
È finita la sexposition? Da Game of Thrones a Severance, il corpo sparisce dai piccoli schermi
C’è stato un tempo, neanche troppo lontano, in cui la televisione sembrava costruita per provocare. I corpi nudi erano ovunque: in Game of Thrones come in True Detective, la nudità non era solo una questione estetica ma parte integrante di un linguaggio narrativo. Era la cosiddetta prestige TV, l’epoca d’oro in cui la trasgressione era sinonimo di qualità, e la nudità un veicolo per dimostrare che la televisione poteva osare quanto, e più, del cinema. Oggi, invece, qualcosa è cambiato. Secondo un’articolo pubblicato a fine giugno da GQ, la quantità di nudità nelle serie TV ha raggiunto il minimo storico, con un calo netto rispetto ai picchi degli anni 2000 e 2010. Un segnale chiaro che il nostro rapporto collettivo con il corpo, e la sua rappresentazione, sta attraversando un profondo cambiamento. Per comprendere quanto radicale sia questa trasformazione, basta guardare i dati: nel 2005, un rapporto della Kaiser Family Foundation intitolato Sex on TV 4 stimava che il 70% dei programmi televisivi includeva contenuti sessuali, in crescita rispetto al 56% del 1998. La media era di circa cinque scene sessuali all’ora. Venti anni dopo, la situazione si è quasi ribaltata.
Regé-Jean Page and Phoebe Dynevor with Bridgerton’s intimacy coordinator, Lizzy Talbot behind the scenes of #Bridgerton Season 1 pic.twitter.com/phUSmlNwDE
— bridgerton archive (@BtonArchives) June 30, 2025
Uno studio del ricercatore Stephen Follows citato da MovieMaker ha rilevato che, nei 250 film più visti negli Stati Uniti tra il 2000 e il 2023, la quantità complessiva di sesso e nudità è diminuita del 40%. Secondo la stessa ricerca, mentre nel 2000 meno del 20% dei film era privo di contenuti sessuali, oggi quasi la metà ne è completamente sprovvista. E così anche il piccolo schermo ha seguito la stessa traiettoria. La televisione del 2025 sembra essersi spogliata proprio di ciò che un tempo rappresentava il suo marchio di fabbrica. Show di culto degli ultimi anni come Succession o Severance evitano del tutto scene di nudo, se non ideate con estrema cura e giustificate narrativamente.
If you really think about it, she was their intimacy coordinator pic.twitter.com/Ej2VBCEYjA
— Tom Zohar (@TomZohar) December 21, 2024
Questo cambiamento non è il risultato di una sola variabile, ma l’effetto combinato di una rivoluzione industriale, culturale e politica. Il primo segnale concreto è arrivato nel 2018, quando HBO ha introdotto formalmente gli intimacy coordinator sul set, iniziando con la serie The Deuce. Presto, altre piattaforme come Netflix, Amazon, Hulu e Starz hanno seguito l’esempio. Nel 2020, 23 produzioni candidate agli Emmy avevano già integrato questa figura professionale e nel 2024, gli intimacy coordinator sono stati ufficialmente riconosciuti da SAG-AFTRA, il sindacato statunitense degli attori. Con la professionalizzazione sono però arrivati anche nuovi vincoli. Le scene intime oggi implicano settimane di preparazione, team dedicati, pianificazioni dettagliate. E se ogni minuto di nudo comporta un notevole dispendio economico ed emotivo, molte produzioni scelgono di evitarlo del tutto.
Parallelamente, anche il pubblico si è trasformato. In particolare la Gen Z, cresciuta con accesso illimitato a contenuti pornografici su internet, ha sviluppato un rapporto più critico con la nudità mainstream. Secondo un’indagine condotta da Ofcom nel Regno Unito, nel 2023 meno della metà dei giovani tra i 16 e i 24 anni ha guardato la televisione tradizionale almeno una volta a settimana, rispetto al 76% del 2018. Inoltre, i giovani passano solo 33 minuti al giorno davanti alla TV broadcast, contro 1 ora e 33 minuti passati su YouTube e TikTok. Questo spostamento nei consumi ha avuto conseguenze evidenti anche sul tipo di contenuti che vengono premiati e prodotti. Se un tempo I Sopranos, Mad Man e Game of Thrones, con le loro innumerevoli scene di nudo erano le serie più viste, oggi le serie con più nudi sono Mr. & Mrs. Smith, Palm Royale e One Day, che però costruiscono la tensione sessuale sulla base dell’ambiguità e della suggestione, non della nudità esplicita. Secondo i dati, la Gen Z sembra dunque preferire un erotismo più psicologico che visivo, in controtendenza rispetto alla generazione che l’ha preceduta. Non a caso, la scena di Pride & Prejudice (2005) in cui Mr Darcy sfiora la mano di Elizabeth Bennet e poi si emoziona, tendendola completamente, viene puntualmente ri-condivisa e diventa virale su TikTok.
@drowninromance did you know that ??? need me a mr darcy!! #prideandprejudice #prideandprejudice2005 #prideandprejudiceedit #elizabethbennet #mrdarcy #darcyhandflex #classic #classicbook #liturature #fy #fyp #foryou #viral #booktok #bookaesthetic original sound - sandy (simp)
A questa trasformazione culturale si aggiunge quella politica. Il corpo, oggi più che mai, è diventato un territorio carico di significati: identità, rappresentazione, consenso, diritti, disforia di genere, body positivity. Ogni centimetro di pelle mostrato sullo schermo porta con sé un peso ideologico e simbolico che un tempo non aveva. La nudità non è più un semplice elemento decorativo o un “extra” narrativo: è una dichiarazione, talvolta una provocazione, sempre più spesso una scelta etica da giustificare - basti pensare a Euphoria, in cui il nudo e il sesso sono ovunque. E così, mentre viviamo in un’epoca di iper-esposizione digitale in cui ogni dettaglio della vita privata può diventare pubblico in un istante, la televisione sceglie di coprirsi. È un paradosso apparente, ma coerente: l’esposizione volontaria non è la stessa cosa del consumo passivo, e oggi il nudo ha un valore politico che nel passato si tendeva a ignorare. Non è la morte della nudità sullo schermo, ma la sua maturazione. Il 2025 non rappresenta dunque la fine del sesso in televisione, ma l’inizio di una nuova fase in cui è più consapevole, più rispettoso e più attento.












































