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L'Italia proverà a risolvere il problema affitti brevi

La nuova proposta di normativa del Ministero del Turismo potrebbe essere il primo passo

L'Italia proverà a risolvere il problema affitti brevi La nuova proposta di normativa del Ministero del Turismo potrebbe essere il primo passo

Lo scorso maggio, mentre l'Italia si indignava di fronte alla campagna Open To Meraviglia istituita dal Ministero del Turismo, la ministra Santanché aveva annunciato che avrebbe cambiato le leggi sui soggiorni turistici di breve durata, per abbattere il fenomeno di turismo sovradimensionato e interrompere lo spopolamento dei centri storici delle città italiane. Lo scorso 6 settembre, la ministra Santanché è tornata a parlare del ddl proposto sui social, scrivendo sulla sua pagina Facebook «Abbiamo affrontato la situazione degli affitti brevi in tempi non sospetti avviando, già mesi fa, tavoli di confronto con associazioni di categoria e degli inquilini, con le Regioni ed i Sindaci delle città metropolitane, per arrivare ad una proposta il più possibile condivisa. Senza dubbio quindi, in tempi rapidi abbiamo messo la questione tra le priorità da affrontare nel settore del turismo. Oggi abbiamo dato ai soggetti interessati il testo della nostra proposta normativa al fine di formulare soluzioni efficaci ed efficienti che possano essere altamente condivise.» Rispetto al ddl affitti brevi pubblicato lo scorso maggio, quello condiviso questo settembre dal governo italiano pone una maggiore attenzione sul problema dell'abusivismo turistico.

Il ddl affitti brevi 

La nuova proposta di normativa contro gli affitti brevi prevede come anticipato a maggio una stretta sui soggiorni. Obbligando ad un minimum stay di almeno due notti nelle strutture alberghiere situate nei centri storici, chiunque violi questa norma verrà multato fino a 5mila euro. L'ultima scheda propone inoltre la sostituzione del Codice identificativo regionale con il Cin, su scala nazionale, per riunire sotto un unico portale tutti i dati relativi alle strutture alberghiere italiane, in modo da centralizzarli. In questo caso, non effettuare la richiesta del Cin potrebbe costare una sanzione di 8mila euro. Il nuovo disegno di legge del Ministero del Turismo aggiunge un ulteriore limite al numero di appartamenti ad affitto breve di uno stesso proprietario, da 4 a 2. 

 

Le critiche mosse contro il nuovo ddl affitti brevi

La prima istituzione che ha risposto al nuovo disegno di legge del Ministero del Turismo è stata Federalberghi. Il presidente Bernabò Bocca ha  suggerito che, dato che chi affitta due appartementi per il weekend sta svolgendo un'attività commerciale, il governo dovrebbe alzare il minimum stay a tre notti. «Troviamo che la norma di New York sia la cosa migliore,» ha aggiunto Bocca riferendosi alle norme implementate nella Grande Mela questa settimana. «È possibile affittare solo se l’host vive nello stesso appartmento: tu a casa tua, dove abiti, puoi fare quello che vuoi ma se lo fai in un altro appartamento è un investimento, un’attività commercial a tutti gli effetti». Di opinione completamente opposta l'Aigab, l'associazione italiana gestori di affitti brevi, che trova le restrizioni incomprensibili e volte a rendere più complicata la vita del proprietario costringendolo ad aprire partita Iva. Pierfrancesco Maran, assessore alla casa del comune di Milano, crede che nessuna delle nuove norme aiuterà effettivamente la città. «Si tratta di un'occasione persa. È come dire che non cambia niente,» ha spiegato Maran.