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Meryll Rogge è la nuova direttrice creativa di Marni? Subito dopo aver vinto l'Andam Prize, la designer belga potrebbe presto essere a capo della Maison italiana

Tra i cambiamenti repentini che da un anno a questa parte non smettono di scuotere il sistema moda, la notizia dell’addio di Francesco Risso come direttore creativo di Marni è stata uno di quei casi in cui si può parlare davvero di fulmine a ciel sereno. Il designer italiano, in carica dal 2016, aveva guidato il brand per nove anni, succedendo alla fondatrice Consuelo Castiglioni e portando avanti, seppur con una cifra stilistica personale e riconoscibile, quella visione creativa per cui Marni si era imposto, piena di estro, colori e fuori dai soliti rigidi schemi milanesi. Se i primi rumor avevano suggerito il possibile arrivo di Ellen Hodakova Larsson, giovane designer svedese e vincitrice del LVMH Prize 2024, oggi secondo quanto riportato da WWD, un altro nome si sarebbe imposto tra i frontrunner: quello di Meryll Rogge. La stilista belga, che poche settimane fa ha conquistato il Grand Prix agli ANDAM Awards, sembra infatti essere considerata tra le figure più accreditate per prendere le redini creative del marchio controllato dal gruppo OTB. Il gruppo ha preferito non commentare ufficialmente le indiscrezioni, ma secondo WWD sarebbe proprio Rogge ad aver attirato le attenzioni maggiori nell’ultimo periodo. Oltre alla recente vittoria agli ANDAM, negli ultimi dodici mesi la designer di Gand è stata nominata Designer of the Year ai Belgian Fashion Awards 2024, è stata finalista al Woolmark Prize 2025 e ha visto le proprie creazioni indossate da celebrity come Dua Lipa, Chloé Sevigny e Rihanna. 

Classe 2008 dell’Antwerp Royal Academy of Fine Arts, Rogge aveva inizialmente sognato di diventare illustratrice, ma ben presto ha scelto di trasferire quell’approccio visivo sui tessuti. Dopo una lunga esperienza da Marc Jacobs a New York, dove ha ricoperto il ruolo di lead designer per sette anni, nel 2014 è rientrata in Belgio per diventare head of women’s design da Dries Van Noten. Nel 2020 ha poi lanciato il proprio brand omonimo, presentando regolarmente le collezioni a Parigi a partire dal 2021. Lo scorso marzo ha tenuto la sua prima sfilata ufficiale, mostrando una collezione ispirata a stampe vintage da carta da parati e opere d’arte rovinate, con un approccio volutamente ironico e positivo. Ad oggi, il futuro di Marni rimane formalmente aperto, ma rassicura, in un certo senso, il fatto che entrambe le designer al centro delle speculazioni siano donne e che quindi possano contribuire ad aumentare la quota rosa tra i direttori creativi dei principali brand. Nell’ultimo anno, tra l’entrata di Louise Trotter in Bottega Veneta, la profezia di Sarah Burton da Givenchy e la direzione di Veronica Leone, che ha riportato Calvin Klein nel calendario della NYFW, sembra che si stiano ripristinando (molto, ma molto lentamente) degli equilibri di diversity ormai perduti all’interno del sistema. Inoltre, sia Rogge che Larsson, rappresentano una possibile evoluzione del linguaggio di Marni, oscillando tra artigianalità upcycled e una sofisticata rilettura dell’heritage del brand, elevandolo con nuovi occhi più giovani. Si potrebbe dire che il futuro appare roseo in entrambi i casi.

Per capire a che punto si trova la direzione creativa della moda, visita la nostra Guida ai Direttori Creativi.