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La sottile differenza tra finance bro e quiet luxury Un problema filosofico, oltre che di proporzioni

Come il film American Psycho o Succession ci hanno fatto abbondamente notare, i finance bro di questo mondo non sono affatto insensibili alla propria immagine e, in senso lato, alla moda. Completi su misura con tessuti Loro Piana, scarpe Church’s, cravatte di Marinella o di Hermès, maglioncini di cashmere, trench di Burberry (ma anche giacca Barbour nel weekend) e l’immancabile Rolex. Il loro è un mondo dove le apparenze sono tutto ma l’eccentricità è un peccato mortale: il più semplice mocassino Horsebit di Gucci, nell’alta finanza, è una confessione imperdonabile di frivolezza. Per questo l’idea di quiet luxury ha colpito il mondo dei finance bro come il crack colpì le strade negli anni ’80. Ma è stato male interpretato: perché i finance bro continuano a sembrarci sempre vestiti male?

La sottile differenza tra finance bro e quiet luxury  Un problema filosofico, oltre che di proporzioni | Image 590602

Il “quiet” di quiet luxury non ha mai significato noioso o con proporzioni risicate, così come l’”old” di Old Money non significa vestirsi ossessivamente di blue navy. Da un lato il concetto è stato co-optato da gym bro che volevano ripulire la propria immagine senza rinunciare ai like su Instagram; dall’altro (e qui entriamo nel merito dei finance bro) l’idea di quiet luxury è diventata la giustificazione per molti di non guardare con criticità al proprio guardaroba accorgendosi, ad esempio, di possedere solo completi dal taglio slim che non evocano affatto Gianni Agnelli o John Kennedy ma più un’idea molto superficiale di eleganza che sarebbe poi in realtà precisamente l’attenzione e la cura al dettaglio. Il che poi è la motivazione per cui molti di questi finance bro, nel tempo libero, passano dai pantaloni del completo ai jeans slim fit, dalla stringata in pelle alla Air Force 1 e via dicendo. Guardare al generale senza concentrarsi sul particolare è il loro problema. Così come lo è focalizzarsi su un range di brand abbastanza basico, lussuoso ma scialbo, senza infamia né lode.

Il tema principale che emerge nel confrontarsi con i finance bro è culturale: la loro uniforme è un rigido codice di accettabilità sociale basata sul concetto che è molto meglio impressionare che dare l’idea di voler impressionare. Se nella moda lo stile è espressione di un ideale del Sé, nella finanza la moda è espressione di un Sé ideale: il primo è soggettivo, il secondo oggettivo; il primo si fonda sul creare narrative personali e il secondo nell’aderire perfettamente a narrative collettive. E qui non c’è nulla da dire: regole diverse per diversi mondi. Il problema sorge però quando si esce dal campo della sartoria pura per entrare in quello del business casual, dove il look del finance bro consiste spesso del celebre gilet con camicia, nelle scarpe semi-formali di compromesso, nel maglioncino con camicia sotto che invecchia di dieci anni, nell'onnipresente blu e negli accessori scontati e prevedibili che segnalano lo status sociale ma non suscitano l'ammirazione di nessuno.

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Qui il nodo del problema emerge: l’idea cioè che l’addizione di elementi classici in colori classici possa ammontare a qualcosa di più che uno stile accettabile. Il tentativo di far coesistere nel modo più tiepido possibile sartoria e funzionalità, che porta alla combo di gilet e camicia, ai pantaloni slim fit indossati senza alcun riguardo per le proporzioni e alle già citate scarpe semi-formali con suola bianca di cui sopra. Potremmo anche aggiungere, in questa sede, un ulteriore problema e cioè il fatto che la cultura dei finance bro è una sorta di circolo chiuso in cui le stesse reference (tutte afferenti a un’idea di eleganza un po’ british) vengono riciclate ad nauseam senza che se ne introducano di nuove e migliori che rompano la conformità ossessiva di una silhouette troppo stretta o di una palette di colori in cui esiste solo il blue navy e in cui già il grigio o un motivo a quadri sembrano sedizioso avanguardismo.

È un pensiero unico: per il finance bro c’è solo una maniera in cui un completo può fittare, solo due o tre colori che è lecito indossare, solo un modo in cui essere. Un campo così ristretto che impedisce lo sviluppo di quel senso di carattere e personalità che è poi la base di qualunque stile personale. Lo stile dei finance bro e quello del quiet luxury, dunque, hanno certamente la stessa fascia di prezzo ma messaggi opposti: il quiet luxury vuole comunicare un senso di comfort e di eleganza vissuta, i suoi fit sono più generosi, la sua funzionalità è “morbida” e la sua classicità mai azzimata e rigida; il finance bro invece ha sempre qualcosa da dimostrare e un club a cui appartenere, il suo è un centrismo assoluto in cui personalità e piacevolezza evaporano. Una differenza che si nota sui colori e le vestibilità: i vestiti del finance bro non cadono sul corpo ma lo stringono da ogni parte; i colori che sceglie sono gli stessi con cui si potrebbe decorare uno studio dentistico. Se non si rifiutassero di capire, scoprirebbero forse che si può indossare un'uniforme sembrare uniformi essi stessi.