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Quand'è che la moda ha smesso di immaginare il futuro?

Guardando indietro agli ultimi dieci anni il quesito potrebbe sembrare controintuitivo. In questo periodo l’industria creativa è cambiata radicalmente sia a livello culturale che industriale . L’ascesa dello streetwear ha ribaltato le gerarchie creative delle grandi maison, portando nuovi brand sul mercato e assottigliando in maniera netta le differenze tra i generi; così tanto da rendere quasi impossibile la catalogazione. Sono cambiati i canoni estetici così come la definizione di Lusso e di accessibilità allo stesso. I gusti e i consumi della Gen Z hanno spinto i brand a cambiare il modo di comunicare e vendere prodotti, modificandone i punti di riferimento, e facendo migrare un’intera industria dal reale verso il digitale.

Eppure in questa spirale di cambiamenti, l’industria creativa sembra aver dimenticato il suo compito essenziale: immaginare il futuro. La creatività degli ultimi dieci anni si è nutrita di rielaborazioni di prodotti culturali diversi e lontani, con il concetto di ispirazione che ha continuato a pescare nella nostalgia. Una definizioni di codici ed estetiche che hanno creato un immaginario in continua evoluzione seguendo ritmi sempre più serrati di trend, un’ansia creativa preoccupata del prossimo drop o sfilata che ha focalizzato l’attenzione dell’industria sul breve periodo, scordando il futuro. La moda è stata creata per il futuro e questo implica avere fiducia nel futuro.

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La pandemia da Covid-19 e il lockdown mondiale ha interrotto per la prima volta la corsa affannosa della moda, costringendo l’industria ad alzare la testa dal proprio smartphone e guardare sia le contraddizioni accumulate nell’ultimo decennio sia l’orizzonte di un mondo che ha bisogno di immaginare nuovamente che forma avrà il futuro. Nella digital cover N03, nss magazine esplora il futuro della moda attraverso la visione di vari artisti digitali con quattro approfondimenti sull’impatto della pandemia sia a livello creativo che industriale. L’artwork della cover è opera del CGI Artist - Pascal M. Wiemer.

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Nella prima stanza virtuale illustrata da Samy LaCrapule, Jordan Anderson indaga sul futuro delle Fashion Week nella moda post-pandemia, dopo i proclami di brand e designer su un aggiornamento dei format tra alternative virtuali e strategie di branding. Nella stanza due, Cecilia Caruso pone la domanda sul trend che ha dominato l’ultimo decennio nell’industria della moda: lo streetwear è morto o è stato istituzionalizzato? Nella terza stanza illustrata da Timo Helgert - in arte @vacades - Filippo D’Asaro ha chiesto a Luca Benini e Alessandro Poggi cosa saranno i brand nella prossima decade a livello globale e come sta cambiando il significato di lusso. Nell’ultima stanza, con gli artwork di Andrei Warren, Francesco Abazia si chiede chi saranno i prossimo creator, dopo che negli ultimi dieci anni la figura del creator è prima nata e poi cambiata radicalmente, modificando di conseguenza tutto il mondo della moda.


Ascolta la playlist dedicata sul profilo Spotify di nss magazine.

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Credits

Creative direction

nss factory

Production

nss factory

Digital Cover

Artwork Pascal M. Wiemer
Look Louis Vuitton SS20

Che fine faranno
le Fashion Week?

Artwork Samy LaCrapule
Look Dior SS20

La fine dell'hype segnerà
la morte dello streetwear?

Artwork Pascal M. Wiemer
Look Nike Dunk low

La definizione del lusso
e il ruolo dei brand nel futuro

Artwork Timo Helgert

Chi saranno
i prossimi Creator?

Video Direction Andrei Warren
3D Production Misato Studio
3D Clothing Aljoscha Bu
Music production Kai Landre
Look Marine Serre SS20