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Come la crisi climatica mette a repentaglio il Made in Italy

Le alluvioni hanno colpito uno dei più grandi distretti tessili d'Europa, Prato

Come la crisi climatica mette a repentaglio il Made in Italy Le alluvioni hanno colpito uno dei più grandi distretti tessili d'Europa, Prato

Le ondate di maltempo che hanno colpito la Toscana sono l'ennesimo campanello d'allarme che risuona nel nostro Paese e che riguarda una situazione ambientale che si fa, anno dopo anno, sempre più precaria. Le alluvioni comportano non solo vittime, feriti e la distruzione di abitazioni disseminate sul territorio, ma rischiano di pesare sull'industria della moda in un'area geografica del nostro Paese in cui il settore non solo è riconosciuto come un fiore all'occhiello, ma dà sostentamento a intere famiglie. Tra le zone colpite dalle inondazioni di questo mese c'è difatti Prato, uno dei più grandi distretti tessili d'Europa, specializzato nella produzione e lavorazione di cotone, lana e viscosa. In molti casi, le fabbriche sono state compromesse tanto che i lavoratori non sono riusciti ad accedervi, ritardando così i ritmi di produzione. Il governo ha erogato i primi aiuti: 100 milioni di euro a fondo perduto per coprire le perdite materiali (macchinari, attrezzature, scorte di magazzino, immobili) subite dalle aziende che esportano almeno il 3% del fatturato o che, pur non esportando, producono – come succede spesso nel distretto tessile pratese – per altre aziende della filiera che sono esportatrici. La seconda misura consiste in finanziamenti agevolati per 200 milioni di euro, mentre la terza è la sospensione fino al 30 giugno 2024 dei pagamenti sui finanziamenti in essere che attingono al fondo 394, e che in Toscana interessano 2.200 imprese per oltre 400 milioni.

Dopo le alluvioni che a maggio avevano colpito l'Emilia Romagna, è la seconda volta nel giro di 7 mesi che l'Italia si ritrova in una situazione di allarme. Le stesse fabbriche vedono un altro rischio, poiché le alluvioni non mettono a repentaglio solamente la materia prima, quanto anche i macchinari messi a disposizione per la lavorazione, come nelle aree industriali di Oste di Montemurlo, di Carmignanello, nei quartieri sud sul versante di Campi Bisenzio (Firenze). Nonostante gli aiuti economici, l'allarme resta così come la preoccupazione di quanto il problema peserà sulla solidità, già precaria, del Made in Italy. «Tante aziende sono state spazzate via, e non so se ce la faranno a ripartire», ha sottolineato Danila Mazzi, presidente della Camera di commercio di Prato-Pistoia.