
Luigi Mangione è diventato modello di Shein La faccia dell’antieroe preferito della Gen Z è stata usata dal colosso del fast fashion cinese
UPDATE 04/09/2025: Shein ha rilasciato un comunicato stampa ufficiale di Shein riguardo l'immagine di Luigi Mangione: «L’immagine è stata condivisa da un venditore terzo ed è stata rimossa tempestivamente non appena individuata. SHEIN applica criteri rigorosi per tutti i contenuti presenti sulla piattaforma. Stiamo conducendo una revisione approfondita, rafforzando ulteriormente i nostri sistemi di controllo, e adotteremo le misure necessarie nei confronti del venditore, in conformità con le nostre politiche.»
Shein ha usato la faccia del presunto assassino Luigi Mangione su un modello generato dall’AI per vendere una camicia a fiori. No, non è un meme ma è la sintesi perfetta di cosa significhi vivere nel 2025. Nel cuore della notte, un utente su Reddit ha pubblicato sul subreddit r/FauxMoi alcuni screenshot del sito ufficiale del retailer cinese: in vendita a $9,54 c’era una camicia bianca a motivi floreali e il modello che la indossava aveva i tratti identici al 26enne italo-americano accusato lo scorso dicembre di aver ucciso il CEO di UnitedHealthcare, colosso assicurativo statunitense. In meno di sei ore il post ha superato i 3000 upvote e, una volta intercettata da TMZ, la notizia ha rapidamente invaso i social. Il tweet del tabloid americano ha sfiorato le 300 mila visualizzazioni in poco più di sette ore. La questione, come notano diversi netizen, assomiglia a un episodio della serie cult Black Mirror e sottolinea per l’ennesima volta come vivere nel 2025 sembri sempre di più simile a una distopia.
Tutto ciò che c’è di sbagliato con Luigi Mangione modello di Shein
@nolakjl SHEIN is using Luigi Mangione to model their clothes #shein #model #luigimangione #foryou original sound - Nonal
Il paradosso è che diventa difficile persino capire quale sia la questione principale. È l’uso dell’immagine di una persona senza consenso, resa ancora più problematica dal fatto che Mangione si trovi in carcere e quindi non possa in alcun modo esprimere un’opinione? O è piuttosto la contraddizione di un uomo accusato di omicidio, interpretato da alcuni come atto di ribellione estrema contro il sistema capitalistico, che oggi diventa involontariamente testimonial di uno dei conglomerati più consumeristici del pianeta? Non è la prima volta che la faccia di Mangione si ritrova su un e-commerce fast fashion, ma ad ora le occasioni sono sempre state delimitate al “merch non ufficiale” dei fan del giovane. Se però prima il popolo dell’internet aveva accolto questi sprazzi di creatività con euforia, questa volta le reazioni online hanno oscillato tra incredulità e disdegno, toccando tutte lo stesso punto: la difficoltà di orientarsi in una realtà che sembra franare sotto il peso delle proprie contraddizioni.
«Non riesco più a sopportare questa versione della società», ha scritto su X l’utente @jenny2x4, sintetizzando un sentimento di esaurimento collettivo di fronte a una cronaca che va ad appesantire il dissenso collettivo per l’uso dell’intelligenza artificiale. Un altro profilo ha commentato: «A che stadio della fine del mondo siamo arrivati», segnalando come questo episodio non venga percepito come un caso isolato, ma come l’ennesimo indizio di un collasso sistemico e culturale. L’user @evimachinery ha aggiunto: «In quale timeline ci troviamo e come possiamo distruggerla per ricominciare da capo». Sebbene a primo impatto i commenti possano sembrare ironici, rappresentano in realtà la parte più interessante della vicenda: il modo in cui il pubblico decodifica un episodio tanto assurdo non con rabbia o mobilitazione, ma con rassegnazione.
L’etica dell’AI e il caso legale di Mangione
luigi is dealing with unprecedented levels of unfairness in the eyes of the courts, media and public perception, and it makes me so sad
— (@odetoshady) September 3, 2025
the fact shein would use AI and his likeness to model one of their products is fucking DISGUSTING
Alla fine dei conti, vale davvero la pena essere così sorpresi? Da mesi l’indignazione per l’uso scorretto dell’AI rimbalza sui social media, senza però tradursi in un cambiamento sistemico. Che un episodio del genere accadesse era solo questione di tempo; il problema non è soltanto l’assenza di consenso nell’utilizzo dell’immagine dell’”antieroe” preferito della Gen Z, ma l’ennesima manifestazione della fragilità etica con cui stiamo affrontando l’intelligenza artificiale.
Nel 2025 ci troviamo immersi in un panorama in cui l’AI è passata dall’essere uno strumento futuristico a un’infrastruttura quotidiana, con modelli sempre più avanzati che regolano processi creativi, produttivi e lavorativi. Oggi non esistono convenzioni internazionali capaci di disciplinare in modo uniforme lo sviluppo e l’applicazione dell’AI. Un vuoto normativo non solo alimenta incertezze, ma legittima episodi come quello di Shein, in cui la riproduzione digitale di un volto umano, per di più legato a un caso giudiziario, viene trattata come semplice contenuto visivo, una risorsa anonima da monetizzare, un non-umano. A rendere il quadro ancora più complesso c’è il caso legale di Mangione: il giovane rischia la pena di morte in un processo in cui l’intera giuria sembra già convinta della sua colpevolezza, sebbene, come sottolinea la difesa, manchi ancora una prova schiacciante. Quali saranno le conseguenze giuridiche di Luigi Magione modello di Shein?











































