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L’anti-quiet luxury di Lukas Mattson in “Succession”

La risposta al guardaroba dei miliardari? Il normcore svedese

L’anti-quiet luxury di Lukas Mattson in “Succession” La risposta al guardaroba dei miliardari? Il normcore svedese

Nell’arco delle ultime cinque settimane la quinta stagione di Succession è riuscita non solo a totalizzare ascolti record ma anche a riaccendere il dibattito intorno al tema del quiet luxury, su cui commentatori e insider della moda (noi inclusi) hanno ricamato ampiamente negli scorsi giorni. Con l’ultima puntata andata in onda domenica negli USA, però, titolata Kill List, la serie sembrerebbe aver preso improvvisa consapevolezza dei limiti del quiet luxury che ha reso famoso contrapponendolo a un insospettabile rivale: il normcore svedese. Giunti tra le montagne e le foreste della Norvegia per negoziare con il miliardario Lukas Mattson, interpretato da Alexander Skarsgård e ispirato a vari miliardari reali come Elon Musk, Daniel Ek di Spotify e Peter Theil di PayPal, i protagonisti americani dello show si trovano completamente fuori luogo nel mezzo di natura e attività fisiche all’aria aperta, sul fondale del vero Juvet Landscape Hotel che è stato anche la location di Ex Machina anni fa. Qui non si scontrano solo due culture e due tipi di intendere il capitalismo, ma anche due diversi tipi di guardaroba e di linguaggi che, volutamente, non riescono a trovare un punto di incontro e sono rappresentati simbolicamente da una giacca di Makage di Shiv Roy, che è metà un cappotto classico e metà un piumino arancione. Questo scarto tra capitalismo «tardo imperiale» americano, come dice Tom Wambsgans, e la nuova generazione di tech bro europei, nordici e alternativi, è appunto esemplificata dalla differenza tra gli abiti dei personaggi: da un lato un diluvio di Ralph Lauren, Brunello Cucinelli, sneaker di Tod’s così bianche che guardarle «è come guardare il sole» come dice Shiv Roy; dall’altro c’è Mattson in hoodie di Tiger of Sweden, maglioni e anorak di Fjällräven, pantaloni da scalata, sneaker sportive di Haglöfs.

La selezione dei costumi e il tempismo con cui l’episodio è arrivato è perfetta: proprio mentre su tutte le pubblicazioni di settore fioccano pezzi a favore o contro del quiet luxury (che, ricordiamolo, è diventato un trend solo perché per anni tutti si sono ricoperti di loghi e hoodie dai colori sgargianti) i creatori della serie hanno deciso di mostrare le maniere in cui questo stile può non funzionare, apparire inautentico a contatto con un mondo reale dove le sneaker bianche si sporcano, il cachemire e il camoscio si rovinano sotto la pioggia, una hoodie è meglio di un maglioncino girocollo in vicuña e facendolo apparire come innaturalmente rigido e fuori contesto al di fuori dei grattacieli e delle sale riunioni con vista sulla skyline di New York. Tanto più che, ora che il fast fashion ha ricevuto notizia del trend e ha deciso di reinterpretarlo, molti clienti di Shein o Zara hanno iniziato a vestirsi da executive (o da agente immobiliare, a seconda del taglio e del colore del loro blazer) per andare in discoteca o a eventi. Ma è impossibile democratizzare qualcosa che è inerentemente elitario – il binomio di “quiet luxury” ha il suo perno semantico proprio nel lusso che per sua natura è inaccessibile ai più. Il risultato di far diventare popolare ciò che non lo è, e di questo il principale responsabile è TikTok, è che il quiet luxury si sta rapidamente avvitando intorno all’incubo finale di ogni stylist: il business casual coi suoi gilet trapuntati, i suoi jeans slim fit, le sue sneaker vorrei-ma-non-posso, i suoi pullover blu, le sue camicie a quadri indossate sotto le giacche, i cardigan in tinta unita a maglia fine. 

@littlelordpmd mr skarsgard has charmed me i will admit … #alexanderskarsgard #lukasmatsson #lukasmatssonedit #succession #successionhbo #successionedit original sound - h

Ci basterà qui citare il sempre brillante @dieworkwear che scriveva il mese scorso che «dato il numero confuso di possibilità, molti ragazzi cercano di modernizzare la sartoria in modi sbagliati o indossano capi business casual che alludono a nozioni di rispettabilità ma non hanno un aspetto particolarmente elegante» dopo aver definito a febbraio il business casual «menswear NPC». Sia come sia, la risposta che i costumisti di Succession si sono sentiti di dare al quiet luxury è quella del normcore svedese, con una serie di brand conosciuti per design ragionevole, prezzi onesti, durevolezza. La parte migliore è che gli outfiti di Mattson non appartengono nemmeno a quel gorpcore Instagram-friendly che tanto è esploso negli ultimi anni – non ci sono Arc’Teryx e Salomon, non c’è traccia di pantaloni parachute da mille euro o giacche disegnate in Giappone che costano come un piccolo appartamento in città. Anzi, non c'è traccia del desiderio di lasciare un'impressione sugli altri. Balzac scrisse una volta che «Il bruto si copre, il ricco e lo sciocco si adornano, l'elegante si veste»: Lukas Mattson rappresenta una nuova generazione di ricchi a cui poco importa di cravatte di seta e scarpe di pelle, che davvero si coprono senza vestirsi e che in sostanza non hanno timore di denunciarsi come metaforici bruti - non è un caso se molto spesso nella serie ci si riferisce al personaggio come a un "vichingo". Quello è solo un altro aspetto del lusso mascherato da autenticità. Il guardaroba di Mattson è un rifiuto del lusso, la dimostrazione che se in passato i noveau riches si ricoprivano di loghi, dettagli dorati, stampe animalier e dettagli volgari, i “nuovi” noveau riches sono semplicemente trasandati.