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La seconda stagione di "Scissione" è ancora più mistery

Torna la serie su AppleTV+

La seconda stagione di Scissione è ancora più mistery Torna la serie su AppleTV+

C'è chi stava aspettando con ansia la seconda stagione di Scissione e chi mente. Gemma del catalogo vastissimo e sconosciuto di AppleTV+, uno di quei titoli che però è riuscito a travalicare la piattaforma streaming e a diventare noto a un bacino più largo dei suoi soli utenti, lo show distopico con protagonista Adam Scott torna per immergerci nuovamente nei corridoi bianchi e asettici della Lumon, al saluto mistico e inquietante di «Praise Kier». La serie di dieci puntate, ideata da Dan Erickson e meravigliosamente diretta da Ben Stiller, rivede Mark S. insieme ai suoi colleghi nell’incubo straniante dove tutto è cominciato, scegliendo di scenderne ancor più nelle profondità per scoprire cosa si cela dietro la facciata linda e pinta di una società che nasconde indicibili segreti.

    

Con Scott, dunque, fanno capolino nuovamente i suoi co-protagonisti: Zach Cherry è un’altra volta Dylan, così come John Turturro è Irving, mentre vedremo il personaggio di Helly di Britt Lower muoversi su un confine tra la sua “Outies” e la sua “Innies” più di quanto non facesse già nella prima stagione. Sì, perché stavolta i dipendenti della Lumon, che tempo addietro si sono sottoposti ad un’operazione per scindere il loro cervello diventando una persona completamente diversa sul luogo di lavoro rispetto a chi sono al di fuori, hanno avuto un assaggio del mondo esterno ma hanno comunque scelto di tornare il lunedì mattina a timbrare il cartellino. Una decisione spinta dai mille misteri che avvolgono il ritorno di Scissione, tra tutti la morte della moglie del protagonista Mark che sembra invece essere viva e vegeta, anche se ormai scomparsa nei meandri delle stanze recondite della Lumon.

È infatti principalmente su una trama mistery che si basa la seconda stagione. Non che la prima fosse da meno, ma si ha la sensazione che all’irrequietezza e all’oppressione che caratterizzava l’arrivo sulla piattaforma della serie si sia aggiunta con predominanza una narrazione più indagatrice e meno legata alla sola atmosfera. Non che si smetterà di avere l’impressione che i personaggi siano chiusi dentro una enigmatica gabbia, osservati in maniera costante e pedine di un disegno più spaventosamente grande, ma l’aver dato degli ulteriori scopi ai protagonisti - dalla ricerca della moglie di Mark alle intuizioni dipinte e perseguite da Irving - ha ampliato di conseguenza la storia, sempre mantenendo l’aria di impenetrabilità al contempo intrigante e frustrante tanto per i personaggi quanto per gli spettatori. La seconda stagione ripropone lo stesso dettaglio che ha tenuto gli spettatori incollati agli schermi per un'intera stagione: l'impressione che non si riesca mai ad andare davvero avanti perché il mistero che si nasconde dietro alla Lumon è troppo imperscrutabile. 

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Scissione è in grado di destare all’interno degli spettatori un senso di turbamento mai scollegato dal coinvolgimento e dallo stupore. Assieme a questi sentimenti contrastanti vige una trepidazione, scena dopo scena, suscitata dal voler sapere dove, ancora una volta, condurranno le trovate e gli esperimenti messi in gioco dal creatore Erickson. E se il racconto sulle identità tra il fuori e il dentro, tra chi è una persona vera e chi no, è stato indagato con particolare novizia nella prima stagione (pur proseguendo anche stavolta), nella seconda la serie si focalizza con una maggior attenzione sulla Lumon come fede, sulla comunità lavorativa come setta e religione. In fondo, ciò che è incomprensibile è da sempre stato legato al concetto di sacro, di inafferrabile, che è esattamente la percezione che si ha delle attività svolte dai dipendenti dell’azienda oltre che dei dogmi che vengono proposti e professati in nome del suo capo fondatore Kier. 

Mentre col suo arrivo nel 2022 Scissione conduceva una riflessione sull’alienazione dell’individuo, sul risvegliare le menti e, come in un ristretto 1984, sui contraccolpi di una ribellione proveniente da chi è costantemente oppresso e sorvegliato, col suo ripresentarsi la serie allarga gli orizzonti ma ci fa comunque rimanere incollati alla stanza dalle pareti candide e il pavimento verde dove siedono i personaggi. Un labirinto che diventa paradigmatico nella sequenza iniziale della prima puntata della seconda stagione, un correre a perdifiato da parte di Mark S. che lo conduce per ogni anfratto dell’ufficio immacolato, lasciandolo però sempre allo stesso punto. Ed è così che guardare Scissione fa sentire: spaesati, incuriositi, stimolati. Desiderosi di saperne sempre di più.