FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

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Luigi Mangione come nuova icona di stile? I due outfit indossati alle udienze preliminari sono già super virali

Sembra ormai che qualunque cosa Luigi Mangione faccia sia destinata a raggiungere livelli inauditi di viralità. Dopo le foto in cui appariva come un martire e l’assurdo caso della campagna per Shein, il giovane “anti-eroe” preferito della Gen Z è tornato al centro della conversazione social. Questa volta, però, l’attenzione non è sulle sue provocazioni ma sul suo stile in aula durante le udienze preliminari legate all’omicidio dell’amministratore delegato di United Healthcare, un caso in cui Mangione è accusato di essere colpevole. E se non si sa ancora molto sul progresso delle accuse, gli outfit scelti da Mangione potrebbero far invidia alle campagne buoniste preppy di Ralph Lauren.

L’outfit di Luigi Mangione all’udienza preliminare

Sia ieri che oggi, Mangione ha scelto due look sobri ma comunque d’impatto, capaci di comunicare alle sue masse di fan adoranti un’immagine eroica, quasi alla Clark Kent. Lunedì 1 dicembre si è presentato con una camicia a micro-check bordeaux su bianco, sbottonata sul collo per suggerire un’aria rilassata, abbinata a una giacca grigio antracite. Martedì la formula si è ripetuta, questa volta con una camicia in gingham rosa e una giacca blu navy. Tutto troppo perfetto per sembrare casuale.

Anche la cura del suo aspetto voleva trasmettere sicurezza, senza lasciare intravedere preoccupazione o stanchezza. Mangione è entrato in aula con un taglio di capelli più corto e una barba di qualche giorno, presente ma ordinata. Se però le foto, fuori contesto, potrebbero far pensare a un qualunque giovane impiegato in ufficio, basta confrontare il suo aspetto dell’anno scorso con quello attuale per notare come la fatica mentale abbia lasciato il segno anche sul nuovo sex symbol dei social.

L'identikit di Luigi Mangione

@sup.thomas Who's got some Orange Vans? #fypシ #luigimangione #streetwear #halloween2025 #fancam original sound - sup.thomas

Non è la prima volta che l'outfit di Luigi Mangione diventa un headline sull'internet, anzi, proprio quando lo scorso anno, prima che si conoscesse il suo nome, la corsa all'identificazione del killer aveva portato molta attenzione ai vestiti che indossava, scatenando una ricerca da parte dei segugi dei social media. In brevissimo tempo non solo si erano  accumulate informazioni sui suoi spostamenti e sull'arma del delitto, ma anche sugli abiti che indossava l'assassino: specialmente uno zaino contenente soldi del monopoli, una felpa, una giacca in stile militare. Le informazioni condivise sono andate così virali che i brand non erano per niente pronti a ritrovarsi nell'occhio del ciclone.

Infatti, i risultati non si sono fatti attendere: lo zaino indossato da Mangione era andato sold out sul sito ufficiale del brand, Peak Design. La giacca verde militare di Levi’s era diventata oggetto di una vera caccia al tesoro online, con Reddit invaso da discussioni per individuare il modello esatto. Secondo TMZ, oltre 6000 utenti avevano tentato di acquistarla su Macy’s. 

Cosa succede quando un serial killer indossa il tuo brand?

@luneskye #unitedhealthcare #contest #lookalike #newyork APT. - ROSÉ & Bruno Mars

Essere indossati da un presunto serial killer sicuramente non è un'esperienza entusiasmante per un brand, come sottolinea anche WWD, che al tempo contattò i portavoce di Levi’s e Tommy Hilfiger, ma con scarsi risultati. Secondo Evan Nierman, esperto di crisis management, eventi del genere evidenziano come le crisi possano inaspettatamente trasformarsi in opportunità. Per un marchio indipendente come Peak Design, fino a quel momento semi-sconosciuto, questa visibilità improvvisa aveva generato un boom di interesse e vendite, portandolo al centro della scena mediatica.

Nonostante fosse stato il CEO stesso di Peak Design, Peter Dering, ad avvertire il distretto di polizia di New York che lo zaino del presunto killer fosse del suo brand, Dering si rifiutò di commentare ulteriormente il caso, mettendo più distanza possibile tra Mangione e Peak Design. 

Il merch di Luigi Mangione

L’ossessione collettiva per Luigi Mangione ha raggiunto livelli tali da generare un mercato parallelo di merchandising ispirato alla sua figura e alle vicende legate al caso. Frasi come “Deny, Defend, Depose,” incise sui proiettili utilizzati nell’omicidio del CEO di UnitedHealthcare, Brian Thompson, sono diventate slogan virali, finendo stampate su una vasta gamma di oggetti, dai bicchieri termici alle felpe, fino ai cappellini da baseball. Nonostante Amazon abbia rimosso dal suo catalogo i prodotti legati a Mangione, come magliette e borse con la scritta “FREE LUIGI,” su altre piattaforme come Etsy e Sivelos il merchandising continua a proliferare.

Tra gli articoli più venduti si trovano magliette con collage di foto di Mangione circondato da proiettili incisi, o persino un’ironica reinterpretazione del personaggio di Luigi di Super Mario, rappresentato con cappellino verde, felpa e mitragliatrice, a richiamare l’immaginario virale creatosi attorno al presunto assassino. Quello che però fa più ridere è la completa dissonanza tra quest’ossessione veloce e consumista e le ragioni per cui Mangione ha commesso il crimine. Se si vuole idolatrare un “folk hero” anti-capitalista e anti-establishment, sicuramente non lo si può fare con la maglietta prodotta in meno di 48 ore spedita da Amazon, no?