A Guide to All Creative Directors

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I dazi americani stanno impedendo la crescita degli e-commerce cinesi

Ma le aziende hanno già trovato un modo per aggirarli

I dazi americani stanno impedendo la crescita degli e-commerce cinesi Ma le aziende hanno già trovato un modo per aggirarli

Di recente sono entrati in vigore i nuovi dazi del 10% sulle importazioni dalla Cina annunciati da Donald Trump in veste di nuovo presidente degli Stati Uniti. Sebbene fosse ampiamente prevista, è decisione significativa, dato che la Cina è uno dei principali partner commerciali degli Stati Uniti, con importazioni che superano i 400 miliardi di dollari. Il presidente cinese Xi Jinping ha annunciato che introdurrà a sua volta dazi del 15% sulle importazioni dagli Stati Uniti di carbone e gas naturale, e del 10% sul petrolio e i macchinari agricoli. Uno dei motivi per cui Trump ha imposto nuovi dazi alla Cina è quello di contrastare un espediente utilizzato da alcuni grandi e-commerce del Paese, come Temu e Shein, per aggirare le imposte già introdotte nel 2018 durante il suo primo mandato. Nello specifico, la misura voluta da Trump elimina l'esenzione commerciale nota come "de minimis", che permetteva alle aziende di spedire pacchi del valore inferiore agli 800 dollari negli Stati Uniti senza dover pagare dazi doganali. Tale clausola, infatti, negli ultimi anni era stata sempre più sfruttata dalla Cina. Secondo quanto riporta l’emittente CNBC, solo nel 2024 gli Stati Uniti hanno gestito oltre 1,3 miliardi di spedizioni "de minimis", rispetto ai 139 milioni del 2015. L'amministrazione Biden aveva già intrapreso azioni per limitare l'abuso di tale esenzione, sostenendo che avvantaggiava ingiustamente le aziende di e-commerce cinesi, permettendo loro di offrire prodotti a prezzi estremamente bassi.

Il sistema "de minimis" ha in effetti consentito a realtà come Temu e Shein, così come ad AliExpress, di essere estremamente competitive all’interno del mercato statunitense, attirando così milioni di consumatori. Non a caso nel 2024 Temu è stata l'app gratuita più scaricata negli Stati Uniti – risultato che ha raggiunto per il secondo anno consecutivo. Con la cancellazione dell’esenzione "de minimis", Temu e Shein hanno iniziato a diversificare le loro strategie. La prima ha iniziato a collaborare con venditori cinesi che dispongono di inventari nei magazzini statunitensi, riducendo i tempi di spedizione. Shein, invece, ha investito nell’apertura di centri di distribuzione e hub logistici negli Stati Uniti. Un’altra grande azienda che si sta adattando a questi cambiamenti è Amazon, che ha storicamente favorito la connessione tra produttori cinesi e acquirenti statunitensi. Di recente, l’azienda ha lanciato "Haul", una nuova piattaforma che consente ai venditori di spedire direttamente dalla Cina, cercando di mantenere prezzi competitivi e compensare l’impatto delle nuove restrizioni sui dazi doganali. Amazon potrebbe persino trarre vantaggio dalla fine del sistema “de minimis”, poiché, operando come marketplace, non dipende direttamente dalle spedizioni frammentate, ma può integrare strategie logistiche più efficienti per mantenere l’offerta di prodotti a basso costo. Se da un lato, quindi, i prezzi dei prodotti cinesi potrebbero aumentare a causa dei nuovi dazi, dall’altro le singole aziende potrebbero adottare modelli di distribuzione più localizzati per aggirare le restrizioni, ridefinendo così le dinamiche del commercio internazionale.

@officialmariozelaya To my American friends, you’re going to get hit with inflation as a result of these tariffs - the cost of goods will go up. And whatever you think the tax reduction may be (if it ever happens), will be wiped out by the increase in the costs of goods. #Trump #USA #Tariffs #SHEIN #TEMU original sound - Mario Zelaya

La comunità internazionale ha cercato di limitare l’uso dei dazi a partire dagli anni Novanta, anche grazie all’adesione di un numero sempre maggiore di Paesi all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). Questo ente ha l’obiettivo di promuovere il libero scambio a livello globale e impone ai suoi membri il divieto di applicare dazi tra loro. Tuttavia, esistono alcune eccezioni a questa regola, che negli ultimi anni sono state ampiamente sfruttate. È il caso ad esempio di tutte quelle misure già applicate alla Cina durante l’amministrazione di Joe Biden, volte a limitare il suo rapido avanzamento tecnologico. Lo scorso anno l’Unione Europea aveva proposto dazi doganali più pesanti sulle importazioni a basso costo. Trump di recente non ha neanche escluso la possibilità di introdurre imposte verso i Paesi europei – risparmiando solo il Regno Unito, visto che cinque anni fa è uscito dall’Unione. I vari rappresentanti dei governi europei hanno però fin da subito chiarito che reagirebbero in maniera coesa e altrettanto dura alla possibile decisione di Trump. Più in generale, sotto la nuova e a tratti controversa amministrazione statunitense, il panorama dell’e-commerce globale potrebbe subire una trasformazione significativa, con ripercussioni dirette sui consumatori occidentali e sui principali operatori del settore.