A Guide to All Creative Directors

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Perché i concerti sono diventati così costosi?

Il tour di Lady Gaga riporta sotto i riflettori un problema enorme per l'industria musicale e i suoi fan

Perché i concerti sono diventati così costosi?  Il tour di Lady Gaga riporta sotto i riflettori un problema enorme per l'industria musicale e i suoi fan

Le polemiche sui prezzi spropositati dei biglietti dei concerti sono ormai all’ordine del giorno. L’ultima in ordine di tempo riguarda Lady Gaga, che si esibirà in Italia al Forum di Assago, in provincia di Milano, il 19 e il 20 ottobre 2025. I biglietti, messi in vendita ufficialmente alle ore 12:00 di giovedì 3 aprile (e in prevendita il giorno prima solo per i possessori di Mastercard), sono stati polverizzati in pochi minuti. Alle ore 12:08 entrambe le date erano già sold out, ma leggendo i commenti dei fan sui social quanto accaduto è lungi dal poter essere considerato un successo tout court. Il motivo dello scontento generale è legato appunto ai prezzi dei biglietti troppo alti. Per dare un’idea, il prezzo di un classico biglietto parterre in piedi ammontava a 190,90 euro - più commissioni.

I prezzi dei biglietti - suddivisi in ben diciotto categorie - per le tappe italiane del tour di Lady Gaga andavano da un minimo di 64,40 eur per il posto peggiore (il 6° settore numerato),  a un massimo di 711,15 eur per il VIP Hospitality Package, ovvero il corrispettivo capitalista del biglietto di Willy Wonka, che oltre all’ingresso offre vari “servizi speciali” (come l’accesso a un’area lounge pre-show e merchandise di vario tipo). I prezzi base erano, quindi, già molto più alti della media del forum: per fare un paragone con un altro ospite internazionale, il parterre di Nick Cave a ottobre 2024 costava 60 eur più commissioni, mentre qui siamo a più del triplo del prezzo. Ma non è finita: a far gridare allo scandalo è stata l’introduzione dei cosiddetti biglietti “platinum”, venduti “in base al loro valore di mercato”, ovvero al doppio del prezzo dei biglietti standard. Per intenderci, se un biglietto del 1°settore numerato costava 231 eur, un biglietto platinum per lo stesso settore costava 460 eur. Non si tratta di biglietti VIP, ma di biglietti identici in tutto e per tutto a quelli standard: semplicemente, una volta esauriti i biglietti “ordinari”, chi è disposto a pagare di più può comprare i rimanenti a prezzo maggiorato. Se state pensando che si tratti di una truffa legalizzata, non siete poi così distanti dalla verità.

Che cos'è il dynamic pricing

@kathleenlinpan If dynamic pricing continues, I fear that it will only get worse and harder to see your favorite big artist #cowboycarter #beehive #dynamicpricing #concerttickets original sound - Kathleen Pan

Il dynamic pricing qualche mese fa aveva fatto infuriare milioni di fan degli Oasis in vista della loro reunion prevista nel Regno Unito per quest’estate. Anche in quel caso, i prezzi dei biglietti di partenza erano decisamente troppo alti: stando alla BBC, l'ultima volta che gli Oasis avevano suonato allo stadio di Wembley nel 2009 un biglietto nel parterre costava 44,04 sterline. Per il loro ritorno, invece, lo stesso biglietto è stato venduto a 150 sterline, una cifra molto più alta rispetto a quello che sarebbe potuto essere il vecchio prezzo adeguato all’inflazione di oggi. L’applicazione del prezzo dinamico ha poi aggravato ulteriormente la situazione, facendo esplodere la polemica. Si tratta in sostanza di un meccanismo di ricalcolo del prezzo del biglietto sulla base della domanda, simile a quello che viene utilizzato per i prezzi dei biglietti aerei o degli hotel in alta stagione. Più un biglietto è richiesto, più il prezzo sarà alto. Ciò ha fatto sì che chi si era messo in coda per acquistare il biglietto degli Oasis, una volta completata l’attesa, si sia poi ritrovato di fronte un prezzo triplicato rispetto a quello inizialmente previsto. Il sistema dei prezzi platinum di Lady Gaga non è concettualmente molto lontano da questo, solo che invece di essere ricalcolato in tempo reale sulla base delle persone effettivamente in coda “il prezzo di mercato maggiorato” è stato fissato a priori, considerando l’enorme sproporzione tra i posti disponibili e i fan della cantante.

Che ci crediate o no, la motivazione ufficiale che sta dietro all’introduzione di questi sistemi sarebbe proprio quella di contrastare l’aumento incontrollato dei prezzi dei biglietti, che spesso oggi vengono rivenduti anche a migliaia di euro attraverso il cosiddetto secondary ticketing - ovvero il bagarinaggio online. La logica perversa di questo meccanismo è semplice: per evitare l’aumento spropositato dei prezzi sul mercato secondario, aumentano in maniera spropositata dalla fonte ufficiale. Come sappiamo, l’autoregolamentazione del mercato – proprio come il sonno della ragione di Goya - a volte genera mostri. Ne è la riprova il fatto che negli Stati Uniti, grazie all’uso del prezzo dinamico, si è arrivati a pagare anche 5mila dollari per i biglietti del concerto di Bruce Springsteen, venduti su canali ufficiali. In un'intervista con Rolling Stone, l'artista aveva spiegato che la maggior parte dei biglietti era in una “fascia di prezzo accessibile”, ma era stufo dei bagarini che guadagnavano alle sue spalle, quindi ha scelto di adeguarsi ai loro prezzi. Altri artisti come Robert Smith e recentemente Neil Young si sono fieramente opposti a questo tipo di meccanismi. Al netto del dynamic pricing, dei biglietti platinum e del secondary ticketing, il parere unanime è che i concerti oggi costino troppo. È vero? Per certe tipologie di concerti purtroppo sì.

Cosa ci dicono le statistiche 

@adezer0 Not Madonna charging FIFTY DOLLARS a concert ticket #kurtcobain #nirvana #madonna #concerts #90s #1993 #music #alternative #fyp Kurt Cobain Concert Ticket Prices Nirvana - adezero (Adrienne Misty)

Prima del cosiddetto Lady Gaga Gate, c’erano state polemiche analoghe anche per il tour italiano di Madonna del 2023, per cui i prezzi di partenza erano persino più alti (quasi 300 euro per un parterre). D’altronde, una differenza tra le grandi popstar internazionali e “il resto del mondo” c’è sempre stata. A proposito di Madonna, è famosa la reazione sbigottita di Kurt Cobain quando, durante un’intervista del 1993, gli dissero che i biglietti per vedere la cantante potevano costare tra i 50 e i 75 dollari, mentre per i Nirvana, che all’epoca erano già la rock band più importante del pianeta, bastavano solo 17 dollari. Secondo i dati raccolti da Pollstar - una pubblicazione specializzata in musica dal vivo - nel 1996 il prezzo medio di un biglietto per i 100 tour mondiali più importanti era di 25,81 dollari, ovvero circa 52 dollari odierni al netto dell'inflazione. Nel 2024, il prezzo medio è arrivato addirittura a 135,92 dollari. Il grosso degli aumenti si è verificato soprattutto dopo la pandemia Covid-19: sempre stando ai dati forniti da Pollstar, i prezzi dei biglietti erano aumentati del 23% nel 2023, dopo essere già aumentati del 19% tra la pandemia e il 2022. A conti fatti, andare a un concerto oggi può costare quanto una breve vacanza e i prezzi continuano a salire. Secondo uno studio condotto nel Regno Unito, due terzi dei frequentatori di concerti tra i 16 ai 34 anni affermano di aver ridotto il numero di spettacoli a cui partecipano proprio a causa dei prezzi troppo alti. 

Ma cosa sta alimentando questi prezzi esorbitanti?

Da una parte ci sono ragioni economiche oggettive e giustificate, dall’altra ce ne sono altre più torbide e speculative che si nascondono dietro alle prime. Di sicuro, i tour di grosse dimensioni hanno oggi un costo molto più elevato rispetto al passato. Secondo Matt Grimes, docente di industria musicale e radiofonica alla Birmingham City University, una delle cause principali di questi aumenti è dovuta all’onda lunga del lockdown del 2020: «Quando il Covid ha interrotto i tour, molti professionisti del settore sono stati costretti a trovare un nuovo lavoro e non tutti sono tornati quando è stato revocato il lockdown», spiega l'esperto. «Questo ha portato a una carenza di personale nel settore dei tour, con quelli rimasti in grado di far pagare di più per i loro servizi». Inoltre, molti esperti del settore sottolineano come l'aumento del costo dell’energia, avvenuto in seguito all'invasione russa dell'Ucraina nel 2022, abbia influito pesantemente sui costi generali dei tour.

A queste cause tra virgolette “legittime”, bisogna poi aggiungere tutta la delicata questione legata alla particolare situazione di oligopolio e di conflitti d’interesse che coinvolge il mercato degli organizzatori dei concerti e dei rivenditori dei biglietti. In Italia l’organizzazione live è in mano a due grossi gruppi internazionali: Live Nation e Eventim. Queste due enormi multinazionali non solo organizzano concerti e gestiscono vari artisti di fama mondiale, ma sono anche proprietarie delle due principali piattaforme che vendono biglietti. Nel 2007, Eventim ha acquisito TicketOne, mentre nel 2010 Live Nation si è fusa con Ticketmaster. Di conseguenza, questi due colossi dettano legge e c’è poco spazio per tutti gli altri concorrenti indipendenti. Infine, c’è una ragione legata alle fonti di guadagno dei vari artisti, che oggi sono costretti ad aumentare i prezzi dei biglietti dei concerti e del merchandise per compensare il fisiologico calo delle vendite dei dischi nell’era dello streaming. Gli appartenenti alla cosiddetta Gen Z non sono abituati a pagare per “avere” la musica a casa, perché da quando sono nati la musica è sempre stata disponibile in rete, gratis o quasi. Sono invece mentalmente più predisposti a pagare per un concerto, soprattutto se si tratta di un evento esclusivo. È anche per questo che i tour con i biglietti costosi continuano a fare ugualmente il tutto esaurito. L’offerta dei concerti, infatti, non potrebbe mantenere così alti i prezzi se non ci fosse un’adeguata risposta da parte della domanda. Questa è in parte legata alla cosiddetta cultura degli “stan”, i fan sfegatati disposti a pagare qualsiasi cifra pur di vedere i propri beniamini.

@katienicks @Sabrina Carpenter pls stop promoting the new tour i cant afford dynamic ticket pricing - - #sabrinacarpenter #espresso #raylorswift #oliviarodrigo #pleasepleaseplease #sabrina original sound - katie lynne

Il concetto stesso di fandom oggi è cambiato: i fan sono sempre esistiti, ma l'introduzione dei social media ne ha amplificato alcuni elementi tossici. Giurare fedeltà al proprio artista preferito oggi è visibile a tutti, ragion per cui è quasi più importante dimostrare di aver avuto l'esperienza, piuttosto che averla semplicemente vissuta. Ciò non fa altro che alimentare il consumismo sfrenato e la ricerca dei posti migliori ai concerti fino alle sue più estreme conseguenze: i biglietti migliori per l’Eras Tour di Taylor Swift, ad esempio, sui siti di rivendita sono arrivati a costare fino a 200.000 dollari, abbastanza per pagare le rate in un’università privata o per comprarsi una casa. Se c’è davvero chi è disposto a pagare queste cifre, è chiaro che senza ulteriori regolamentazioni il mercato dei grandi concerti è destinato a diventare un affare per ricchi. Non a caso, alcuni artisti - tra cui la stessa Swift - hanno iniziato a filmare i loro tour negli stadi e a distribuirli nei cinema, per consentire ai fan con budget più ridotti di godersi comunque l’esperienza, o meglio, un suo surrogato. Vale naturalmente la pena ricordare che tutto questo discorso riguarda principalmente i concerti dei cosiddetti nomi grossi, ma esistono ancora moltissimi altri concerti di artisti validi, magari meno in voga, venduti a prezzi popolari. La piattaforma inglese Dice, ad esempio, promuove dal 2014 concerti di artisti apprezzati dalla critica ma un po’ meno noti al grande pubblico, a prezzi ultracompetitivi, che in genere vanno dai 15 ai 20 o ai 30 euro massimo. Generalmente non sono mai sold-out perché non godono di altrettanto hype, ma assicurano un’esperienza più intima e letteralmente “più vicina” all’artista.