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Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi Anatomy

Se non vi piacciono le storie a lieto fine

Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi Anatomy Se non vi piacciono le storie a lieto fine

"Se siete interessati a storie a lieto fine, fareste meglio a guardare qualcos'altro". Netflix vi ha avvisati. La piattaforma di streaming on demand trasforma “Una Serie di Sfortunati Eventi”, la serie di romanzi firmati da Lemony Snicket, pseudonimo di Daniel Handler, in una delle serie tv più attese del 2017, ma sia chiaro la storia dei fratelli Baudelaire non è per gente debole di cuore. Rimasti orfani, dopo aver perso i genitori a causa di un incendio, Violet (Malina Weissman), Klaus (Louis Haynes) e la piccola Sunny (Presley Smith), sono affidati alle cure del Conte Olaf. L'uomo, interpretato da un istrionico Neil Patrick Harris meglio noto come Barney Stinson di How I Met Your Mother), è uno scadente atterruncolo teatro disposto a tutto pur di accaparrarsi la ricca eredità dei ragazzi. I tre protagonisti dovranno districarsi tra sotterfugi ed inganni, mostrando di che pasta sono fatti. Poco male, perchÈ loro non sono bambini qualsiasi. Se Violet è una grande inventrice, una mini MacGyver capace di tramutare pezzi di uso quotidiano in oggetti in grado di tirare il trio fuori dai guai, il dodicenne Klaus è un avido lettore e Sunny ha dentini affilatissimi che all'occorrenza si rivelano molto utili. In 8 episodi basati sui primi quattro volumi dei romanzi omonimi gli autori Mark Hudis e Daniel Handler dipingono un quadro metanarrativo che mescola il sapore dei macaroon allo steampunk, la Londra vittoriana alla contemporaneità, sviluppando un racconto sopra le righe e godibile pieno di riferimenti letterari, giochi di parole, personaggi e situazioni grottesche, tra organizzazioni segrete e misteri. Dialoghi rapidissimi, senso per il surreale, riprese simmetriche, colori pastello, venature dark e una carrellata di bizzarri personaggi rende lo show, come ha scritto Variety, "uno strano, meraviglioso capolavoro, una buffa dramedy gotica che potrebbe benissimo essere il risultato di ciò che accadrebbe se Wes Anderson e Tim Burton decidessero di fare una serie televisiva insieme".

Feel like : Maggie Taylor


Immagini visionarie e misteriose, al confine tra sogno e realtà, dove strane creature, animali e persone, vivono insieme in un mondo dominato dall’immaginazione. È questo che hanno in comune Una serie di sfortunati eventi e Maggie Taylor: un tocco magico, surreale in bilico tra realtà e fantasia. L'artista nata a Cleveland colleziona oggetti, vecchie fotografie, dagherrotipi ottocenteschi e, grazie all'uso di Photoshop, li scompone e ricompone, li manipola, li combina fino a trasformarli in frammenti di fiaba. I capelli diventano un grande albero spoglio, la barba radici, una donna prende il volo come un palloncino pieno d'aria, un abito diventa la porta dal quale escono tanti animaletti, le farfalle ricoprono le persone, le bambine stringono in braccio pesci giganti, fenicotteri rosa, alveari, dolci cerbiatti. Maggie Taylor sceglie il digitale per metabolizzare il reale e restituirlo ad una dimensione onirica intrinseca al quotidiano.

Dress like: Gucci


Il mondo dei Baudelaire è un mondo di adulti grigi, ottusi ed arrivisti, visto attraverso gli occhi di bambini. Filtrato dalla loro fantasia esso è insieme dark e colorato, moderno e antico. In che città è ambientata la loro storia? In quale periodo? In un non luogo nel quale vetture,  citofoni e telefoni appartengono  di epoche diverse, così come la moda dei personaggi. Ci sono gli anni '40, i '50, ma il 1800 e il 2000. E se nell'adattamento cinematografico del 2004 interpretato da Jim Carrey e Meryl Streep abbraccia uno stile più oscuro, grazie anche ai bellissimi costumi realizzati da Colleen Atwood, la serie di Netflix è un piccolo capolavoro in technicolor. Questa volta gli abiti sono di Angus Strathie, premio Oscar per Moulin Rouge,  e hanno un tocco contemporaneo, che sembra uscito da una sfilata di Alessandro Michele per Gucci e tocca il suo vertice in una serie di impermeabili colorati e nei travestimenti del conte Olaf. Atmosfere fantastiche, scenografie che mescolano toni caramello, citazioni steampunk, forti contrasti cromatici e mood surreale ricordano moltissimo l'estetica di Wes Anderson.

Think like: "Una serie di sfortunati eventi" Daniel Handler aka Lemony Snicket


"In ogni biblioteca, vi è un unico libro che più rispondere alla domanda che brucia come un fuoco nella mente". O ancora: "I malvagi non hanno mai tempo per la lettura. È una delle ragioni per la loro malvagità”. Nella nuova serie di Netflix i libri sono fondamentali. Non solo perchÈ Una serie di sfortunati eventi è tratta dall'omonimo ciclo di 13 romanzi per ragazzi scritti da Lemony Snicket, pseudonimo di Daniel Handler, illustrati da Brett Helquist e pubblicati a partire dal 2000. La letteratura è l'elemento magico che aiuta i Baudelaires (nome chiaro omaggio al poeta di "Les Fleurs du mal") a sopravvivere anche nelle situazioni più terribili. Viola e Klaus sono sempre circondati da libri. Li leggono al fievole lume di una candela, li citano e li usano persino come cuscino. In ogni luogo che frequentano ci sono meravigliose librerie: nella loro casa, in quella del giudice Strauss, dello zio Monty e di zia Josephine. Uno spettatore attento più trovare riferimenti ad opere e autori disseminati tra i dialoghi e le scene. Qualcuno? "Alice's Adventures in Wonderland" di Lewis Carroll, Edgar Allan Poe, "The Tempest" di Shakespeare, Agatha Christie, "Moby Dick" di Melville o "The importance of being Earnest" di Oscar Wilde.

Sound like: "Look Away" sung by Neil Patrick Harris


"Look away, look away, look away, look away, this show will wreck your evening, your whole life, and your day every single episode is nothing but dismay so look away, look away, look away" Così intima cantando Neil Patrick Harris negli arcigni panni del conte Olaf. La canzone, composta da Nick Urata con Daniel Handler aka Lemony Snicket in persona, introduce ogni episodio di Una serie di sfortunati eventi e varia la parte centrale del proprio testo riassumendo al suo interno ciò che è già accaduto ai bambini Baudelaire e anticipando gli avvenimenti ai quali lo spettatore sta per assistere. Questa nenia si insinua nella mente come "It's the Count" e "No Happy Endings", gli altri pezzi inediti che compongono la soundtrack della serie curata da James Newton Howard e Chris Bacone. "It's the Count" è l'accattivante manifesto in musica con il quale il nuovo tutore dei Baudelaires, supportato dalla sua cricca di aiutanti-attori, si presenta per la prima volta ai tre fratelli. Nel finale di stagione quasi tutti i membri del cast, dal narratore Lemony Snicket al conte Olaf, da Mr Poe a Klaus, intonano "There's no happy endings, not here and not now...This tale is all sorrows and woes". Forse nella seconda stagione arriverà la speranza.

Taste like: pasta alla puttanesca

Love like: the Burton-Anderson surreal mood and aestethic


Certo i piccoli attori sono bravi. Neil Patrick Harris è istrionico, espressivo, canta, balla, recita, lieve e bizzarro. Così come il resto del cast. I dialoghi sono taglienti, gli interventi del narratore onnisciente interpretato da Patrick Warburton sono delle piccole perle piene di eleganti dissertazioni terminologiche e sagaci commenti. E poi ci sono c’è la fotografia con i suoi colori pastello. In un poche parole Una Serie di Sfortunati Eventi è una deliziosa fiaba che unisce lo stile di Tim Burton e Wes Anderson, uno show che rilassa e diverte da vedere comodi sul divano.