
Meta è riuscita in quello in cui Google ha fallito I Ray-Ban Meta Glasses stanno funzionando tanto che vengono presi come esempio dagli altri
Nonostante siano stati un insuccesso e chi li indossava venisse spesso deriso a causa del loro design poco attraente, oggi i Google Glass sono considerati un dispositivo per certi versi pionieristico, penalizzato forse proprio dall’essere stato commercializzato quando ancora i tempi non erano maturi. Nati per portare la realtà aumentata nel quotidiano, i Google Glass combinavano una fotocamera esterna, un piccolo schermo e un touchpad laterale, attivabile anche tramite comandi vocali. L’idea era quella di sovrapporre elementi digitali a ciò che si vedeva nel mondo reale. Ma prima ancora di imporsi come gadget tecnologico, il dispositivo fu lanciato con un taglio fortemente legato alla moda: durante la Fashion Week di New York del 2012, il cofondatore di Google, Sergey Brin, li indossò alla sfilata di Diane von Furstenberg, affiancato da modelle in passerella e dalla stessa stilista, in un evento che rientrava nella campagna di lancio del prodotto. Il prodotto, tuttavia, fu uno dei più celebri insuccessi di Google. Eppure oggi sembra che sia arrivato finalmente il momento degli smart glasses – come vengono comunemente definiti questi occhiali in cui sono integrate varie componenti tecnologiche. Lo dimostrano i dati di vendita dei Ray-Ban Stories e dei Ray-Ban Meta Glasses, entrambi nati dalla collaborazione tra l’azienda di Mark Zuckerberg e la multinazionale EssilorLuxottica.
Google just quietly showed off the next... Google Glass? A pair of glasses—similar to the Ray-Ban Meta smart glasses—that can see the world via cameras and answer questions. pic.twitter.com/IDUwJw1ni0
— Joanna Stern (@JoannaStern) May 14, 2024
Quando nel 2020 Meta annunciò l’imminente lancio di nuovi smart glasses, molti osservatori pensarono che nell’arco di poco tempo avrebbero assistito a un altro flop clamoroso, al pari di quello dei Google Glass. Tuttavia, i numeri mostrano un esito diverso: nel 2024, i Ray-Ban Meta Glasses hanno superato il milione di unità vendute, e l’obiettivo di Meta per quest’anno è di raddoppiare il dato. Per questo, Meta ha deciso di cavalcare l’onda: da qualche settimana si parla di un paio di occhiali hi-tech realizzati in collaborazione con Prada, mentre di recente l’azienda di Zuckerberg ha presentato un altro modello di smart glasses realizzati con Oakley –gli Oakley Meta HSTN, dotati di fotocamere dalle prestazioni promettenti. Nel campo dei dispositivi indossabili, Meta in futuro ambisce a rendere ancor più avanzati a livello tecnologico quelli che di fatto continueranno ad assomigliare a semplici occhiali da vista o da sole, senza dunque trasformarli in costosissimi e scomodi visori. Nel frattempo, proprio ieri l'azienda di Zuckerberg ha investito $3,5 miliardi in EssilorLuxottica, un'acquisizione di una quota minoritaria che assicura un coinvolgimento più stretto non solo con la casa produttrice italofrancese, ma anche con tutti i suoi brand - potenziali collaboratori.
Il successo dei Ray-Ban Meta Glasses si inserisce in una più ampia e recente strategia dell’azienda: dopo il fallimento del metaverso, il gruppo ha smesso di puntare sullo sviluppo di visori per la realtà virtuale e aumentata, e ha scelto di investire in occhiali meno ingombranti – da vista o da sole, in cui viene integrata una componente tecnologica inevitabilmente più limitata, ma comunque funzionale. Va esattamente in questa direzione Orion, un nuovo dispositivo sperimentale di Meta che ricorda un tradizionale paio di occhiali. Anche Apple, dopo i dubbi su Vision Pro – visore per la realtà mista i cui risultati sono stati piuttosto deludenti –, ha preferito fare un passo indietro per concentrarsi su un dispositivo simile ai Ray-Ban Meta Glasses. Come riporta Bloomberg, oggi l’azienda di Cupertino sta accelerando lo sviluppo di occhiali smart simili ai Ray-Ban Glasses di Meta.
Coperni SS24, AI Pin@Humane pic.twitter.com/lLaJpCxCwX
— Taimoor Ahmad (@taimoorahmadx) September 30, 2023
Il mercato dei dispositivi indossabili, o wearable, è cresciuto molto negli ultimi anni, anche grazie alla sempre maggiore diffusione di assistenti vocali basati sull’uso di sistemi di intelligenza artificiale. Qualche anno fa AI Pin, pur essendo un altro prodotto che non ha funzionato a livello commerciale, ha aperto la strada a tutta una serie di dispositivi pensati per essere degli assistenti personali da portare con sé e indossare comodamente. Oggi l’obiettivo che accomuna quasi tutti i player del settore non è sviluppare prodotti ipertecnologici, per quanto invasivi possano essere una volta indossati. Al contrario, l’idea di fondo è ridurre al minimo le barriere e integrare, nei limiti del possibile, tecnologie sempre più avanzate con prodotti che già conosciamo e siamo abituati a usare, come per l’appunto gli occhiali. In sostanza, in passato la strategia prevalente delle grandi aziende tecnologiche si basava sul lanciare dispositivi altamente avanzati dal punto di vista tecnologico, anche a costo di dimensioni ingombranti, per poi raggiungere nel tempo design più compatti e leggeri. Oggi, invece, Apple e Meta sembrano aver adottato l’approccio opposto: iniziare con soluzioni relativamente semplici e discrete, fino a evolverle gradualmente in prodotti più sofisticati, mantenendo però forme accessibili e familiari.













































