico di figure come Mark Zuckerberg, Peter Thiel e Elon Musk, tecnocrati futuristi.
Con le sue dichiarazioni, quindi, il Vaticano si è inserito nel feroce dibattito sull’intelligenza artificiale che da qualche anno sta dividendo l’opinione pubblica. Da una parte ci sono i “tecno-ottimisti” come Andreessen, dall’altra ci sono le voci più critiche di chi si occupa delle questioni etiche della tecnologia.
Con l’elezione di Donald Trump questo divario ha assunto una dimensione politica, con le voci più critiche che sono spesso accusate nelle occasioni in cui si richiede maggiore sicurezza nel campo AI. Eppure, alcune delle preoccupazioni sollevate restano concrete, come l’elevato consumo energetico dei data center necessari al suo funzionamento, o il rischio che l’ambizione legata alla sua ottimizzazione possa portare alla scomparsa di alcune professioni.
A sollevare dubbi è la creazione di sistemi come AGI, la cosiddetta Artificial General Intelligence (intelligenza artificiale forte, o AGI), un sistema AI 2.0 per intenderci, capace di replicare l’attività mentale umana. Un’entità tecnologica su cui parte delle aziende del settore sono pronte ad investire. L’esempio del “Basilisco di Roko”, inizialmente pubblicato da Less Wrong nel 2010 da un utente chiamato Roko, riflette la natura mistica o pseudoreligiosa di alcuni esperti e sviluppatori AI. Un esperimento mentale secondo cui una superintelligenza artificiale benevola, in futuro, potrebbe decidere di punire chi ne abbia ostacolato o rallentato lo sviluppo: una sorta di ricatto dal futuro a cui molti, tra cui Musk, dicono di credere, forse fomentato dalle enormi aspettative nello sviluppo futuro della tecnologia.
Cosa c’entra l’AI con il Vaticano?
Lol marc andreesen deleted all tweets mocking the pope after growing_daniel absolutely destroyed him. It’s over https://t.co/GqVtHIiuKZ pic.twitter.com/czrokQ95IN
— NIK (@ns123abc) November 9, 2025
Sempre in materia religiosa “anticristo", è l’appellativo destinato a coloro che si oppongono al progresso dell’AI. Così chiamati da Peter Thiel, co-fondatore di Palantir, azienda statunitense di data analytics e intelligenza artificiale specializzata in software per governi e grandi istituzioni. Una figura controversa della Silicon Valley a cui il The New Yorker dedicò un celebre ritratto, tra i primi a sostenere il governo Trump. Tra le persone accusate di essere «legionari dell’Anticristo» da Thiel ci sarebbero l’attivista svedese Greta Thunberg e Papa Leone XIV. Per quanto estrema, l’opinione di Thiel è importante, sia per l’influenza che ha nel settore tecnologico, sia perché è stato uno dei principali sponsor politici di J.D. Vance, oggi vicepresidente degli Stati Uniti, a cui avrebbe consigliato di non ascoltare le parole del Papa sulle AI, nonostante Vance si sia convertito al cattolicesimo nel 2019.
Sono queste ideologie a preoccupare molti, tra cui Massimo Faggioli, professore di Scienze religiose al Trinity College di Dublino: «un misto di vecchio conservatorismo religioso e di futurismo iper-tecnologico». La loro circolazione rappresenta una sfida inedita per la Chiesa cattolica: non perché possano sostituirsi al cattolicesimo, ma perché potrebbero influenzarlo. L’elezione di un papa statunitense è dunque avvenuta in un momento cruciale e contribuisce a spiegare l’interesse della Silicon Valley per il Vaticano in questi mesi, che in questo caso coincide con un attrito ideologico.
Le preoccupazioni del papa sono frutto anche della sua matrice agostiniana che prevede «uno sguardo disincantato e scettico circa il richiamo delle sirene della modernità e del progresso», dice Faggioli. Paolo Benanti, professore di Etica dell’intelligenza artificiale alla LUISS e membro dell’organo consultivo sull’AI delle Nazioni Unite, conviene sul fatto che la questione religiosa sia sempre più presente nel dibattito tecnologico statunitense. Benanti fa anche notare che la Silicon Valley ha da sempre un atteggiamento apertamente ostile nei confronti delle istituzioni classiche, dalle banche ai media.
Alla luce dei recenti fatti verrebbe da chiedersi quali potrebbero essere le conseguenze di questo scontro ideologico e come possono influire sull’ottimizzazione della tecnologia AI e sull’uso che ne faremo in futuro. Chi tra Papa Leone XIV e la Silicon Valley è disposto a scendere a compromessi?













































