
Come affronta il Natale la Gen Z? Come le nuove generazioni stanno riscrivendo le feste con più autenticità e meno regali

La retorica del Natale è sempre stata molto semplice: canzoni rassicuranti che parlano di neve e camini, addobbi sugli alberi e lucine sui balconi, regali, famiglie riunite, il calore del focolare domestico, pranzi e cene interminabili. Una narrazione rassicurante che funziona molto bene nelle pubblicità e nei film, ma un po’ meno nella vita reale. Dietro l’albero addobbato e sotto la neve, infatti, spesso si nasconde un’altra storia, fatta di ansie e di solitudini che le feste ogni anno amplificano. E come spesso accade, sono soprattutto i giovani a portarne il peso, schiacciati tra l’imperativo di essere felici e una realtà che non sempre lo permette.
La Generazione Z è più triste a Natale?
@julianphilosophy Gentle reminder. And much love to those who are struggling today. #holidays #anxiety #family #happy #mentalhealth original sound - Julian de Medeiros
Come risulta dal CISF Family Report 2025, nel corso del 2024 il 60% della popolazione italiana ha sofferto di ansia o stress, con quasi un quarto che dichiara di provarli frequentemente. Ma è tra i più giovani che il disagio si concentra maggiormente. Nella fascia 18–34 anni, il 32% dichiara di soffrire spesso di solitudine, contro il 21% degli over 55. Un dato che assume un peso particolare durante le feste, quando l’ideale dominante resta quello della famiglia numerosa e della convivialità. Per molti giovani, il Natale rende più evidente la distanza tra ciò che si dovrebbe vivere e ciò che si riesce davvero a vivere.
Crisi emotiva e crisi economica
Nothing to feel happy about during the holidays. Every single day of December is just full of grief.
— kessi | comm closed (@sugurulover23) December 14, 2025
Alla dimensione emotiva si aggiunge quella economica. In un contesto in cui, secondo il CISF Family Report 2025, oltre il 32.5% delle famiglie italiane ha ridotto le spese per il benessere personale e per la casa, il Natale rappresenta per la Generazione Z un momento di forte esposizione. Le feste concentrano aspettative precise come fare regali e, per una generazione che vive spesso una condizione di precarietà, questa pressione diventa difficile da sostenere. La spesa natalizia smette di essere una scelta o un bel momento in cui si pensa ai propri cari e assume i contorni di un obbligo simbolico, necessario per non sentirsi esclusi dal rito.
Ed è proprio in questa tensione che gli zoomer hanno invertito la rotta. Secondo l’Holiday Outlook 2025 di PwC, la Generazione Z prevede di ridurre i budget natalizi del 23%, il taglio più significativo tra tutte le generazioni. Non si tratta solo di una risposta a un contesto economico più rigido, ma di un cambiamento di atteggiamento: ridurre la spesa diventa un modo per ridimensionare le aspettative e sottrarsi a un modello di Natale consumistico e insostenibile sotto tanti punti di vista, da quello ambientale a quello economico e sociale.
Tradizione sì, ma in stile Gen Z
@marlies.katharina christmas with friends that feel like family >
Questo cambio di passo non coincide però con un rifiuto del Natale da parte dei giovani, anzi. La Gen Z sta selezionando ciò che vale la pena tenere. Le feste vengono ripensate come uno spazio più intimo e gestibile con meno regali, meno obblighi sociali e più attenzione ai gesti semplici e condivisi. Cucinare insieme, decorare casa senza eccessi, passare tempo con poche persone scelte diventa un modo per restituire senso alle tradizioni, svuotandole della loro componente performativa e consumistica.
Il Natale 2025 si presenterà come tutti gli altri Natali passati ovvero un campo di tensioni e paradossi economici, affettive, generazionali: i giovani sono più soli, sono più poveri e soffrono di ansia e stress. In risposta ecco un recupero di genuinità e senso di comunità. per ridefinire i propri bisogni e le proprie possibilità. Meno materialismo, più significato. Meno apparenza, più autenticità.








































