Che cos'è l'editing genomico? La retorica dietro l'affermazione di Donald Trump sull'autismo e il paracetamolo

Ieri sera Donald Trump ha condiviso con il pubblico che la sua amministrazione ha fatto una scoperta scientifica senza precedenti: prendere il Tylenol (la marca di paracetamolo più popolare negli Stati Uniti) nei primi mesi di gravidanza causa l'autismo. Chiaramente, l'intera comunità medica, farmaceutica e scientifica ha velocemente negato l'affermazione, sottolineando come in primis non ci sia nessuna prova inconfutabile a riguardo, ma anche come l'autismo esista da molto prima del paracetamolo. Il discorso del Presidente ha causato un effetto domino sul topic dell’editing genomico, della selezione embrionale e della bioingegneria, che stanno cominciando a tracciare i contorni di una nuova possibile umanità. Queste tecnologie non sono più solo avanguardie per la scienza nei laboratori accademici, ma stanno uscendo, gradualmente e con molte controversie, nel mercato, grazie a privati con disponibilità finanziarie enormi. Orchid Health, ad esempio, è una startup che sequenzia quasi interamente il genoma di un embrione usando cinque cellule e offre ai clienti che affrontano la fecondazione assistita di avere una panoramica dei rischi genetici per malattie complesse come Alzheimer, obesità o disagio mentale.

È un servizio costoso, che, come dice il Washington Post «integra già la dimensione dei dati e del “prevedere” nel concepimento». In altre parole, ricchi genitori possono sapere in anticipo se il loro futuro figlio potrà avere problemi di salute e agire preventivamente. Ma non riguarda soltanto una selezione genetica basata sulla salute. Startup come Heliospect Genomics stanno offrendo ai clienti più abbienti la possibilità di “scegliere” embrioni anche in base a tratti come l’intelligenza attesa, l’altezza e il peso. In certi casi, questi servizi vengono venduti per decine di migliaia di dollari, soprattutto se si considerano molteplici embrioni e screening su larga scala. Secondo un’inchiesta del Guardian, Heliospect dichiara di aver aiutato almeno una dozzina di coppie con queste tecnologie, con pacchetti che possono arrivare fino a 50.000 dollari. Legalmente, negli Stati Uniti tali pratiche non sono vietate, ma il dibattito etico, come si può immaginare, rimane acceso.

Come funziona l'editing genomico?

Accanto a queste pratiche emerge però un’ipotesi ancora più radicale: l’editing germinale poligenico. A differenza dell’editing genomico “normale” che interviene su singoli geni o tessuti e non viene ereditato, questo approccio modificherebbe direttamente il DNA di embrioni, ovuli o spermatozoi, agendo contemporaneamente su più geni e trasmettendo i cambiamenti alle prossime generazioni. Le implicazioni sono enormi: secondo Nature, nel giro di qualche decennio potrebbero nascere i primi esseri umani con caratteristiche geneticamente potenziate.

Ovviamente un orizzonte del genere non poteva sfuggire ai miliardari della Silicon Valley. Sam Altman, CEO di OpenAI, ha già sostenuto startup attive nella genetica riproduttiva, mentre Peter Thiel da anni finanzia progetti legati a biotecnologie di frontiera. Un’altra figura che ha fatto parlare di sé in questo ambito è Brian Armstrong, fondatore di Coinbase, che ha dichiarato pubblicamente di voler finanziare una startup dedicata all’editing embrionale tramite CRISPR per affrontare malattie genetiche. Visto l’interesse nei confronti dei miliardari, molti osservatori temono però che l’obiettivo non sia una diffusione inclusiva di queste tecnologie, ma la creazione di strumenti riservati a un’élite ristretta. Questo discorso si intreccia con la crescente popolarità, nella Bay Area, di una filosofia pronatalista: l’idea che le persone considerate più dotate debbano avere molti figli per trasmettere le proprie capacità e garantire il progresso della civiltà. Una visione che ha trovato sostenitori anche tra figure come Elon Musk e che, combinata con le possibilità dell’ingegneria genetica, apre scenari di forte disuguaglianza.

Un nuovo DNA per tutti o solo per pochi?

Se queste tecnologie rimarranno appannaggio di pochi, il rischio è l’emergere di una frattura irreversibile, dove per la prima volta nella storia, non sarebbero solo i criteri economici o sociali a dividere l’umanità, ma anche la biologia. Una separazione che potrebbe ridisegnare le basi stesse della convivenza umana. Questi esempi mostrano che non si tratta solo di ipotesi: aziende e persone con mezzi stanno già sperimentando, investendo e in qualche caso praticando screening genetico su embrioni con l’intento di influire non solo sul benessere fisico, ma su tratti oggi considerati “di preferenza”. 

Non siamo, oggi, di fronte a una nuova specie umana nel senso biologico del termine, dato che ad ora non ci sono popoli separati da mutazioni irrisolvibili, barriere riproduttive permanenti o divergenze evolutive profonde. Ma potrebbe presto formarsi una specie “élite-genetica” con accesso precoce, quasi esclusivo, a tecnologie che permettono scelte genetiche, e una maggioranza che rimane fuori, non per decisione propria ma per limiti economici, geografici o regolatori. Alla fine, la questione è meno tecnica di quanto sembri. È questione di chi decide quali strumenti genetici diventano normali, chi finanzia, chi regola, chi controlla la narrativa morale. I miliardari come Armstrong, Thiel, Altman e Musk non sono solo spettatori ma attori che stanno modellando i contorni di quel possibile futuro.