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L'anorak sta tornando Complici gli Oasis e l'estetica gorp

Dalle distese ghiacciate dell’Artico allo streetstyle, la giacca anorak è riuscita non solo a resistere al vento, ma a sopravvivere al tempo. La parola anorak deriva dall’ inuktitut/groenlandese e originariamente indicava un cappotto realizzato dalle popolazioni inuit con pelli di foca o di renna, confezionato con denti di squalo usati come bottoni e reso impermeabile grazie al grasso di balena. Dopo l’adozione da parte di esploratori e navigatori artici, il capo entrò stabilmente nel guardaroba di militari e alpinisti grazie alle sue straordinarie qualità protettive.

Spesso venne reinterpretato come variante del celebre fishtail parka M-51, realizzato in feltro o in pesanti tessuti di lana e cotone, ma è nei primi anni '60 che l’anorak conquista il Regno Unito, trasformandosi nella divisa dei Mod, subcultura londinese dei giovani della working class, amanti del modern jazz e degli scooter Vespa. Nei '90, il capo diventa uniforme sui palchi del britpop e oggi torna di tendenza come giacca utility per eccellenza. L’anorak segue lo stesso destino degli Oasis: dopo sedici anni dal litigio di Parigi, la band torna con una tournée-reunion e la giacca che li ha resi noti riconquista spazio nelle collezioni recenti non solo per via della sua funzionalità e praticità, ma anche come capo al quale la moda aggiunge un twist personale.

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Prada SS26
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Martine Rose SS26
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Burberry a Glastonbury

Miuccia Prada e Raf Simons, per la SS26 di Prada hanno eliminato dalla giacca inuit cappuccio, colletto e zip mantenendo però il tipico tascone anteriore e propongono per la SS26 di Prada uomo una versione più minimal e concettuale dell’anorak abbinato a cappelli di paglia conici. Lo spirito londinese del capo viene celebrato da Martine Rose, che lo trasforma in poncho, e da Burberrydove Daniel Lee lo rivisita con il check tradizionale della maison pensato anche come look da festival. Non a caso, a indossarlo nella campagna estiva del brand scattata a Glastonbury c’è l’intera famiglia Gallagher, da Liam a Lennon, Molly e Gene.

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Reese Cooper SS26
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White Mountaineering SS25
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A-Cold-Wall SS25
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Undercover SS26

A riaccendere il fascino dell’anorak è stato anche il trend del gorpcore: per A-Cold-Wall è un oggetto di sperimentazione tecnica, White Mountaineering lo propone come capo imprescindibile per il trekking mentre Reese Cooper, Undercover e Plan C lo contaminano con dettagli dell'estetica fisherman-core. In alcuni casi, la giacca inuit diventa parte di un coordinato: Lazoschmidl nella sua collezione più recente presenta un completo con anorak e shorts realizzati con una stampa pitonata effetto plastificato. Diversi brand hanno riproposto la giacca inuit con capi e tessuti formali: nel caso di Nehera e di MM6 Maison Margiela il giubbotto in questione viene abbinato a pantaloni dal taglio classico quasi come un look da ufficio.

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Auralee SS26
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Magliano SS26
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Rolf Ekroth ss26

Quando si pensa all’anorak, i richiami allo stile grunge sono inevitabili. Auralee per esempio realizza una sorta di trench con sotto un anorak indossato con pantaloni a quadri e flip-flops, invece, il brand Kolor presenta nella più recente collezione estiva un antivento con una trama a fiori dai colori sbiaditi. Sullo stesso genere, da Magliano troviamo una sorta di anorak infeltrito da cui fuoriesce il bordo di una camicia di flanella a quadri. Brand come Rolf Ekroth ed Emporio Armani, invece, propongono la giacca imbottita in versione patchwork: il primo fa sfilare un coordinato con cargo in cui mixa diverse stampe a quadretti, il secondo una tuta da scii, che sembra esser uscita da un guardaroba anni ‘80.

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Johanna Parv FW25
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Craig Green SS26
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Lemaire SS26

Anche marchi minimalisti di nicchia hanno riscoperto l’anorak declinandolo in modi differenti: Johanna Parv lo trasforma in elemento chiave per outfit monocromatici, TWP lo abbina a capi più formali e Lemaire nell’ultima collezione estiva ha presentato parka multitasche e sottili antivento verdi militare, arricchiti in alcuni casi da gioielli tribali, che ricordano gli amuleti delle comunità eschimesi. Atri designer hanno preferito proporre la giacca inuit destrutturata: da Ferragamo Maximillian Davis, ispirandosi ai look da sala prove dei danzatori, realizza per la SS25 tute e antivento decostruiti mantenendo la texture “stropicciata” degli anorak, Ambush, invece, arricchisce la giacca inuit con frange da cowboy, da Maison Mihara Yasuhiro troviamo una sorta di parka smanicato con altre maniche cucite anteriormente, mentre Craig Green scompone il cappotto applicando lacci sull’estremità o proponendolo a rovescio. 

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PDF x Napapijri
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PDF x Napapijri
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PDF x Napapijri

L’anorak è stato ed è ancora molto amato nel mondo del rap e più in generale dello streetwear. Domenico Formichetti, founder di PDF, ne ha celebrato il legame con la cultura hip-hop nei sui ultimi show, dove ha svelato anche una collaborazione con il cult Napapijri. Allo stesso modo, Willy Chavarria ha reinterpretato lo spirito street dell’anorak nella sua SS26, presentando tute oversize con antivento multitasche e intrecciando la giacca con le radici della subcultura chicana.