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C'è spazio per i tiktoker alla Fashion Week?

La risposta è sì, a patto che la loro presenza non vada a discapito di chi nell'industria della moda lavora davvero

C'è spazio per i tiktoker alla Fashion Week?  La risposta è sì, a patto che la loro presenza non vada a discapito di chi nell'industria della moda lavora davvero

Non sarebbe una vera settimana della moda senza polemiche che si trascinano ben oltre la conclusione degli show milanesi. Questa edizione a destare scalpore e a scatenare accesi dibattiti è stata la questione invitati, in particolare quando ci si avventurava nello spinoso territorio dei tiktoker. Quasi un déjà-vu del momento in cui i blogger iniziavano ad entrare nel ristretto circolo del fashion, con non poca perplessità e resistenza da parte della "vecchia" guardia. Se un tempo erano i blogger, diventati poi influencer, oggi sono i creator di TikTok. Mai come quest'anno sono stati protagonisti dello street style, hanno presenziato alle sfilate, hanno documentato secondo per secondo outfit e after party. Fin qui niente di strano, in un certo senso fa parte del loro lavoro. Ma è davvero così? 

@nssmagazine Fashion Week also means crazy outfits around the city streets. Here are some of them, which are your favorites? @cris fragkou #mfw #milanfashionweek #mfw2023 #dietrolequinte #show #fashionshow #streetstyle #outfit #inspo #cool #runwayshow #event #diesel #fendi #prada #armani Apricots - Bicep

Invitare queste personalità agli show alimenta una narrazione completamente falsata e distorta di cosa sia una Fashion Week e di come funzioni. Non che al momento i suoi meccanismi siano perfetti, ma sotto molti punti di vista hanno ancora senso e ragione di esistere. Vedere seduto l'uno di fianco all'altro giornalisti, buyer e tiktoker crea un cortocircuito che rispecchia bene lo stato di salute (e confusione) della fashion industry. Non solo, il colmo viene raggiunto quando stampa e addetti ai lavori vengono fatti alzare per far sedere in prima fila celebrities (ormai una piaga inevitabile e accettata in ogni show) e influencer, come è accaduto nei giorni scorsi. Come faceva notare Luigi Giaretti su TikTok, la settimana della moda andrebbe intesa come un evento di settore, come il Salone del Mobile per gli addetti ai lavori, con appuntamenti riservati a stampa e insider ed altri aperti al pubblico, che siano show in spazi comuni o after party. Occorre una via di mezzo tra il circolo chiuso di maison che non condividono nemmeno le immagini della loro collezione e il caos visto in alcuni show di quest'ultima MFW. 

@luigigiaretti Replying to @user original sound - luigigiaretti

Quando si tratta di moda in Italia persiste la concezione che sia una cosa talmente frivola e superficiale che non ha senso debba essere limitata o consumata da una ristretta e selezionata fetta di pubblico. In fin dei conti, cosa serve per giudicare un abito, per formulare un'opinione su una collezione, con i vestiti abbiamo a che fare tutti e tutti i giorni. Senza dubbio i servizi in merito di Striscia la Notizia o Le Iene (definirli satirici sarebbe un complimento) non fanno altro che restituire un'immagine carnevalesca e grottesca di chi prende parte alla FW, dando così ragione a chi la reputa un evento inutile e futile. Tornando alle polemiche, che cosa aggiunge la presenza di un tiktoker ad uno show? Lo racconterà in modo diverso? Spiegherà al suo pubblico le reference della collezione, le ispirazioni e il backstage? Sarebbe bellissimo, ma solitamente i creator italiani che vengono invitati alle sfilate non fanno questo tipo di contenuto, e chi lo fa è invece costretto a guardare i look su Vogue Runway. Se la pseudo democratizzazione della moda passa attraverso queste figure, chiamate a fare da ponte tra l'establishment e il loro variegato pubblico, occorrono una consapevolezza e una conoscenza che nella maggior parte dei casi mancano. 

@camillazaccheophoto Iniziamo questa bellissima settimana di fashion week #milanfashionweek #mfw #cameramoda Sure Thing (sped up) - Miguel

Il grande sogno americano del partire da zero e arrivare alle stelle incarnato da alcuni tiktoker dovrebbe confrontarsi di tanto in tanto con una sana dose di sindrome dell'impostore, per capire davvero se in quel contesto o a quell'evento la loro presenza sia giustificata. Allo stesso tempo, alla sbarra degli imputati dovrebbero salire uffici stampa e brand sempre pronti a fare a gara per le personalità (virali) del momento. È una questione di identità, una riflessione su cosa debba essere e cos'è invece una settimana della moda, a chi vuole parlare, a chi si rivolge. Ad oggi la confusione è tanta.