
Per la Gen Z usare l’ombrello è cringe L'invenzione dell’ombrello è stata smontata da un trend su TikTok
La Gen Z ha un suo marchio di fabbrica: dichiarare cosa è cringe. Nelle scorse settimane, un TikTok ha invaso la for you page della community italiana, superando le 2 milioni di visualizzazioni e ricevendo oltre 2000 commenti. Ma cosa avrà mai potuto scatenare così tanto scalpore e visibilità? Niente di che, solo un ragazzo che cammina sotto la pioggia e afferma che usare l’ombrello sia cringe, preferendo quindi bagnarsi da testa a piedi piuttosto che sfoderare l’accessorio più basic del mondo.
Una battaglia a suon di meme
La sezione dei commenti si è trasformata in una vera e propria battaglia tra due fronti: chi era d’accordo con l’utente e chi invece non riusciva a capire il punto di vista, pensando si trattasse di un meme. Tra i commenti che meglio rappresentano la Gen Z va sicuramente citato «l’ombrello fa perdere aura», cioè quei punti immaginari di coolness che si guadagnano o perdono in base alle proprie scelte quotidiane. Chi decide quali azioni fanno aumentare i punti? Sempre la Gen Z.
Ma la reazione davvero divertente è stata quella della fazione opposta, che non capiva come un oggetto semplice come l’ombrello potesse ottenere così tante critiche senza un motivo razionale. I loro commenti sono diventati dei meme a sé: «Cringe è prendere la polmonite per principio», oppure «L’aura ve la rovina il mal di gola, non l’ombrello».
Insomma, per la Gen Z ogni micro-decisione potrebbe rivelarsi un fail, facendo diventare cringe persino una dichiarazione di cosa sia cringe. È proprio da questa visione che traspare l’essenza della nuova generazione: nel nuovo dibattito generazionale, a tratti esilarante, tutto, ma proprio tutto, può essere etichettato come imbarazzante, l’importante è ottenere consenso dai propri coetanei.
Una discussione che va avanti da tempo
@mattovarini Cioè sono l’unico che si imbarazza a usare un ombrello? #mattomicascemo #podcast #disagio #mattovarini @est_world @realmariorusso original sound - Matto Varini
Non è la prima volta che la Gen Z mette in discussione l’uso dell’ombrello: già nell’intervista di Est Radio di due anni fa, Matteo Varini, content creator italiano, aveva dichiarato che «L’ombrello è una delle cose che odio di più al mondo», ribadendo lo stesso punto di vista diventato virale nel video di @_martincoppola_. Secondo il content creator, aprire un ombrello in giro equivale a un tracollo della propria immagine, sottolineando che il vero motivo per cui si è schierato contro l’uso dell’accessorio è proprio la paura di essere criticato dalle altre persone.
Inoltre, Varini ha aggiunto una serie di esempi pratici in cui l’ombrello risulta scomodo: da quando si gira a causa del vento, smettendo quindi di assolvere la sua funzione, a quando, prima di entrare in un negozio, si cerca di chiuderlo e ci si bagna le scarpe a causa della difficoltà. Anche in questo caso la community si è divisa tra chi era d’accordo con la sua affermazione e chi invece, non trovando una spiegazione razionale all’odio nei confronti degli ombrelli, ha criticato duramente l’intervista.
Si tratta di semplice scomodità o c'è qualcosa sotto?
@samirhoma Test bestanden (waterproof)#arcteryx #arcteryxonme #arcteryxleaf #techwear #winterjacken #techfleece #streetwearde #techjacket #jacken #sneakers Arc'teryx - YT
La Gen Z ha sicuramente estremizzato la scomodità dell’ombrello, ma trova fondamento del suo pensiero nello stile di vita dei paesi nordici, dove gli ombrelli non hanno mai avuto grande importanza. Girando tra le strade di Amsterdam o Copenaghen è comune vedere le persone camminare sotto la pioggia, probabilmente indifferenti ai cambiamenti repentini del tempo della città. Uno short pubblicato su Youtube da Martina Massai, travel blogger, spiega il motivo per cui il Nord Europa è così avvezzo agli ombrelli: si tratta di una questione di scomodità più che di immagine.
La nuova generazione condivide l’attrazione per tutto quello che può garantire comfort e comodità, a partire dai capi tecnici che fanno il loro lavoro molto meglio di un semplice ombrello. Basta guardare all’ascesa di brand come Arc’teryx, con i suoi impermeabili iper-performanti, diventati alla moda anche in città, per capire perché molti non sentano più il bisogno di aprire un ombrello.
Nonostante ci siano, quindi, degli appigli a cui la Gen Z sembra fare riferimento per rafforzare la sua tesi contro gli ombrelli, quello che traspare davvero è il rapporto complicato che i giovani sembrano avere con l’imbarazzo. La nuova generazione è talmente attenta al giudizio altrui che persino un ombrello può metterla in difficoltà. È pur sempre vero che i trend passano, soprattutto se nati sui social, e magari proprio Arc’teryx o Burberry riusciranno a inventare un ombrello ergonomico, capace di superare il test del cringiometro sempre attivo della Gen Z.












































