SARLI la mostra che celebra la sartoria napoletana Un percorso attraverso le creazioni di Fausto Sarli, tra sartoria, tradizione e glamour

SARLI la mostra che celebra la sartoria napoletana Un percorso attraverso le creazioni di Fausto Sarli, tra sartoria, tradizione e glamour

“SARLI” è il titolo della Mostra che si terrà al Museo della Moda di Napoli dall’11 dicembre al 31 maggio. L'esposizione si configura come un percorso nella tradizione sartoriale napoletana con il savoir faire di Fausto Sarli, uno dei maestri dell’alta moda italiana del dopoguerra, interprete di un’eleganza rigorosa e misurata, che ha contribuito a definire l’identità della couture napoletana: 22 abiti, parte dei 50 donati nel 2003 dal couturier partenopeo al museo della Fondazione Mondragone.

La mostra 

La mostra, voluta e ideata dall’avvocato Maria d’Elia, Presidente del Museo, e curata da Paola Maddaluno, prevede 5 sezioni che si sviluppano intorno ai concetti di movimento, colore, suono, concetto e attesa, restituendo la visione creativa di Sarli. 

L’esposizione è parte del progetto editoriale e visivo “Napoli Infinita”, ideato da Sabato De Sarno in collaborazione con nss edicola e Cratera Edizioni. La riattivazione dell’Archivio Sarli diventa espressione diretta del concetto espresso da De Sarno: «Napoli è radice e contraddizione, invenzione e memoria. È un luogo che trattiene e allo stesso tempo lascia andare».

La retrospettiva parte dagli abiti appartenenti alla tradizione sartoriale dell’alta moda italiana, che per il museo segnano un nuovo inizio nel ridefinire la presenza e l’influenza di Napoli anche nel panorama contemporaneo. Tesori dell’heritage di un couturier che nello spazio napoletano aveva creduto fin dalla sua apertura. Oggi, le sale del museo diventano un paesaggio di luce e ombra, attraverso l’uso dell’oro e del nero che riprendono i colori dell’etichetta Sarli, grazie all’installazione firmata da Michele Iodice

Tra memoria e tradizione 

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È attraverso geometrie, volumi scolpiti, linee nette e un senso di inebriante vertigine che domina i tessuti, che Fausto Sarli ha contribuito a costruire l’estetica delle dive senza tempo come Lucia Bosè, Carla Fracci, Ornella Vanoni, Carla Bruni e Mina, per la quale realizzò un iconico tubino in cady di seta nero, con lo scollo ad acquasantiera. Lo stesso modello con cui nel 1961 l’artista cantò Il cielo in una stanza nella trasmissione Giardini d’Inverno.

In mostra anche due capi di haute couture del 1969 indossati da Liz Taylor: un capospalla senza maniche, lungo alla caviglia e realizzato interamente da perle che disegnano un motivo geometrico di quadrati vuoti e pieni, e un abito corto e smanicato, con un profondo scollo a V, rifacimento del modello charleston, realizzato anche questo interamente in perle.

La mostra è un viaggio nella produzione di Sarli che va dalla metà degli anni ‘50 agli inizi degli anni 2000, restituendo non solo un nuovo punto di vista sulla sua produzione stilistica, ma anche il suo contributo a rendere Napoli una città attiva e riconoscibile nel panorama sartoriale nazionale.