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Tom Cruise si metterà a fare cinema d'autore? Non è da escludere, ora che la sua fama è tornata a crescere

Tom Cruise ha recentemente accettato di partecipare a un nuovo film diretto da Alejandro Iñárritu, regista di pellicole come Birdman e The Revenant, la cui uscita è prevista per l’autunno del 2026. Si tratta di un segnale inedito rispetto all’ultima fase della sua carriera, maggiormente incentrata su blockbuster d’azione e produzioni mainstream. Il coinvolgimento in un film d’autore potrebbe indicare la volontà di riscoprire una dimensione più drammatica e sofisticata della recitazione, simile a quella che aveva caratterizzato i suoi esordi. Nei primi anni Duemila, Cruise aveva infatti collaborato con alcune delle figure più rilevanti del cinema statunitense – tra cui Paul Thomas Anderson, Francis Ford Coppola e Stanley Kubrick – impegnandosi in ruoli molto ambiziosi dal punto di vista recitativo. Le cose presero poi un’altra direzione nel 2005, in occasione dell’uscita del suo secondo film con Steven Spielberg, La guerra dei mondi, periodo che coincise con il dibattito sul suo legame con Scientology, la controversa organizzazione religiosa fondata dallo scrittore L. Ron Hubbard negli anni '50.

Tom Cruise e Scientology

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L’attore aveva avuto i primi contatti con Scientology grazie alla moglie Mimi Rogers, il cui padre ricopriva un ruolo importante all’interno del movimento. Anche dopo la fine del loro matrimonio, Cruise continuò ad essere una figura di primo piano nella struttura interna dell’organizzazione, che opera secondo una gerarchia piramidale e che vedeva in lui un modo per ottenere maggiore riconoscibilità pubblica. Il movimento è considerato da molti una setta e non ha mai avuto una buona reputazione. Tuttavia, il legame di Cruise con Scientology contribuì a una progressiva erosione della sua immagine nel mondo del cinema. Nel 2006, ad esempio, la Paramount Pictures decise di interrompere un contratto esclusivo che durava da oltre un decennio con l'attore, citando motivi legati alla sua condotta. Da quel momento in poi, Cruise scelse volutamente di riguadagnare terreno cercando di veicolare un'altra immagine di sé, orientandosi verso film d’azione e ruoli meno impegnati. Pian piano questo approccio ebbe ricadute positive sui film a cui partecipava. La strategia cominciò a dare i suoi frutti con i capitoli successivi a Mission: Impossible III, come Ghost Protocol (2011) e Rogue Nation (2015), che evidenziarono una netta ripresa commerciale rispetto alle pellicole precedenti contribuendo al rilancio della carriera di Cruise. Negli ultimi anni, l’attore statunitense è tornato a essere una personalità fondamentale per l’industria cinematografica hollywoodiana, e proprio per questo non è da escludere che nel prossimo futuro possa ambire a partecipare a produzioni più sofisticate e meno mainstream come quelle degli inizi della sua carriera. In quest’ottica, non stupisce che il più importante festival di cinema al mondo, Cannes, ultimamente abbia dato molta visibilità a Cruise, anche attraverso masterclass a lui dedicate.

L’importanza di Top Gun: Maverick per Tom Cruise

@paramountpics Ladies and gentlemen...Maverick. Top Gun: Maverick was released in theatres on this day three years ago! Catch Tom Cruise in Mission: Impossible - The Final Reckoning NOW PLAYING in theatres! #MissionImpossible #TopGunMaverick #AvailableonDigital on #AppleTV Top Gun Maverick Available on Apple TV - Paramount Pictures

Come quest’anno per Mission: Impossible – The Final Reckoning, tre anni fa il Festival di Cannes contribuì in modo significativo alla promozione di Top Gun: Maverick. In quel periodo, Cruise divenne addirittura uno dei volti più stimati di Hollywood per via della sua presa di posizione nel far distribuire la pellicola nelle sale invece che farla uscire direttamente in streaming. Tom Cruise è noto per esercitare molto controllo sui film in cui recita, nonostante non contribuisca né alla sceneggiatura né alla regia. L’obiettivo era quello di risollevare le sorti economiche degli esercenti cinematografici, in forte crisi a causa della pandemia. Il film fu un successo enorme, e divenne una dei maggiori incassi del 2022. «Non ci sono aggettivi per descrivere l’importanza per l’industria della performance al box office di Top Gun: Maverick, arrivata in un momento in cui i disfattisti erano scettici sulla capacità del cinema di attirare pubblico. È stato uno spartiacque», si legge sulla CNN. Eppure, tutto questo non era affatto scontato. Top Gun: Maverick era considerata una produzione a rischio per via del suo percorso travagliato: doveva essere distribuito in sala nel luglio del 2019, ma una serie di inconvenienti – tra cui proprio la pandemia – fecero slittare l’uscita di tre anni. Per questo, lo stesso Steven Spielberg ringraziò pubblicamente Tom Cruise per aver «salvato il culo a Hollywood».