A Guide to All Creative Directors

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Mark Zuckerberg creerà un paio di occhiali per Prada?

La collaborazione tra Meta e EssilorLuxottica si estenderà a diversi brand del gruppo

Mark Zuckerberg creerà un paio di occhiali per Prada? La collaborazione tra Meta e EssilorLuxottica si estenderà a diversi brand del gruppo

Gli NFT sono morti, il metaverso è finito nel dimenticatoio e le criptovalute sono ormai roba da sfigati (come dimostrato da Elon Musk e Donald Trump). Eppure, tra le macerie del “tech craze” dei primi anni 2020, c’è una categoria di prodotti che, contro ogni pronostico, non solo è sopravvissuta ma ha trovato una nuova linfa vitale: gli smart glasses. Nessuno ci avrebbe scommesso, eppure, dopo il successo inaspettato della collaborazione tra Meta e Ray-Ban, i dispositivi hanno trovato un audience perfetta tra i maniaci delle tecnologie e il sistema moda.  Una collaborazione che dovrebbe espandersi sempre di più nel fashion, secondo quanto riportato ieri da CNBC, Meta si prepara a continuare la collab con EssilorLuxottica ampliandosi verso Oakley e Prada. Se con Ray-Ban l’operazione ha il sapore di un esperimento riuscito, tramite l’uso occhiali dal design familiare, dotati di assistente vocale e fotocamera integrata, il lancio imminente a fine mese di una linea firmata Oakley punta ora a un target più attivo e sportivo. Ma la vera notizia è quella di una possibile linea di smart glasses firmata Prada o Miu Miu, che si inserirebbe in un mercato ancora inesplorato dalle grandi Maison, potenzialmente fortemente lucrativo. Come sottolineato da alcuni ex-dipendenti di Meta, l’unione tra Meta e il brand di Miuccia Prada potrebbe essere quasi perfetta, data la struttura degli occhiali Prada, con le loro aste spesse offrirebbero lo spazio ideale per alloggiare microfoni, chip e altri componenti essenziali senza compromettere il design.

@nubesitaj In such shock I blank out , now I can look back #raybanmeta #rayban #metaglases #graduation #masters #camera #clemson original sound - Gypsy

L’unione tra tech e fashion si è improvvisamente riaccesa nell’ultimo anno, soprattutto nel segmento degli smart glasses. Un settore che, dopo anni di tentativi goffi e design discutibili, sta finalmente trovando un’estetica contemporanea e una funzione quotidiana. Proprio lo scorso mese, Google ha annunciato la sua partnership con Gentle Monster – brand di culto coreano, pioniere nell’eyewear – per sviluppare un nuovo modello di occhiali intelligenti. Ma non si tratta di un’iniziativa isolata, è solo il primo tassello di una strategia molto più ampia, infatti secondo quanto dichiarato ufficialmente, l’obiettivo di Google è creare occhiali che si possano indossare tutto il giorno, non solo per necessità tecnologiche ma per reale desiderio estetico. In quest’ottica, ha avviato una serie di collaborazioni con marchi che interpretano l’occhialeria in chiave lifestyle, come Warby Parker e, in futuro, Kering Eyewear. Con tutto questo movimento, l’impressione è che gli smart glasses stiano vivendo una seconda vita, molto più concreta e desiderabile. Il problema della desiderabilità però sussiste, dato che la collab con RayBan vedeva un paio di classici Wayfarer essere piazzati sul listino officiale del sito a non meno di 350 euro. Un forte aumento rispetto alla versione “normale”, che spesso viene venduta a meno di un centinaio di euro ai classici rivenditori del brand. Se l’espansione è stata tale per RayBan, bisogna aspettarsi un costo davvero elevato per gli smart glasses di Prada, considerando che l’eyewear del brand italiano spesso parte dai 300-e-passa euro. Non è così democratica alla fine questa revoluzione tecnologica.