
Il ballo in bianco di Dior per la Cruise 2026
In un omaggio alla Città Eterna, alle radici della sua direttrice creativa ma anche alla moda del Settecento
28 Maggio 2025
Anche se i paesaggi fiabeschi di Edimburgo fanno sognare, gli antichi edifici di Atene offrono lo scenario perfetto per uno storytelling di successo, e il calore racchiuso nelle mura di Siviglia è ideale per accogliere ospiti provenienti da ogni angolo del mondo per assistere a una sfilata, nessuna destinazione lontana, per quanto idilliaca, può superare il comfort della propria casa. Soprattutto quando quella casa è Roma, una delle città più belle d’Europa, se non del mondo. Maria Grazia Chiuri non ci contraddirebbe: dopo aver fatto fare il giro del mondo alla Maison Dior presentando le sue collezioni cruise dal Messico alla Scozia, la direttrice creativa della Maison francese ha scelto per la presentazione della Cruise 2026 di giocare in casa, presentando il suo show nella sua città natale: la Città Eterna. È infatti nel suggestivo scenario della Villa Albani, un edificio neoclassico del XVIII secolo le cui porte sono solitamente ben custodite e quasi sempre chiuse, che Dior ha tenuto ieri sera il suo primo ballo bianco, svelando una serie di principesse (quasi) monocromatiche.
Tra gli ottanta look che si sono susseguiti ieri al ritmo lento e controllato dei passi dei ballerini locali, anch’essi vestiti di bianco e abbigliati dai costumisti del film romano Toricelli, 31 appartenevano alla collezione Haute Couture della Maison. Realizzati con materiali nobili, che vanno dalla seta lucente al pizzo trasparente, in questa collezione si trovavano giacche a volte corte, a volte con la coda, che sembrano uscite direttamente dagli armadi degli Incroyables della Belle Époque, lunghe gonne a volte trasparenti e scolpite da ricami abbaglianti, a volte ornate di volant, ma anche trench e giacche in pelle più moderne, in un ensemble che ci conduce in un viaggio attraverso diverse epoche, lontane pur sempre vicine. Oltre a vestiti che ricordano una versione meno voluminosa ma altrettanto strutturata dei paniers dell’epoca di Maria Antonietta, alcuni outfit, in particolare il look numero 50, richiamano stranamente la tanto controversa Chemise à la reine, che all’epoca aveva scioccato la popolazione francese, scandalizzata nel vedere una sovrana rappresentata in abiti succinti.
La collezione si ispira infatti al famoso « Bal blanc », il primo grande ballo con un dress code monocromatico, tenutosi a Parigi nel 1930 da Mimi Pecci-Blunt, aristocratica collezionista romana e ex proprietaria del Teatro della Cometa di Roma, attualmente ristrutturato dalla stessa Maria Grazia Chiuri. È quindi intorno a questa figura romana, al suo grande ballo e ai suoi successi, che ruota questa Cruise 26, rendendo omaggio per procura alla Belle Époque che l’ha vista nascere e crescere. «Lavorava durante la Seconda Guerra Mondiale. Fu un momento terribile, ed era ossessionata — almeno — dall’organizzazione di concerti, rappresentazioni teatrali, esposizioni d’arte. Anche M. Dior aveva una galleria a Parigi durante questo periodo», spiega Maria Grazia Chiuri. «Avevano speranza nel cuore per il futuro. Penso che questo sia ciò che è l’arte: dà speranza per il futuro», continua. Speranza, infatti, è ciò che si percepisce guardando gli ottanta look di questa collezione, molto meno drammatici e incomprensibili rispetto alle precedenti creazioni della direttrice artistica romana. Sebbene il suo futuro in Dior non sia ancora confermato — si mormora addirittura che possa unirsi a Fendi, voce rafforzata dalla presenza ieri alla sfilata di Silvia Venturini Fendi — Maria Grazia Chiuri firma con questo show un ritorno alle origini che fa bene, e che non ci è dispiaciuto.