
Come la cultura del secondhand è diventata un business esplosivo Dagli ideali della sostenibilità ai round di investimenti milionari
La crisi della moda che sta terrorizzando e paralizzando il settore riguarda certamente i prezzi alle stelle, la rilevanza culturale della moda stessa e la saturazione di un mercato su cui si stanno abbattendo le tempeste della geopolitica. Ma la vera radice di questi problemi è forse più astratta: rottasi l’equazione tra prezzo e valore, costringendo i clienti a pagare per un percepito sempre più esoso, è lo stesso modello di business del settore a mostrare segnali di rottura sempre più palesi. È un modello ormai antiquato e disfunzionale e l’ascesa del mercato secondhand rappresenta l’arrivo di un nuovo ordine che si prepara a sostituirlo. In effetti, come illustrato dal report The State of Fashion 2025 redatto da McKinsey & Company in collaborazione con The Business of Fashion, il resale arriverà a costituire il 10% del mercato globale dell'abbigliamento entro la fine dell'anno in corso, con un volume d'affari destinato a raggiungere i 350 miliardi di dollari entro il 2028 e una crescita annua composta del 12%.
È proprio in risposta a questa urgenza che, per fare un esempio recentissimo comparso durante l’ultima Milan Fashion Week, è stata annunciata alla stampa Resellify, una startup con sede a Milano fondata nel 2023 da Alessio Autore e Alessandro Pavoni, nata per velocizzare le dinamiche del resell. L’idea è quella di trasformare la rivendita in un'operazione istantanea: inserendosi direttamente negli e-commerce dei brand, ogni transazione si registra in automatico nel portfolio virtuale dell'acquirente, insieme a immagini, specifiche, misure, identificativi e dati sull'acquisto originario. Nel momento in cui si decide di rivendere un articolo, l’app permette di metterlo subito in vendita in un colpo solo su tutte le principali piattaforme come Vinted, Vestiaire, eBay o Depop senza obblighi di registrazione, redazione di testi o ripetizioni inutili. L'utente deve solo caricare scatti aggiornati per illustrare le condizioni correnti dell'oggetto. Per il futuro si parla anche di funzionalità extra tra cui la più importante è quella del baratto di capi.
Resellify possiede un potenziale rivoluzionario proprio perché incarna una svolta nel modello di business del settore: non è più importante quanti capi si vendono ma quante volte si vende lo stesso capo. E proprio mentre Resellify traccia questa traiettoria, un nuovo report di Vestiaire Collective ha mostrato che c’è stato avuto un balzo dell'88% nell'offerta di abbigliamento maschile sulla piattaforma negli ultimi tre anni, facendone uno dei comparti con il maggiore slancio. E anche la percezione sta cambiando: il 70% degli uomini seleziona acquisti pensando a un potenziale resale mentre il 59% dei suoi acquirenti appartiene ai Millennial o alla Gen Z, contro il 50% nel pubblico femminile. Il successo del resale è dato dai soliti tre dati: il 74% degli intervistati lo sceglie per il risparmio; resta importantissima la possibilità per collezionisti di cercare pezzi rari o pregiati anche nel campo di gioielli e orologi mentre la sostenibilità incide per il 39%, tanto che il 70% cura i propri indumenti in vista di future rivendite. Tutti dati interessanti, ma quanto è effettivamente cresciuto il mercato del secondhand oggi?
L’avanzata inarrestabile dei nuovi marketplace
Nel 2025, il mercato della moda second-hand ha registrato una crescita esponenziale che ha iniziato a manifestarsi già a gennaio, quando il segmento del lusso pre-owned ha dominato le spese millennial proiettando il mercato a 60,55 miliardi di dollari entro il 2029 da 34,39 miliardi nel 2023, e in agosto un altro report ha mostrato che il mercato globale ha toccato i 190 miliardi di dollari nel 2024 per salire a 208,6 miliardi nello stesso mese e proiettarsi verso i 521,5 miliardi entro il 2034. Per dare un’idea di quanto sia cresciuto, Vinted ha riportato ad aprile un incremento del 36% nei ricavi a 813,4 milioni di euro, equivalenti a oltre 926 milioni di dollari, con un utile netto salito del 330% a 76,7 milioni di euro, pari a 87,3 milioni di dollari e, a maggio, è diventato il principale rivenditore di abbigliamento in Francia per volume di vendite, superando i concorrenti omnicanale.
ThredUp, invece, ha annunciato a maggio i risultati del primo trimestre con ricavi a 71,3 milioni di dollari, in aumento del 10% annuo, e ad agosto ha registrato ricavi del secondo trimestre a 77,7 milioni di dollari, con un +16% annuo e un margine lordo del 79,5%. Nello stesso mese, The RealReal ha segnato ricavi record del secondo trimestre a 165 milioni di dollari, in crescita del 14% annuo, ha alzato la guidance annuale e ha ridotto il debito totale di 27 milioni di dollari attraverso scambi strategici, inclusa una diminuzione di 6 milioni di dollari sulle note del 2028.
Le iniziative delle piattaforme hanno misurato i risultati con progetti di espansione e campagne media che hanno rivelato una fiducia elevata nel mercato. ThredUp ha lanciato a inizio maggio una collezione vintage in partnership con Beyond Retro, che ha incluso oltre 17.000 pezzi di womenswear, e ha pubblicato analisi sul titolo che ha chiuso a 6,37 dollari. A metà settembre, WWD ha riportato che le tariffe e gli aumenti di prezzi hanno spinto la crescita nel second-hand di lusso negli USA con una domanda in aumento per borse usate. ThredUp ha svelato a fine settembre una nuova identità di brand con funzionalità AI e ha rilasciato il Rapporto sul Resale, che ha stimato il mercato second-hand globale a 367 miliardi di dollari entro il 2029. Mentre tra le più interessaanti iniziative, Vinted ha lanciato a settembre la serie TV RE/Style su Prime Video, in cui otto designer emergenti gareggiavano nel creare collezioni con capi usati da far debuttare alla London Fashion Week.
Fame di business
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E anche sul fronte degli M&A e degli investimenti, quest’anno è stato infuocato per il second-hand di lusso. Oltre all’app di Reseliffy che citavamo prima, a metà aprile, la piattaforma Faume ha raccolto 8 milioni di euro in un round guidato da Amundi Private Equity Transition per espandersi nel Regno Unito e in Italia, inclusa una partnership con Victoria Beckham per supportare infrastrutture di resale premium. A metà maggio, MySize ha acquisito asset chiave di Percentil, un marketplace spagnolo di moda second-hand, per riposizionarlo come piattaforma ad alto margine in Spagna, Francia, Germania e Italia. A inizio giugno, la piattaforma Ziniosa ha chiuso un round non divulgato da Inflection Point Ventures per scalare la propria piattaforma di luxury preloved in India, inclusa l’espansione nella categoria maschile. A metà giugno, Brandback, un’infrastruttura di resale più o meno simile a Resellify ha attirato 7,4 milioni di dollari in round pre-seed e seed per sviluppare infrastrutture di resale integrate nei carrelli online dei retailer.
Sempre a giugno, Vivrelle, un club di membership per il rental di handbag, gioielli e diamanti di designer ha incassato 62 milioni di dollari in un round Series C guidato dall’azienda di venture capital Protagonist per espandersi in nuovi mercati USA, diversificare l’inventario di designer e implementare tecnologie AI. A inizio luglio, Bought, una startup finlandese che automatizza il resale usando AI ha rilevato il marketplace Netflea, segnando la seconda acquisizione in sei mesi. Il 21 agosto, Rent the Runway ha completato una ricapitalizzazione guidata da numerose società di investimento per ottenere nuovo capitale ed espandersi ulteriormente. Infine, il 30 settembre, Save Your Wardrobe, un’app che usa AI per scansionare e tracciare capi, ha acquisito Les Raccommodeurs, ovvero una piattaforma francese B2B per repair e aftercare di vestiti, che gestisce servizi di riparazione per brand in-store e online, per integrare servizi di riparazione nella sua piattaforma digitale per wardrobe e resale.














































